Il Portogallo è la nazione che, se si parla di vino, si tende quasi sempre a racchiudere in una sola tipologia, il Porto.
Senza voler togliere nulla a questo meraviglioso vino fortificato (in Portogallo esistono altri due vini fortificati, il Madeira ed il Carcavelos), vi è però da sottolineare come negli ultimi decenni il Paese abbia svolto enormi passi avanti per quanto riguarda la qualità dei vini prodotti, con ottime cantine (grandi e piccole) che possono basare la loro produzione su un bacino ampelografico autoctono di tutto rispetto.
È inoltre un Paese che ospita vigneti in tutte le sue regioni (situazione simile all’Italia), e la loro localizzazione varia dalle aree vicino all’Atlantico a quelle montuose, dalle pianure alle dolci colline.
La varietà di microclimi e di terreni, oltre alle escursioni termiche stagionali e giornaliere, fornisce ai vignaioli un terroir ideale per la coltivazione della vite e la produzione di vino.
Il Portogallo può vantare una lunga tradizione in ambito enologico, iniziata ai tempi dei Celti. Una tradizione che è stata alla base di un commercio che negli anni ha vissuto di alti e bassi e che in molti casi in passato si è aggrappato al suo unico gioiello mai messo in discussione, il Porto.
Quello che ti proponiamo in questo articolo è un “breve” viaggio dentro la storia e la geografia del vino portoghese, una mini guida per iniziare a capire meglio questo Paese che, per certi aspetti, è molto simile all’Italia.
Non ci resta altro che augurarti quindi buon viaggio e buona lettura!
BREVE STORIA DEL VINO IN PORTOGALLO
2000 a.C. – Il vino ai tempi dei Celti Iberici
Il vino, prodotto da viti piantate nelle valli del Tejo e del Sado (Portogallo centromeridionale), fungeva da valuta di scambio, promuovendo la cultura della vite e rendendolo un bene importante nella cultura e nella vita della gente.
II secolo a.C. – I Romani
La romanizzazione della penisola iberica portò al consolidamento della produzione vinicola in Portogallo, poiché lo sviluppo di Roma fece salire alle stelle i consumi, richiedendo una produzione sempre maggiore che i vigneti locali non potevano sopportare. Stava quindi alle colonie (come in questo caso la Lusitania) soddisfare la domanda e garantire che il vino scorresse, abbondantemente, in tutto l’Impero Romano.
VIII secolo d.C. – Gli arabi fino alla riconquista cristiana nel XII secolo
Tra l’VIII e il XII secolo, un’epoca segnata dall’influenza araba e da una cultura che vietava severamente il consumo di bevande fermentate, la viticoltura e la produzione di vino furono curiosamente mantenute, beneficiando dello spirito benevolo e protettivo con cui gli arabi consideravano i contadini.
1143 – La nascita del Portogallo
La fondazione del Portogallo, nel 1143, e la ri-conquista ( Reconquista ) dell’intero territorio portoghese da parte dei Cristiani, nel 1249, permisero l’istituzione di ordini religiosi, militari e monastici, che divennero centri attivi di colonizzazione agricola. L’importante ruolo svolto dal vino nelle cerimonie religiose favorì la coltivazione della vite e il vino divenne una parte naturale della dieta dell’uomo medievale.
XV secolo – Le scoperte e le rotte navali
Trasportati nelle caravelle, essenzialmente come zavorra, i vini fortificati invecchiavano all’interno delle botti sparse per le stive delle galee, dove il tempo, il caldo e le onde del mare compivano un piccolo miracolo, offrendo, al ritorno, un vino di qualità ineguagliabile, considerata preziosa e venduta a prezzo d’oro. Lo chiamavano vinho roda o vinho torna viagem (“vino di ritorno”) ed è con esso che i portoghesi iniziarono a lavorare con l’invecchiamento del vino.
