DOURO VALLEY, DOVE NASCE IL VINO DI PORTO

di Cristian

Le sue acque sono la linfa vitale di uno tra i più famosi, caratteristici e storici vini al mondo, il Porto.

Stiamo parlando delle acque del Douro, che nel corso dei secoli si sono scavate un percorso tra i più suggestivi del pianeta; questo rio (fiume) nasce in Spagna con il nome di Duero, attraversa la regione vitivinicola denominata Ribera del Duero e successivamente costituisce per un centinaio di km il confine tra Spagna e Portogallo. Alla confluenza di uno dei suoi mille affluenti, l’Agueda, entra in territorio lusitano per finire la sua corsa a Porto, dove sfocia nell’Oceano Atlantico.

Questo fiume è stato per secoli la via di comunicazione tra le quintas (le tenute) situate lungo le sue rive e la città di Porto; il vino veniva messo nelle botti di legno e caricato su piccole imbarcazioni chiamate rabelos, che grazie alla maestria dei navigatori portoghesi giungevano a Porto dopo un viaggio piuttosto movimentato a causa delle frequenti rapide che caratterizzano il Douro. “Quasi tutte” arrivavano a Porto, perché proprio a causa di queste rapide, alcune davvero pericolose, alcune barche venivano sopraffatte dal fiume ed il vino, e spesso i suoi custodi, finivano dispersi.

Quelle che giungevano a Porto, o per meglio dire a Vila Nova de Gaia, il paese affacciato sulla sponda opposta del Douro proprio di fronte a Porto, venivano stivate nelle cantine ancora oggi attive e che con i loro vari secoli di storia costituiscono una delle maggiori attrazioni turistiche della città.

Rabelos ormeggiate a Vila Nova de Gaia e di fronte Porto ed il ponte Dom Luis I

Il bacino del Douro, nella sua parte portoghese, costituisce una delle zone vitivinicole più belle ed interessanti in Europa e nel mondo. E proprio grazie a questa sua bellezza paesaggistica unita alla sua storia legata al vino, nel 2001 l’UNESCO l’ha inserito tra i Siti Patrimonio dell’Umanità, denominandolo Alto Douro Vinhateiro.

Un riconoscimento meritatissimo, perché percorrere il tragitto, o una parte di esso, in macchina, in treno, in barca o addirittura in elicottero è una delle esperienze più incredibili che si possano fare.


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È tipico in quest’area trovare le vigne disposte in terrazzamenti di varie dimensioni posti lungo ambo i lati del fiume, intervallati da una miriade di affluenti che si snodano tra i suoi scoscesi pendii.

La regione vitivinicola del Douro è, tra le altre cose, la più antica “denominazione” al mondo, essendo stata costituita in forma ufficiale ed istituzionale nel 1756, corrispondente pressappoco al periodo in cui il vino di Porto, quello fortificato, ha subìto un incremento nella richiesta sul mercato inglese, particolarmente attratto da questo caratteristico vino.

Artefice di questa iniziativa fu il Marquês de Pombal, l’uomo che trasformò il volto di Lisbona dopo la catastrofe del terremoto del 1755. Il Marchese di Pombal è stata una delle personalità di spicco della storia portoghese ed anche il vino, e quello di Porto in particolare, deve a lui il record di prima denominazione al mondo riconosciuta a livello istituzionale (circa un secolo in anticipo rispetto ai vini di Bordeaux).

Una produzione a senso unico che ha avuto un importante aggiornamento nel 1979; in quell’anno infatti il disciplinare ufficiale del Douro è stato esteso per includere i vini secchi da tavola insieme ai vini fortificati, e dagli anni ’90 la produzione di questi ultimi è aumentata notevolmente, così come il suo livello qualitativo. Oggi, Douro produce alcuni dei più prestigiosi vini rossi da tavola del Portogallo, derivanti dalla gamma di vitigni autoctoni della zona.

