IL PINOTAGE, L’AUTOCTONO DEL SUDAFRICA

di Cristian

È l’unico vitigno autoctono del Sudafrica, la bandiera enologica con la quale il Paese degli Springboks cerca una consacrazione a livello internazionale: stiamo parlando del Pinotage, la varietà a bacca rossa simbolo dell’enologia nazionale.

Corre l’anno 1925 quando un giovane professore di viticoltura (il primo della storia in Sudafrica) dell’Università di Stellenbosch, Abraham Izak Perold, incrocia due varietà importate in seguito ad una ricerca commisionatagli dal suo governo, finalizzata a scoprire le migliori varietà da impiantare nel Paese.

Durante i suoi viaggi in Europa, resta affascinato dalle caratteristiche dei vitigni coltivati in Francia. Perold viaggia molto attraverso vigneti e cantine, imparando le tecniche migliori e a conoscere i vitigni che avrebbe poi importato in patria. Tra tutti, resta affascinato dal Pinot Nero della Borgogna, un vitigno nobile, sensibile a vari fattori ma capace di dare vini straordinari.

Tornato a casa inizia a sperimentare l’adattabilità dei vari vitigni conosciuti ma fin dall’inizio i risultati non sono del tutto soddisfacenti. Decide allora di provare a incrociarli, per creare una varietà capace di adattarsi all’ambiente sudafricano.

Amante del Pinot Nero, varietà dalla potenza e dall’eleganza indiscutibili, ma anche sensibile alle condizioni climatiche e del terreno e con scarsa una capacità di adattamento, il professore decide di utilizzarlo come base e di aiutarlo incrociandolo con il Cinsault (a quei tempi conosciuto come Hermitage), un’uva più resistente ai climi caldi e secchi tipici del suo Paese.

Nasce così il Pinotage, la prima e finora unica uva tipica del Sudafrica.

Nonostante però rappresenti questa unicità, resta un vino piuttosto raro, dato che solo circa il 20% dei vigneti del Sudafrica è allevata a Pinotage, a cui vengono preferiti i più blasonati Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah (o come viene chiamato qui Shiraz), Chardonnay e Chenin Blanc. Peraltro con ottimi risultati.

La vita del Pinotage è stata caratterizzata da alti e bassi. Ha vissuto una certa popolarità – come vino economico – intorno agli anni Settanta, per poi cadere in una sorta di oblio per i trent’anni successivi. Fino ai primi anni Novanta, quando viene riportato alla ribalta grazie al premio vinto al concorso  “International Wine and Spirits Competition” di Londra nel 1991.

Questo evento segna un po’ lo spartiacque nel destino del Pinotage, perché da quel momento il Sudafrica inizia sempre più ad incrementare la qualità dei suoi Pinotage, vinificati sia in purezza che con le altre varietà coltivate.

Il clima del Sudafrica offre alle varietà rosse, e di conseguenza al Pinotage, le condizioni ideali per la loro crescita: si potrebbero definire mediterranee, con l’importante influenza combinata dell’Antartide e dell’Oceano Atlantico e giornate assolate per la maggior parte dell’anno, con temperature anche elevate.

Una ritrovata riconoscibilità ed una maggiore attenzione da parte dei produttori sono le cause che hanno permesso un ritorno di interesse verso il Pinotage, a partire dall’anno del premio di Londra fino ai giorni nostri.

Il Pinotage ha sicuramente ereditato alcune peculiarità dai suoi genitori, come per esempio dal Pinot Nero la sensibilità spiccata e la necessità di cure costanti in vigna ed in cantina.

D’altra parte però, gli enologi assoldati dalle cantine sudafricane che riescono a soddisfare queste esigenze raccolgono notevoli soddisfazioni dal vino fatto con quest’uva. Tra l’altro riuscendo a creare anche diversi stili di vino, dal vino di facile beva a quelli più strutturati e con lunghe maturazioni in botti di rovere. 

Dal Cinsault ha invece ereditato il carattere vigoroso, ed il notevole livello di zuccheri e tannini, grazie allo spessore della buccia, maggiore che nelle altre varietà coltivate nel Paese.

Un mix davvero interessante per un vino che, nelle sue versioni ed etichette migliori, riesce a dare un’immagine di sé per certi versi innovativa. Un’impulso verso il futuro che le cantine sudafricane stanno alimentando con i propri Pinotage, portabandiera di una nazione e, perché no, anche di una nuova filosofia.

Il vino prodotto dal Pinotage ha generalmente un sapore speziato e corposo, e ha un buon potenziale di evoluzione. Il naso solitamente presenta sentori di frutti rossi come la prugna, la mora, mentre quelli speziati virano verso la liquirizia ed il tabacco.

Abbiamo ovviamente cercato online delle etichette che potessero dare un’idea del Pinotage e delle sue qualità e potenzialità organolettiche; ve ne segnaliamo con piacere qualcuna qui di seguito.

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Per molti il Sudafrica è la Borgogna dell’emisfero australe ed il Pinotage il suo prodotto più caratteristico. Sicuramente rappresenta il modo migliore di conoscere il lato vitivinicolo di una nazione a noi così distante e desiderosa di essere scoperta attraverso il suo vitigno più rappresentativo.

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