XVII secolo – Rotte marittime
A metà del XVI secolo, Lisbona era il più grande centro di consumo e distribuzione di vino dell’impero e il vino portoghese raggiunse i quattro angoli del mondo. Una serie di opere di natura geografica e resoconti di viaggio del XVII secolo ci hanno permesso di comprendere il percorso storico delle zone viticole portoghesi, il prestigio dei suoi vini e l’importanza dei volumi di consumo e di esportazione.
1756 – Nasce la Regione a Denominazione del Douro
Il 10 settembre 1756, con Carta Reale, fu creata la Companhia Geral da Agricultura das Vinhas do Alto Douro con l’obiettivo di disciplinare la produzione e il commercio dei vini della regione e stabilire la demarcazione della regione, cosa che di fatto avvenne. È di quest’anno infatti la nascita della Regione a Denominazione del Douro e dei Port Wine.
Come in tanti altri aspetti della vita nazionale, il Marchese di Pombal esercitò una forte influenza sul settore vitivinicolo, stabilendo una serie di misure protezionistiche rivolte in particolare alla regione dell’Alto Douro e al famoso vino di Porto.
(Se vuoi saperne di più sulla regione Douro e sul suo fiume, clicca QUI)
1807/10 – Invasioni francesi
Il XIX secolo segnò un periodo buio per la vinificazione in Portogallo. All’iniziale devastazione provocata dalla malattia dell’oidio fece seguito la peste della fillossera, apparsa nella regione del Douro nel 1856 e diffusasi poi rapidamente in tutto il Paese, decimando la maggior parte delle regioni vinicole.
Colares, regione viticola vicina a Lisbona ed affacciata sull’Atlantico, ha rappresentato l’unica eccezione; qui la fillossera non si è sviluppata nei terreni sabbiosi, che risultano ancora oggi il luogo dove si trovano i suoi vigneti.
1907 – Regolamentazione del settore vitivinicolo
All’inizio del XX secolo iniziò il processo di regolamentazione ufficiale di varie altre denominazioni di origine portoghesi. Madeira, Moscatel de Setúbal, Carcavelos, Dão, Colares e Vinho Verde si sono uniti al Port Wine e ai vini da tavola del Douro.
1937 – Junta Nacional do Vinho
Nasce nel 1937 l’Ente Nazionale del Vino, con una forte componente cooperativa, il cui obiettivo era l’equilibrio tra offerta e richiesta, l’evoluzione della produzione e lo stoccaggio delle eccedenze nelle annate di alta produzione, in modo da garantirne il commercio negli anni di scarsità.
1986-2000 – Denominazione di origine
Il concetto di “Denominazione di Origine” viene armonizzato con la legislazione comunitaria e viene regolamentato il “Vino Regionale”, ovvero i vini da tavola a indicazione geografica, rafforzando la politica di qualità per i vini portoghesi.
Dal 2000 al 2010
Vengono istituite le Commissioni vitivinicole regionali (associazioni private, interprofessionali disciplinate da statuti), con la responsabilità della difesa delle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche. Applicando e monitorando il rispetto delle normative vigenti, svolgono un ruolo fondamentale nell’accrescere e sviluppare la qualità e il prestigio dei vini portoghesi. Sono attualmente 31 le denominazioni di origine (DOC e DOP) e 12 le indicazioni geografiche (IG e IGP) riconosciute e protette in Portogallo.
Il Portogallo ha ancora diverse cooperative vitivinicole, alcune delle quali eccellenti e ci sono anche grandi aziende di successo, ma negli ultimi decenni è cresciuto un gran numero di produttori piccoli e indipendenti, alcuni dei quali in precedenza consegnavano le loro uve alle cooperative e che successivamente hanno iniziato a produrre i propri vini.
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Puoi scegliere tra l’adozione di un filare in Toscana (Chianti) o in Puglia (Salento). L’adozione del filare dura 12 mesi e può iniziare in qualsiasi momento. L’adottante riceverà:
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LE REGIONI DEL VINO IN PORTOGALLO
VINHO VERDE
C’è chi dice che la denominazione “verde” sia dovuta all’acidità e alla freschezza caratteristiche del Vinho Verde, che ricordano i frutti ancora acerbi. Altri sostengono che l’origine “verde” si spieghi con il fatto che il vino viene prodotto in una regione molto ricca di vegetazione e quindi molto “verde” anche in inverno.
