IL MADEIRA, VINO FORTIFICATO DELL’ATLANTICO

di Cristian
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Siamo finalmente giunti a Madeira, l’isola portoghese in mezzo all’Atlantico che per molto tempo è stata presente nella nostra wish list.

Perché proprio Madeira?

La risposta è scontata: il vino, ovviamente.

Che però non è (solo) il vino tradizionale, quello che siamo soliti portare sulle nostre tavole.

È “il” Madeira, quello fortificato e che rientra nel ristretto gruppo di vini liquorosi mondiali. Gruppo che comprende il Porto, lo Sherry, il Marsala e, appunto, il Madeira.

Personalmente, tra tutti questi era quello che non avevo ancora assaggiato, e finalmente abbiamo colmato questa lacuna.

Ma andiamo a scoprire la storia, cos’è e come viene fatto il Madeira.

Madeira è un’antichissima isola di origine vulcanica facente parte di un arcipelago a cui dà il nome e del quale risulta essere, insieme a Porto Santo, l’unica abitata delle sette in totale.

La geografia di Madeira è caratterizzata da un profilo generalmente montuoso, che vede la sua vetta più alta nel Pico Ruivo (1862 m slm), nel centro dell’isola, inserito in un complesso di cime tutte sopra i 1800 m slm.

Un territorio del genere è difficile da coltivare, semplicemente perché mancano gli spazi, ma non impossibile, come vedremo.

Madeira deve il suo nome alla grande quantità di boschi, e quindi legname (madeira in portoghese) che i primi colonizzatori lusitani trovarono quando scoprirono l’isola nel 1419.

Inizia quindi così, come fornitrice di legname, la storia di Madeira da quando la si conosce.

Ma ovviamente questo non poteva bastare a giustificare il grande investimento che la Corona Portoghese fece a quel tempo; vennero allora disboscati grandi quantità di terreno e costruiti i primi terrazzamenti, utili per garantire ogni tipo di coltivazione in un territorio così impervio e accidentato.

Nacquero le prime città, come la capitale Funchal, sui delta dei numerosi ed abbondanti (ma non navigabili) fiumi che solcano i pendii montuosi di Madeira.

Con l’agricoltura, i porti ed il commercio nacque anche la viticoltura, e vennero perlopiù importate barbatelle dal Portogallo, essendo il principale contatto di Madeira con il continente europeo.

Principale ma non unico, perché il Principe Infante Dom Henrique (Enrico il Navigatore) ordinò di importare anche una grande quantità di barbatelle da Creta, la culla della Malvasia di Candia

È questo il motivo per cui a Madeira ancora oggi la Malvasia di Candida (come la chiamano localmente) è una delle più coltivate ed apprezzate, con cui si ottengono dei superbi Madeira aromatici.

La nascita del Madeira come vino fortificato avviene nel XVIII secolo, quando l’isola rappresentava l’approdo in cui le navi partite dall’Europa sostavano per fare rifornimento, prima di ripartire per le Americhe o le Indie.

Uno dei beni che caricavano per l’esportazione era proprio il vino, che per poter affrontare il lungo viaggio iniziò ad essere fortificato con l’aggiunta di alcol, come già si faceva da tempo per i vini di Porto, di cui era molto apprezzato il risultato finale.

Le botti venivano caricate sul fondo delle navi per fare da zavorra, e durante il lungo viaggio erano soggette a temperature elevate, specie quando si passava dai Tropici.

Parte del vino, una volta giunto a destinazione, restava invenduto; in questo caso veniva reimbarcato e tornava indietro. Stavano nascendo così i vinhos torna viagem, i vini di ritorno, e fu la fortuna del Madeira.

Sì, perché si notò che quando si assaggiavano i vinhos torna viagem erano più buoni di quando erano partiti per il viaggio di andata; l’affinamento estremo che subivano durante il trasporto ne incrementava i profumi ed i sapori che erano più complessi, caldi e morbidi.

Se prima il Madeira era apprezzato, dopo questa scoperta divenne uno dei più bevuti, se non il più bevuto, nelle corti di tutto il mondo; George Washington celebrò la Dichiarazione d’Indipendenza con un bicchiere di Madeira e Thomas Jefferson, uno dei “Padri Fondatori” degli Stati Uniti, lo elesse come il suo personale vino preferito.

Insomma, un boom vero e proprio che spinse le cantine locali ad “inventare” un metodo che riproducesse in loco le condizioni delle navi durante le lunghe traversate oceaniche; nacque così il sistema ridenominato estufagem.

In poche parole, visto che erano basicamente le alte temperature a migliorare il vino, questo veniva scaldato con delle stufe studiate appositamente e capaci quindi di produrre una gran quantità di Madeira e senza dover attendere il ritorno delle navi con i loro preziosi vinhos torna viagem.

Il Madeira nasce così, ed è così che ancora oggi viene fatto, con la fortificazione e l’estufagem, il calore delle stufe.