Il Douro ha una vasta selezione di vitigni locali che crescono nei vigneti composti da vecchie viti nodose e imponenti che danno piccole rese di vino, ricco e complesso, sia per il porto che per i vini non fortificati da tavola. La vigna può essere caratterizzata da decine di diversi vitigni, mescolati insieme in questi vecchi vigneti come da antica usanza. Nei vigneti moderni, invece, le varietà sono piantate separatamente e cinque di esse sono state dichiarate la scelta migliore per il Porto: Tinta Roriz, Touriga Franca, Touriga Nacional, Tinta Barroca e Tinto Cão.

Foto ©decanter.com

Le quintas portoghesi della DOC Douro sono sparse lungo gli argini del suo percorso, ed il disciplinare odierno riconosce lungo il suo tragitto tre sub-regioni vitivinicole: da est a ovest troviamo prima la regione il Douro Superior, al confine con la Spagna, poi quella centrale conosciuta come Cima Corgo ed infine quella chiamata Baixo Corgo confinante con un’altra denominazione, la Vinho Verde.

Ciascuna di queste tre zone presenta caratteristiche peculiari, ma il trait d’union è costituito dal suo territorio a tratti montuoso che crea un’area in cui è presente un’ampia gamma di terroir caratterizzati da diversi tipi di terreno, da microclimi ed altitudini che variano lungo il tragitto del Douro.

La regione del Douro Superior è quella più interna e segna il confine tra Portogallo e Spagna, che per un lungo tratto segue l’andamento del Douro/Duero. È la più grande delle sottoregioni ed il clima qui è caratterizzato da inverni molto freddi ed estati infernalmente calde; è anche delle tre quella enologicamente emergente, e non tutto il territorio è coltivato: i suoi vigneti terrazzati infatti occupano circa il 20% dei terreni vitati lungo le sponde del Douro.

Vigneto del Douro

La parte centrale della regione del Douro, incentrata sul villaggio di Pinhão, è conosciuta come Cima Corgo. È il cuore del Porto fortificato e la sua produzione rappresenta da sola quasi la metà di quella totale dell’intera regione. I ripidi vigneti posti sui terrazzamenti coprono le pareti montuose che si affacciano sul fiume; qui le viti poste più in basso tendono a maturare molto prima di quelle ad altitudini maggiori, poiché il fiume trattiene il calore anticipando le fasi della vite. Questo effetto provoca una vendemmia svolta in più riprese, anche all’interno di uno stesso vigneto.

Baixo Corgo è la sub regione con il maggior numero di vigneti. È quella più vicina all’Atlantico e che più ne risente l’influenza, ed è anche quella più vocata alla produzione di vini da tavola. L’area è più fresca e umida rispetto alle altre due sottozone, ma anche più accessibile dal punto di vista orografico; queste caratteristiche hanno spinto i produttori locali verso il vino da tavola piuttosto che il Porto classico, ed oggi è rinomata per i suoi vini secchi e le sue bollicine.

Alcune cantine da visitare, i nostri consigli

Le cantine (Quintas) del Douro sono tantissime, e risulta quantomeno lungo e complicato sceglierne una, o più, da visitare. Oltretutto la maggior parte di esse offre un’esperienza completa, dalla visita in cantina alla degustazione.

Noi ne abbiamo provate tre, eccole.

Quinta Seara d’Ordens

Nei pressi di Peso da Regua abbiamo conosciuto Bea, che ci ha guidato tra le vigne, le botti ed i vini di Quinta Seara d’Ordens, storica azienda attiva sin dalla fine del XVIII secolo.

I vigneti, coltivati esclusivamente con vitigni portoghesi come Touriga Nacional, Touriga Franca, Tinta Roriz e altri, sono posti ad un’altitudine che varia tra i 200 metri fino ai 600 m slm, caratteristica questa in grado di garantire vini con spiccata freschezza (da uve coltivate più in alto) oppure corpo e struttura (da uve provenienti da zone più basse).

Giunta alla quinta generazione, Seara d’Ordens rappresenta un fiore all’occhiello della produzione vitivinicola dourense.

Una produzione che spazia dal celebratissimo Port Wine (il vino di Porto), nelle sue declinazioni bianco, Ruby e Tawny, ai vini da tavola, tipologia quest’ultima più recente ma non meno importante.