È la denominazione più grande del Portogallo, con una superficie di circa 24.000 ettari, che occupa un’area immensa in tutto il nord-ovest del Portogallo continentale, con proprietà distribuite su migliaia di piccoli appezzamenti, a volte poco più grandi di piccoli cortili.
Si trova nell’estremo nord del Portogallo continentale, delimitato a nord dal fiume Minho, che si estende lungo la costa atlantica fino alla città di Porto ed a sud fino alle rive del fiume Vouga.
I vigneti sono concentrati lungo le valli dei principali fiumi. I terreni sono omogenei e prevalentemente granitici, da fertili a molto fertili, con elevata acidità.
La denominazione Vinho Verde è divisa in nove distinte sottoregioni: Monção e Melgaço, Lima, Basto, Cávado, Ave, Amarante, Baião, Sousa e Paiva. Monção e Melgaço sono le più singolari delle subregioni, le uniche protette dall’influenza atlantica diretta, con clima marittimo e continentale, che producono vini corposi e di maggiore gradazione alcolica.
La regione Vinho Verde è caratterizzata da insolite tecniche di gestione del vigneto: dall’esclusivo impianto a vinha de enforcado, con viti intrecciate agli alberi, al sistema a pergola, noto anche come latada, passando per la cruzeta fino all’attuale più consueto sistema a cordone semplice.
I vitigni a bacca bianca dominanti sono Alvarinho, Arinto (localmente noto come Pedernã), Avesso, Azal, Loureiro e Trajadura, mentre i vitigni rossi sono Borraçal, Brancelho, Espadeiro e Vinhão.
I vini bianchi sono particolarmente aromatici, limpidi e rinfrescanti. Dal 1999 la regione produce anche spumanti, ed è diventato uno dei luoghi più promettenti per gli spumanti di qualità.
TRÁS-OS-MONTES
La regione di Trás-os-Montes (“Tra i Monti”) è famosa fin dai tempi dei Romani per la qualità delle sue acque termali. Qui la coltivazione della vite è secolare: ci sono riferimenti che testimoniano la produzione di vino durante l’occupazione romana della regione, noto già all’epoca per la grande qualità.
È una regione caratterizzata dall’alta quota, essendo condizionata da un rigido clima continentale che presenta estati lunghe e torride, seguite da inverni prolungati e gelidi. I terreni sono granitici, molto poveri e poco produttivi, con qualche macchia di scisto.
La regione di Trás-os-Montes è divisa in tre sottoregioni: Chaves, Valpaços e Planalto Mirandês, disposte lungo le valli dei fiumi che le attraversano. Le prime due sottoregioni si trovano nel centro geografico della denominazione, con Planalto Mirandês nell’altopiano della Serra do Mogadouro, a sud-ovest della regione.
Le varietà bianche dominanti sono Códega do Larinho, Fernão Pires, Gouveio, Malvasia Fina, Rabigato, Syria e Viosinho. Tra i rossi si trovano Bastardo, Marufo, Tinta Roriz, Touriga Franca, Touriga Nacional e Trincadeira.
DOURO
In nessun altro luogo in Portogallo come nel Douro l’intervento dell’uomo nel paesaggio è così evidente, visibile nelle migliaia di terrazze sparse nella regione, sfidando la gravità dei pendii scoscesi dove si trovano i vigneti. Per la sua bellezza e monumentalità, la regione Douro è stata riconosciuta dall’UNESCO come “Patrimonio dell’Umanità”.
La regione, attraversata dal fiume Douro da cui prende il nome, si estende dal confine con la Spagna ed arriva a circa novanta chilometri dalla città di Porto.