La viticoltura a Madeira

Il paesaggio viticolo è unico e caratterizzato dalla ripida orografia del terreno. Le condizioni particolari del suolo (di origine vulcanica), la vicinanza del mare, le condizioni climatiche ed il particolare processo di produzione conferiscono al vino le sue caratteristiche uniche e singolari.

La coltivazione della vite è diffusa in tutta l’isola di Madeira e nella vicina isola di Porto Santo. In tutto ci sono circa 500 ettari di vigneto per la produzione dei Vini a Denominazione di Origine Protetta “Madeira” (DOP Madeira) e dei Vini a Denominazione di Origine Protetta “Madeirense” (DOP Madeirense) e Indicazione Geografica Protetta (IGP “Terras Madeirenses”).

I principali comuni dove si è sviluppata la viticoltura sono Câmara de Lobos, situato sulla costa meridionale, con circa 186 ettari, seguita da São Vicente con circa 143 e Santana con circa 86 ettari, entrambi sulla costa nord.

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Puoi scegliere tra l’adozione di un filare in Toscana (Chianti) o in Puglia (Salento). L’adozione del filare dura 12 mesi e può iniziare in qualsiasi momento. L’adottante riceverà:

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Il clima ed il suolo di Madeira

Il clima dell’isola di Madeira, caratterizzato dai suoi microclimi, presenta estati calde e umide e inverni miti. Nelle aree viticole si possono trovare climi subumidi o subaridi, rispettivamente sulla costa settentrionale e sulla costa meridionale.

In termini di precipitazioni, l’isola presenta valori medi annui che vanno da abbondanti ad alta quota (talvolta addirittura neve), a scarse lungo la costa meridionale vicino al livello del mare. Di norma, la maggior parte delle precipitazioni annuali totali cade in autunno e in inverno.

I suoli di origine vulcanica sono, nella loro maggioranza, di origine basaltica. In generale, hanno una consistenza argillosa e sono, da un punto di vista chimico, acidi, ricchi di sostanza organica e fosforo, magnesio e ferro, ma poveri di potassio.

La superficie totale dell’isola è di 732 Km2 e la maggior parte di quest’area si trova in pendenze superiori al 25%. Le regioni più pianeggianti si trovano nelle aree urbane e suburbane di Funchal o situate dove il clima e l’altitudine non consentono la pratica agricola. Nelle zone dove le pendenze variano tra il 16 e il 25%, la coltivazione è possibile solo con la realizzazione di terrazzamenti, localmente detti poios, sostenuti da mura di pietra basaltica che così caratteristicamente segnano il paesaggio agricolo di Madeira.

Le vigne di Madeira spesso vengono irrigate, specie quelle nella parte meridionale; l’acqua per l’irrigazione viene raccolta nelle zone più alte e condotta in tutta l’isola attraverso canali chiamati levada. La costruzione delle levadas iniziò nei primi anni in cui l’isola iniziò a popolarsi, e sono risalenti alla seconda metà del Quattrocento. Oggi questo sistema è costituito da circa 2150 Km di canali di cui 40 Km sono nei tunnel.

Il paesaggio di Madeira, di cui la viticoltura è parte integrante, è caratterizzato dalle ridotte dimensioni degli appezzamenti che, tutti insieme, formano una sorta di “patchwork”. Anche se può sembrare che i vigneti occupino relativamente grandi dimensioni non bisogna farsi ingannare e pensare che appartengano a un unico proprietario. Piuttosto, appartengono a molti diversi viticoltori: la dimensione di un vigneto è in media di 0,3 ettari, e solitamente è suddiviso in più parcelle.

Il sistema locale di allevamento della vite è la latada, da noi conosciuta come pergola. In questo sistema le viti sono condotte orizzontalmente lungo fili e sospese da terra da picchetti: ciò rende le attività in vigna e la vendemmia un lavoro complicato ma meno duro del sistema tradizionale a filare. 

L’altezza del traliccio varia tra uno e due metri e le densità degli impianti tra 2500 e 4000 piante per ettaro.

Questo sistema anticamente permetteva di ottimizzare al massimo lo spazio ottenuto con il terrazzamento, in quanto sotto la pergola venivano coltivati ortaggi e frutta varia, per il consumo familiare o per venderla nei mercati.

La vendemmia, rigorosamente ed inevitabilmente manuale, avviene dalla fine del mese di agosto alla metà di ottobre e, visti i piccoli appezzamenti ognuno di proprietà e gestito da famiglie diverse, coinvolge tutti i membri in un festoso e gioioso rituale, tipico delle vendemmie di tutto il mondo.

Tra le varietà di uva accreditate, consigliate e permesse nei disciplinari di produzione, quelle più utilizzate e di più lunga tradizione a Madeira sono i vitigni bianchi Sercial, Verdelho, Boal, Malvasia di Candida, Terrantez ed il rosso Tinta Negra (nella foto, in quest’ordine).