La degustazione, svolta in una splendida sala che mescola componenti vintage e moderne, ha coinvolto entrambe le tipologie prodotte. Abbiamo iniziato con i vini da tavola per concludere con i Port Wine, in un crescendo di profumi, sapori e gradazione alcolica.

Ci fa piacere sottolineare quanto l’eleganza nei vini di Seara d’Ordens sia il fil rouge che lega le loro etichette.
Si tratta sempre di un equilibrio difficilissimo da ottenere, tra acidità e corpo, sapidità e morbidezza.

Consigliamo la visita da Quinta Seara d’Ordens vista anche l’elevata qualità della visita guidata, ricca di spiegazioni e spunti di riflessione.

Info

Mappa – per prenotazioni chiamare +351 254 906 415

Quinta do Noval

Il terzo giorno facciamo tappa da Quinta do Noval, una storica azienda vitivinicola nel comune di Pinhão, nel cuore del Douro Vinhateiro.
È situata sul versante di una collina che digrada verso il Pinhão, uno dei tanti affluenti del Douro e che da il nome al paese.

La vista dalla terrazza, dominata da un cedro del Libano secolare, spazia dai terrazzamenti tipici della regione ai vigneti più recenti, posizionati verticalmente in modo da garantire una maggior quantità di viti e di conseguenza una maggior resa.

La proprietà si estende per 145 ettari: una parte (la maggiore) circonda la Quinta, mentre l’altra è in una parcella poco distante.
Come nel caso precedente, anche i vigneti di Quinta do Noval sono coltivati con i vitigni portoghesi, come la Touriga Nacional, Touriga franca, Tinto Cão e Sousao.
Sono da poco state introdotte anche le varietà internazionali Syrah e Petit Verdot, utilizzate nei vini da tavola destinati al mercato interno.

Le attività sia in vigna che in cantina sono perlopiù manuali; dai trattamenti alla manutenzione delle terrazze alla vendemmia, dalla pressatura alla vinificazione, tutto parte dall’essere umano.

La produzione dunque spazia dai Port Wine ai vini da tavola (rapporto 70/30), e noi abbiamo assaggiato entrambe le categorie prodotte rimanendo piacevolmente colpiti dalla loro acidità sapiente bilanciata da una struttura robusta e vellutata.
La cifra stilistica di Noval è proprio questo equilibro sottile che riesce a non esondare né da una parte né dall’altra.

Ancora una volta abbiamo assistito ad un esempio di quanto la tradizione sia importante in questa regione. Un prodotto nato secoli orsono che ha trovato oggi una collocazione ed una identità ben definita, a volte (piccola nota polemica personale), pure troppo.

Consigliamo una visita da Quinta do Noval?
Certo!
L’importante è prenotare e vi garantirete un’esperienza coi fiocchi.

Info

Mappa – Per prenotazioni inviare email a: noval@quintadonoval.pt

Quinta dos Nogueirões

Siamo rimasti sinceramente colpiti dall’accoglienza di Helder nella sua giovane Quinta dos Nogueirões (nel comune di São Joao da Pesqueira) e siamo stati talmente bene che la visita iniziata alle 11 del mattino è terminata alle 19.

Ripercorrerla nella memoria lascia bellissime sensazioni, perché abbiamo respirato la passione che mette Helder per il suo lavoro di vignaiolo e winemaker, e ce l’ha trasmessa in ogni sua sfumatura.

Quinta dos Nogueirões, letteralmente “Tenuta dei Grossi Noci” (la nogueira è la noce) nasce nel 2011 in modo quasi casuale ma travolgente, quando un giovane Helder si ritrova a vinificare una vendemmia con un grande risultato, al punto da spingerlo a bissare l’esperienza l’anno successivo.

Dopo dieci anni da quella prima esperienza, Helder e Quinta dos Nogueirões sono una realtà vitivinicola consolidata e profondamente legata al territorio, quella valle del Rio Torto (affluente del Douro) che già un certo Marques de Pombal ai tempi dell’istituzione della Denominazione di origine nel 1756 aveva eletto come la migliore per la produzione di vino.