Fortemente montuosa, la regione è protetta dall’influenza atlantica dalla Serra do Marão. Il clima è generalmente secco, con inverni freddi ed estati molto calde, ed è caratterizzato da precipitazioni moderate a ovest e un’aridità quasi desertica delle terre vicino al confine a est.
È nel Douro che nasce il Port Wine o vinho do Porto, il principale ambasciatore dei vini nazionali, sostenuto negli ultimi due decenni dai vini fermi del Douro che hanno guadagnato considerazione e indipendenza, affermandosi oggi come fonte di accresciuta notorietà per la regione.
Il Douro è diviso in tre sottoregioni: Baixo Corgo, Cima Corgo e Douro Superior. Baixo Corgo, sotto l’influenza diretta della Serra do Marão, è la sottoregione più fresca e umida, la più fertile e con la più alta densità di viti.
Cima Corgo è conosciuta come il cuore del Douro, dove nascono molti dei vini del segmento superiore di Port Wine. Il Douro Superior, la sottoregione più grande, è la più calda, secca ed estrema.
È una delle regioni più ricche di vitigni autoctoni, con centinaia di varietà uniche e una vasta area di vecchi vigneti, talvolta caratterizzati da decine di varietà miste.
Tra le centinaia di varietà, spiccano cinque varietà rosse, Tinta Barroca, Tinta Roriz, Tinto Cão, Touriga Franca e Touriga Nacional, selezionate per la loro eccellenza nella produzione del Porto. Degne di nota sono anche le varietà bianche Gouveio, Malvasia Fina, Moscatel, Rabigato e Viosinho, e le varietà rosse Sousão e Tinta Amarela (Trincadeira), queste ultime utilizzate nella DOC Douro.
Il Brandy (per la fortificazione)
Con lo sviluppo delle esportazioni del vino di Porto, iniziò la pratica di aggiungere brandy (distillato di vino). Grazie alla pratica della fortificazione, si potè notare come il vino resistesse immutato al viaggio per mare; inoltre, l’interruzione della fermentazione mediante l’aggiunta di brandy rese il vino più dolce e più adatto al gusto del mercato inglese.
Il nome Vinho do Porto
Il nome vinho “do Porto” si spiega con il fatto che il vino viene immagazzinato e commercializzato dal porto situato tra la città di Porto e Vila Nova de Gaia. Anticamente il vino viaggiava lungo il fiume Douro su barche chiamate rabelo e invecchiato nei magazzini di Vila Nova de Gaia, poiché questa zona ha poche variazioni di temperatura durante l’anno.
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TÁVORA-VAROSA
Per le sue caratteristiche morfologiche di valle incastonata in alta quota, la piccola regione di Távora-Varosa è particolarmente vocata alla produzione di bollicine. È stata una delle prime regioni vinicole nazionali ad essere riconosciuta per la produzione di spumanti DOC.
Si trova a nord-est della regione del Dão, al confine con la regione del Douro. I vigneti si trovano tra i 500 e gli 800 metri di altitudine, caratterizzati dal clima estremo e dalla forte influenza continentale. Prevalgono i terreni granitici, con qualche macchia di scisto.
Le varietà predominanti sono Bical, Cerceal, Fernão Pires, Gouveio e Malvasia Fina nei bianchi e Tinta Barroca, Tinta Roriz, Touriga Franca e Touriga Nacional nei rossi.
I vitigni francesi Chardonnay e Pinot Nero, decisivi nella qualità degli spumanti e con una presenza quasi centenaria nella regione, occupano uno spazio importante nei vigneti della regione.
DÃO E LAFÕES
Circondata da montagne in tutte le direzioni e caratterizzata da terreni granitici molto poveri, la regione del Dão estende i suoi vigneti tra le pinete a diverse altitudini, dai 1.000 metri della Serra da Estrela ai 200 metri nelle zone più basse.
I vigneti sono radi e discontinui, suddivisi in più appezzamenti, con proprietà con superfici medie quasi insignificanti.