Questi vitigni di Madeira danno vini con alcuni tratti in comune, a causa delle condizioni particolari in cui crescono: una notevole acidità e freschezza, dovuta al fatto che le uve raggiungono a fatica una maturazione ottimale a causa delle temperature perlopiù miti (specie ad altitudini elevate); una spiccata sapidità, grazie alla vicinanza dell’oceano ed ai venti che portano l’umidità marina tra i filari.

Queste particolari caratteristiche si riscontrano tanto nei vini secchi da tavola quanto nei Madeira fortificati, e li rende, specialmente i secondi, unici e differenti dagli altri membri della famiglia dei vini liquorosi.

Il processo di vinificazione

La vinificazione del Madeira inizia come tutti i vini del mondo, con le uve che arrivano in cantina, vengono diraspate e pressate.

Il mosto ottenuto inizia quindi la fermentazione e qui avviene la prima attività peculiare, ovvero la fortificazione; ad un certo punto della fermentazione, in base alla tipologia di Madeira che si vuole ottenere (ed al grado di dolcezza), si aggiunge alcol al 96% che interrompe il processo fermentativo. Con questo procedimento si possono ottenere cinque tipologie di vino: extra-dry, secco, semisecco, semidolce e dolce.

Una volta terminato questo processo, i vini possono essere sottoposti ad uno dei seguenti processi produttivi: estufagem o canteiro, due diversi processi di riscaldamento.

Estufagem – Il vino viene posto in tini di acciaio inox riscaldati tramite una serpentina: al suo interno l’acqua viene riscaldata ad una temperatura compresa tra 45 e 50 gradi e scorre attraverso questo sistema per un periodo mai inferiore a tre mesi. 

Una volta completato l’estufagem, il vino viene sottoposto ad un periodo di estágio, ovvero lasciato riposare per almeno 90 giorni prima dell’imbottigliamento.

Questi vini possono essere imbottigliati e commercializzati solo dopo il 31 ottobre del secondo anno successivo alla vendemmia.

Canteiro – I vini selezionati per invecchiare in canteiro vengono messi nelle botti di rovere (francese o americano), solitamente posizionate nei piani alti delle cantine, dove la temperatura è più elevata, per un periodo minimo di due anni. 

Questo sistema prende il nome dal fatto che le botti poggiano su travi di sostegno in legno dette canteiros.

All’interno delle botti il vino subisce un tipo di invecchiamento ossidativo, in cui la circolazione dell’aria causa l’evaporazione del vino, che diventa quindi più concentrato e sviluppa caratteristiche uniche di aromi intensi e complessi.

I vini canteiro possono essere commercializzati solo trascorsi almeno tre anni  a partire dal 1°Gennaio dell’anno successivo alla vendemmia.

Tipologie del Madeira

Esistono due metodi di classificazione del Madeira: in base agli anni di affinamento ed in base al grado di dolcezza del vino.

Affinamento – Gli anni di affinamento in botte sono molto importanti per il Madeira, in quanto è stato provato che il Madeira sia il vino che al mondo resiste meglio all’invecchiamento (vengono effettuate degustazioni di bottiglie anche di 100 o più anni dell’imbottigliamento).

L’affinamento si suddivide in 5, 10, 15, 20, 30, 40, 50 e più di 50 anni.

Tra le principali classificazioni in base all’affinamento possiamo trovare in etichetta la denominazione Frasqueira (o Garrafeira) se invecchiato almeno 20 anni in botte; Colheita, per i vini di una singola annata e che sono invecchiati in botte per almeno 5 anni; Reserve, per i vini affinati almeno 5 anni; Old Reserve, quando invecchiano almeno 10 anni; Extra Reserve, per i vini che affinano 15 anni.

Dolcezza – La classificazione in base al grado di dolcezza prevede le seguenti categorie:

  • Extra dry (Extra Seco). Quando il grado zuccherino del vino è inferiore a 49 grammi per litro.
  • Secco (Seco). Quando il grado zuccherino del vino è compreso tra 49 e 59 grammi per litro.
  • Semisecco (Meio Seco). Quando il grado zuccherino è compreso tra 59 e 78 grammi per litro.
  • Semidolce (Meio Doce). Quando il grado zuccherino è compreso tra 78 e 100 grammi per litro.
  • Dolce (Doce o Rich). Quando il grado zuccherino supera i 100 grammi per litro.

Qui finisce il lungo capitolo di approfondimento del Madeira.

Conoscerlo e sentirlo descrivere dai produttori e da chi lo vive quotidianamente è un’esperienza che andrebbe vissuta, e una volta lì non potrete che godere delle meravigliose sensazioni che questo vino fortificato riesce a regalare.

Articolo scritto in collaborazione con Visit Madeira – visitmadeira.com