Helder si specializza però nella produzione di vino da tavola, sperimentando blend e vinificazioni in botti di rovere francese, ma anche monovarietali dal carattere unico e deciso.

Ai classici Touriga Nacional, Touriga franca e Tinta Roriz, affianca vitigni meno noti ma dal grande potenziale, come la Tinta Amarela, la Sousão, la Tinta Francisca e la Baga; quest’ultima è una varietà tipica di un’altra regione, Bairrada, ma che nei terreni asciutti e scistosi del Douro e nel suo clima fatto di estremi, ha saputo adattarsi alla perfezione.

La visita è partita dai luoghi della vinificazione, di recente costruzione ed architettura innovativa, ed è seguita con la degustazione delle sue etichette prodotte con il brand Santo Gral (nato guardando il Codice da Vinci): un Sauvignon Blanc in purezza fine ed elegante ed un Colheita Tinto (Touriga franca, Sousão e Tinta Francisca) dai toni suavi e lineari e note buonissime di frutti rossi. Abbiamo degustato anche i suoi oli extravergine, uno monovarietale (var. Cobrançosa), ed un blend ma da olivi secolari: ottimi ed naturalmente diversi, con note di carciofo e speziate il primo e di erba appena tagliata il secondo.

Arrivato il momento del pranzo, si è aggiunta al nostro gruppetto Catarina, la moglie di Helder ed insieme siamo andati nel ristorante gestito dai genitori di Catarina: Costa Verde nel vicino comune di Ervedosa do Douro (mappa).
Maria ed Antonio propongono ai loro ospiti una cucina tradizionale ed artigianale, fatta con cura e passione, le cui preparazioni si abbinano alla perfezione con i vini di Helder. Abbiamo infatti degustato il suo Rosé Identity (Tinta Amarela e Baga) e l’eccellente Reserva 2019 (Touriga nacional, Touriga franca e Tinta Roriz).
Se volete un cosiglio su dove mangiare, Maria e Antonio sono una scelta che ci sentiamo di consigliare senz a indugio.

Il dopo pranzo l’abbiamo dedicato ad un tour tra le meravigliose (mi rendo conto di aver usato questo termine spesso, negli ultimi post, ma tant’è!) vigne della sua Quinta. I terrazzamenti antichi che digradano verso il Rio Torto, i vigneti nuovi che sfruttano invece le nuove tecniche (per il Douro): tutto concorre ad imprimere nella nostra memoria scatti, sensazioni, profumi e scorci indimenticabili, con l’ausilio fondamentale di Helder, pronto a spiegarci ed illustrarci ogni cosa.

Info

Mappa – Per prenotazioni inviare un’email a: geral@quintadosnogueiroes.pt

Percorrere in macchina tutta la regione è uno dei viaggi on the road altamente consigliato a tutti i wine lovers del mondo; la bellezza che scaturisce dietro ad ogni curva, i punti panoramici sparsi lungo la via, i ponti che ne attraversano l’impetuoso scorrere, sono solo alcuni degli elementi per cui vale la pena di vivere il Douro di persona.

Quello che si dipana davanti agli occhi è sì un paesaggio fortemente antropizzato, ma di una bellezza e armonia da togliere il fiato; le vigne seguono l’andamento dei versanti delle colline, e in alcuni casi si sviluppano dalla riva del fiume fino al punto più alto.

Questo sistema di viticoltura rende i lavori in vigna complessi e necessariamente manuali, e poter assistere ad una vendemmia, solitamente nei mesi di Agosto e Settembre, è una di quelle esperienze che resteranno scolpite nella memoria.

BONUS – DOVE DORMIRE NEL DOURO

Lungo le rive del Douro è possibile vivere un’esperienza unica ed indimenticabile: dormire in una botte di legno!

Da Quinta da Pacheca potrete scegliere tra 10 botti in cui trascorrere il vostro soggiorno, circondati dal meraviglioso paesaggio delle colline del Douro; ognuna possiede una caratteristica porta circolare di vetro, affacciata sui vigneti dove questa cantina produce il vino, e un piccolo cortile esterno dove poter gustare un bicchiere di Porto.

Per maggiori info e prenotazioni, clicca QUI

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