Le montagne determinano e condizionano il clima della regione, riparando i vigneti dall’influenza diretta del clima continentale e dall’influenza marittima. I terreni sono poveri e prevalentemente granitici.
Nelle varietà bianche, oltre all’Encruzado, spiccano le varietà Bical, Cercial, Malvasia Fina, Rabo de Ovelha e Verdelho. Nelle varietà rosse, oltre alla Touriga Nacional, spiccano Alfrocheiro, Jaen e Tinta Roriz (Tempranillo in Spagna), e le meno comuni Baga, Bastardo e Tinta Pinheira.
Lafões è una piccola regione di transizione, incuneata tra le denominazioni di Dão e Vinho Verde, tagliata dal fiume Vouga, con suoli prevalentemente granitici.
Nelle varietà bianche prosperano Arinto, Cerceal, Dona Branca, Esgana Cão e Rabo de Ovelha, con i rossi dominati da Amaral e Jaen. Di norma, i vini di Lafões mostrano una tendenza acida, presentando uno stile simile a quello della vicina denominazione di Vinho Verde.
BAIRRADA
È una regione costiera pianeggiante che si sviluppa lungo un litorale marittimo, con una marcata influenza atlantica, con abbondanti precipitazioni e temperature medie miti. I terreni si dividono tra suoli argillosi-calcarei e fasce sabbiose, donando ai vini caratteristiche differenti a seconda della predominanza di ogni elemento. La regione è suddivisa in migliaia di piccoli appezzamenti.
È stata una delle prime regioni nazionali ad adottare ed esplorare gli spumanti, una tipologia che continua ad essere apprezzata nella regione. Il clima fresco e umido ne favorisce la produzione, fornendo uve con elevata acidità e bassa gradazione alcolica.
Nella regione convivono due filosofie enologiche differenti: da un lato i vini in stile classico, basati per lo più sulla varietà Baga, e dall’altro i vini “nuovi”, basati su una molteplicità di vitigni nazionali e internazionali, tra cui gli internazionali Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero e Syrah.
La varietà bianca predominante è Fernão Pires (chiamata Maria Gomes nella regione), seguita da Arinto, Bical, Cercial e Rabo de Ovelha. Nei rossi domina la varietà Baga, accompagnata dalle varietà Alfrocheiro, Tinta Pinheira e Touriga Nacional.
BEIRA INTERIOR
È la regione più montuosa del Portogallo continentale e comprende alcune delle vette più alte della nazione.
Il clima risente di un’estrema influenza continentale, con importanti escursioni termiche, estati brevi, calde e secche, e inverni lunghi e molto freddi.
I suoli sono prevalentemente granitici, con piccole macchie di scisto e, sebbene non comuni, macchie sabbiose.
Beira Interior è divisa in tre sottoregioni: Castelo Rodrigo, Pinhel e Cova da Beira. Castelo Rodrigo e Pinhel, nonostante siano separati da catene montuose, condividono caratteristiche simili. I bianchi predominanti sono Arinto, Fonte Cal, Malvasia Fina, Rabo de Ovelha e Syria, mentre i rossi sono Bastardo, Marufo, Rufete, Tinta Roriz e Touriga Nacional, con una presenza regolare di vitigni molto vecchi.
LISBONA
Le dolci colline che si estendono lungo la costa atlantica a nord di Lisbona ospitano alcune delle zone più produttive ed eterogenee del Portogallo.
I vigneti impiantati lungo la costa risentono di una forte e decisa influenza atlantica, mentre i vigneti situati nell’entroterra, protetti dall’influenza marittima dai vari sistemi montuosi, beneficiano di un clima mediterraneo di transizione.
I vini delle zone costiere hanno una gradazione alcolica molto bassa, con una leggerezza paragonabile ai vini del Vinho Verde. I terreni sono suddivisi in zone argillo-calcaree e argillose-sabbiose.
Lisbona è composta da nove denominazioni di origine, raggruppate in tre caratteristici gruppi geografici. A sud, molto vicino a Lisbona, ci sono le aree di Bucelas, Colares e Carcavelos. Al centro della regione si trovano le denominazioni di Alenquer, Arruda, Lourinhã, Óbidos e Torres Vedras, mentre al nord spicca la denominazione di Encostas d’Aire.
Tra le nove sottoregioni sopraelencate meritano una menzione particolare Bucelas, Colares e Carcavelos. Bucelas ha guadagnato uno spazio proprio grazie allo stile deciso dei suoi vini bianchi, dominati dal vitigno Arinto, capace di offrire freschezza e longevità.
Colares è una delle denominazioni più originali e alternative del Portogallo, con vigneti della varietà Ramisco piantati in riva al mare su terreni sabbiosi. Carcavelos all’inizio del XIX secolo ha assistito ad una drastica diminuzione degli ettari vitati a causa dell’urbanizzazione della costa tra Lisbona e Cascais. La sua rinascita è recente – dagli anni ’80 del Novecento – e, purtroppo, fino ad ora parziale, ma comunque dovuta all’impegno ed alla lungimiranza di alcuni vignaioli progressisti e anticonformisti, spinti dal desiderio di ridare a questo vino la fama che merita. Le principali varietà bianche sono: Arinto, Fernão Pires, Malvasia, Seara-Nova e Vital, mentre nelle varietà rosse predominano Alicante Bouschet, Aragonez, Castelão, Tinta Miúda, Touriga Franca, Touriga Nacional e Trincadeira, oltre al contributo di varietà internazionali vini bianchi, come lo Chardonnay, e i rossi Cabernet Sauvignon e il Syrah.
TEJO
La regione Tejo si trova nel cuore del Portogallo, a breve distanza in auto dalla capitale Lisbona. Costituito da un ricco patrimonio storico e architettonico, il Tejo rivendica una generosità di tesori creati nel corso dei secoli, dalle rovine romane ai castelli gotici, dai monasteri manuelini ai villaggi medievali sulle colline. Per i portoghesi, il Tejo è conosciuto come la terra dei vigneti, degli uliveti, dei boschi di querce da sughero e dei famosi cavalli lusitani.
La viticoltura ha profonde radici nel Tejo, considerato come una delle più antiche regioni produttrici di vino del Paese. I vigneti hanno abbellito le rive del fiume Tejo fin dai tempi dei romani e l’influenza delle antiche culture di produzione del vino è evidente nei numerosi resti architettonici che punteggiano il paesaggio.
Precedentemente conosciuta come Ribatejo, dal 2009 la regione si chiama semplicemente Tejo, un omaggio al fiume che da secoli ne definisce il paesaggio, il clima e l’economia. Il fiume è anche responsabile della formazione dei terroir distintivi della regione, rendendo le pianure e le sponde circostanti un terreno ideale per la coltivazione dell’uva originaria del Portogallo.
Con un’attenzione particolare alla qualità e all’equilibrio, i vini del Tejo sono tra i più vivaci e convenienti prodotti oggi in Portogallo, offrendo un’ampia gamma diversificata di stili adatti a tutti i gusti e tutte le tasche.
Le varietà rosse autoctone del Tejo comprendono la nobile Touriga Nacional – il vitigno portoghese per eccellenza – oltre a Trincadeira, Castelão e Aragonês. L’aromatico Fernão Pires e il vivace Arinto producono alcuni dei vini bianchi più apprezzati della regione. Queste varietà autoctone prosperano nei climi caldi e nei terreni complessi della regione del Tejo e generano vini caratterizzati da un’elevata acidità naturale, equilibrati e con ricche caratteristiche di frutta.
Condividendo la terra con antichi borghi, uliveti e boschi, le tenute del Tejo – ognuna con la propria storia e il proprio stile unico – sono accomunate da un obiettivo comune: la produzione di vini di alta qualità che esprimono le caratteristiche uniche della regione da cui provengono le uve. Il risultato sono vini che incarnano l’entusiasmo, l’impegno e la natura collaborativa di appassionati produttori portoghesi che credono nel terroir molto speciale che definisce la regione del Tejo.
PENÍNSULA DE SETÚBAL
La penisola di Setúbal varia da zone pianeggianti e sabbiose ad un paesaggio più montuoso tipico della Serra da Arrábida. È qui che nasce il Moscatel de Setúbal, uno dei vini dolci naturali più rinomati del Portogallo.
I suoli sono ugualmente eterogenei, alternati tra le sabbie fini e profonde delle pianure e i suoli calcarei e argillosi-calcarei della Serra da Arrábida.
Il clima della regione è chiaramente mediterraneo, con estati calde e secche, inverni miti ma piovosi e umidità elevata. Solo Serra da Arrábida, per la sua altitudine e la vicinanza al mare, beneficia di un clima più atlantico.
La penisola di Setúbal comprende le denominazioni di origine, Palmela e Setúbal e l’indicazione geografica della penisola di Setúbal. La denominazione Setúbal è riservata ai vini Moscatel de Setúbal e Moscatel Roxo.
I vini rossi Palmela sono basati sulla varietà Castelão, che è obbligatoria nella denominazione, una varietà che offre il meglio di sé nei terreni sabbiosi e caldi, guadagnando una complessità e una profondità che la varietà solo raramente può raggiungere altrove.
Le due varietà bianche dominanti sono Arinto e Fernão Pires, oltre al Moscatel Graúdo, destinato principalmente ai vini liquorosi della regione. Nelle varietà rosse spiccano Castelão e Trincadeira.
Il Moscatel di Setúbal è stato uno dei vini anticamente più esportati in Brasile. Lì, il vino veniva venduto e ciò che ne rimaneva veniva restituito al Portogallo. Il trasporto era effettuato su navi che attraversavano l’intero Atlantico ed erano quindi soggette a temperature elevate. Quando le botti venivano scaricate, ci si accorse che il vino era più concentrato e morbido. Questi vini divennero noti come torna-viagem (“viaggio di ritorno”), perché facevano un intero viaggio di andata e ritorno dal Portogallo al Brasile.
ALENTEJO
Regione di pianure ondulate, l’Alentejo ha un paesaggio relativamente liscio e piatto che si estende su quasi un terzo del Portogallo continentale.
Solo la Serra de São Mamede, a nord della denominazione, differisce dal resto della regione. I suoli si alternano tra scisto, argilla, marmo, granito e calcare, in una diversità insolita. Il clima è chiaramente mediterraneo, caldo e secco, con una forte influenza continentale.
L’Alentejo è diviso in otto sottoregioni: Borba, Évora, Granja-Amareleja, Moura, Portalegre, Redondo, Reguengos e Vidigueira, raggruppate in tre gruppi distinti. Portalegre ha suoli prevalentemente granitici ed è influenzata dalle temperature fresche della Serra de São Mamede. Il paesaggio offre innumerevoli parcelle di vecchie vigne, piantate sui pendii scoscesi della montagna, che beneficiano di un microclima unico che dona freschezza e complessità al vino.
Borba, Évora, Redondo e Reguengos incarnano l’identità dell’Alentejo, terra di equilibrio e armonia, nei cui vini si trova una proporzione di sentori che spaziano tra freschezza e frutta, energia e morbidezza. Le sottoregioni di Granja-Amareleja, Moura e Vidigueira, nel sud della denominazione, offrono vini più caldi e morbidi, con terre povere e aride, dove il vigneto soffre dell’asprezza del clima e della povertà dei suoli.
Nelle varietà bianche segnaliamo Antão Vaz, Arinto e Roupeiro, oltre alle attualmente sottovalutate Diagalves, Manteúdo, Perrum e Rabo de Ovelha. Nelle varietà rosse spiccano Alfrocheiro, Alicante Bouschet, Aragonez, Castelão e Trincadeira, oltre alle meno comuni Moreto, Tinta Caiada e Tinta Grossa.
ALGARVE
Situato nel sud del Portogallo continentale, l’Algarve è separato dalla pianura dell’Alentejo da una catena montuosa quasi ininterrotta che attraversa la regione dal confine spagnolo alla costa atlantica.
Il clima mediterraneo differisce tra la costa ad est di Faro, Sotavento, più calda e con una forte influenza mediterranea, e la costa ad ovest di Faro, Barlavento, che è più fresca, umida e temperata.
I suoli della regione sono eterogenei, essendo suddivisi in zone a predominanza sabbiosa, argillosa, calcarea e arenaria, ed altre invece scistose alle pendici dei monti.
L’Algarve è diviso in quattro denominazioni di origine: Lagos, Portimão, Lagoa e Tavira. Protetto dai venti caldi e secchi del nord dal sistema montuoso, godendo di oltre 3.000 ore di sole all’anno, l’Algarve si presenta come una delle regioni con il maggior potenziale di crescita del Portogallo.
Le varietà a maggioranza bianca sono Arinto, Malvasia Fina, Manteúdo e Syria, mentre nei rossi spiccano le varietà Castelão e Negra Mole.
AZZORRE
L’arcipelago delle Azzorre, composto da nove isole, si trova nell’Oceano Atlantico a metà strada tra il continente europeo e quello nordamericano.
L’influenza marittima è evidente nelle precipitazioni elevate e nelle temperature miti durante tutto l’anno. I terreni, molto poveri, sono di origine vulcanica.
Le Azzorre sono composte da tre denominazioni di origine: Graciosa, Biscoitos e Pico. Storicamente i vigneti sono stati allestiti all’interno di recinti, protetti dalle intemperie da muri in pietra vulcanica che, sprigionando il calore accumulato durante il giorno, aiutano a riscaldare i vigneti di notte, proteggendoli anche dall’aggressività e dalle intemperie dei venti marini.
I vitigni predominanti nella denominazione di origine Graciosa sono: Arinto dos Açores, Boal, Fernão Pires, Terrantez do Pico e Verdelho. Nelle denominazioni di origine Biscoitos e Pico, le varietà predominanti sono Arinto dos Açores, Terrantez do Pico e Verdelho. I vini fortificati delle Azzorre, nati in condizioni estreme, offrono una notevole freschezza e acidità.
Il Verdelho è la varietà più famosa e coltivata delle Azzorre. Si pensa sia originario della Sicilia o di Cipro e sia stato portato alle Azzorre dai Frati Francescani che lo coltivarono abbondantemente in tutte le isole.
MADEIRA
Il vino di Madeira è un vino liquoroso (fortificato) con una capacità di invecchiamento quasi illimitata, riuscendo a sopravvivere in alcuni casi anche per più di due secoli.
Le viti nascono allineate su piccoli terrazzamenti allevati in una regione estremamente montuosa, con pendii scoscesi e profondi valloni. Situata nell’Atlantico settentrionale, alla stessa latitudine di Casablanca, Madeira gode di un clima temperato e marcatamente atlantico, con temperature miti tutto l’anno.
I terreni sono di origine vulcanica, fertili, molto ricchi di sostanza organica e acidi. Il clima umido dell’isola determina una incompleta maturazione delle uve, fornendo vini con livelli di acidità molto elevati, un segno distintivo di tutti i vini di Madeira.
Le quattro varietà nobili sono: Sercial, Verdelho, Boal e Malvasia, tutte bianche, la cui vinificazione può dare diversi gradi di dolcezza e commercializzate rispettivamente come vino secco, semisecco, semidolce e dolce.
Tuttavia, la varietà più piantata dell’isola e responsabile di oltre l’80% dell’ampelografia di Madeira, è la Tinta Negra, una varietà rossa facilmente coltivabile ed in grado di adattarsi ai quattro stili di dolcezza.
Per ora è tutto, e se sei arrivato a leggere fin qui significa che sei (o stai per diventare) un vero amante dei vini portoghesi!
Ci sentiamo presto, con tante altre news dalla magnifica terra lusitana!
Fonte e photo credits: winesofportugal.com