LE SOLIDE RADICI DI BARALE FRATELLI A BAROLO

di Cristian

Se il Barolo ha un futuro davanti a sé, e si può guardare ai prossimi anni con ottimismo, è proprio grazie a cantine come la Barale Fratelli, guidate da persone che non temono i confronti con il passato e da esso traggono i giusti insegnamenti.

Siamo stati recentemente a visitare la cantina che Eleonora Barale, insieme alla sorella Gloria ed al papà Sergio, conducono con spirito innovativo ed allo stesso tempo tradizionalista, due anime di uno stesso progetto che nel caso di Barale vanno d’amore e d’accordo.

L’innovazione è rappresentata dalla nuova generazione, Eleonora e Gloria, che con saggezza ed intelligenza hanno saputo mediare con la generazione precedente, quella del papà Sergio, in modo da trarre il meglio per la cantina.

Due generazioni, due anime che per rispetto verso i loro avi, ma anche per tutelare una denominazione, un territorio ed un vitigno, hanno accantonato ogni velleità egocentrica e quotidianamente si parlano e confrontano, sempre alla ricerca del dialogo e mai dello scontro.

Barolo ed i comuni limitrofi sono un territorio che all’apparenza può sembrare tranquillo e mansueto, ma nella realtà dei fatti è una zona per certi aspetti rivoluzionaria. Il fenomeno dei Barolo boys, a cavallo tra anni 80 e 90 del secolo scorso, è un chiaro esempio, oppure la recente riconversione al biologico di molte cantine della zona, segno di una certa sensibilità non solo nei confronti delle mode ma anche di rispetto verso l’ambiente.

Barale Fratelli è andata oltre al biologico: è una cantina che segue la filosofia naturale, quella stessa filosofia per cui l’uomo non deve interferire in vigna con prodotti sistemici che a lungo andare indeboliscono la pianta ed inquinano il terreno.

Interferenza che non ha luogo neanche in cantina, dove l’uva prima ed il vino poi vengono seguiti quotidianamente ma senza azioni volte a correggere o modificare alcunché, segno che l’uva arriva in cantina sana perché cresciuta su un terreno privo di prodotti chimici.

L’orgoglio di Eleonora però non deriva da questo approccio virtuoso, ma dal fatto che è sempre stato così; quello che oggi vediamo come una novità, il vino dei produttori naturali, è stata per la sua famiglia una consuetudine consolidata nei decenni, un atteggiamento “naturale” in quanto non artificioso né cercato e soprattutto di rispetto verso ciò che la natura riesce a fare in autonomia.

La storia della Barale Fratelli inizia 150 anni fa a Barolo da Francesco Barale, il trisnonno di Eleonora e Gloria; un secolo e mezzo durante il quale le generazioni che si sono succedute si sono sempre distinte per il rispetto e la grande considerazione verso il lavoro di quelle precedenti; una saggezza capace di dare continuità e  riconoscibilità al territorio che il Nebbiolo ha eletto come suo preferito, le Langhe.

L’azienda e la cantina, situate nella centralissima Via Roma sotto la rocca del Castello di Barolo, sono ospitate dentro quelle stesse mura in cui gli avi di Sergio, Eleonora e Gloria facevano il vino, ed ogni mattone su cui poggiano potrebbe raccontare aneddoti legati alle persone che vi hanno quotidianamente lavorato. 

La bottaia, posta sotto il livello del suolo, è il luogo fresco in cui riposano i vini dentro le botti grandi; legni con vari passaggi già alle spalle che permettono l’ossigenazione necessaria ed allo stesso tempo trasmettono al vino solo le virtù e non i vizi.

Dolcetto, Barbera, Langhe Nebbiolo, Barolo e Barbaresco; questi sono i vini prodotti da Barale Fratelli. Una gamma decisamente “langarola”, composta da veri e propri ambasciatori delle Langhe nel mondo.

L’essere liberi da ogni componente estranea a ciò che la natura fornisce, è una qualità che permette ai vini di Barale di esprimersi secondo le caratteristiche tipiche di ogni varietà.

L’acidità e la freschezza della Barbera, il tannino morbido del Dolcetto, la rotondità un poco spigolosa del Langhe Nebbiolo, la morbidezza, l’eleganza e la finezza dei Baroli; ad ogni vitigno la sua specificità, ad ogni annata la capacità di apportare qualcosa di diverso dalla precedente.

Vini non programmati, non studiati in precedenza a tavolino; il vino di Barale che dalla bottiglia passa nel calice è quello che la pianta crea attraverso l’uva, e che la mano dell’uomo trasforma in un liquido squisito. La mano dell’uomo c’è ma non si vede e non si sente, il miglior modo di fare vino solo dall’uva.

LA DEGUSTAZIONE

Questi i vini degustati insieme ad Eleonora Barale:

Dolcetto d’Alba Le Rose DOC 2018. Breve affinamento in botti di rovere e poi bottiglia, per questo Dolcetto dal colore rosso rubino con sentori fruttati e intensi; al palato è asciutto e di buon corpo, con una leggera tannicità ed un finale di mandorla amara tipica della varietà. Vino “rustico”, schietto e beverino, grazie alla sua freschezza aromatica.

Barbera d’Alba Castlè DOC 2018. Dalla vigna Castellero di Barolo (Castlè in dialetto) arriva questa Barbera che affina un anno in botte grande e almeno 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione; caratteristico colore rosso rubino intenso, profumo di prugne in confettura e sapore piacevolmente acido, di buon corpo.

Langhe Nebbiolo DOC 2018. Stesso affinamento della Barbera per questo Langhe Nebbiolo. Colore rosso rubino che tende al granato con l’invecchiamento, i profumi sono ampi, di frutta rossa e di fiori come la rosa, al palato dimostra carattere anche se un po’ giovane, con un tannino ancora da ammorbidirsi con l’invecchiamento, che risulta comunque fine ed elegante.

Barolo DOCG Castellero 2016. Castellero è il vigneto più importante di Barale. Tre anni in botte di media dimensione, senza chiarifiche né stabilizzazione, dopodiché almeno un anno in bottiglia. Il colore è un rosso granato intenso, profumi minerali, di frutta rossa matura, e più evoluti come tabacco e cioccolato, al palato è sapido e vellutato, con tannini morbidi che lasciano una certa dolcezza sul finale. È un giovane esuberante che aspetta di stupire nei prossimi anni.

Barolo DOCG Bussia 2015. Dal cru Bussia di Monforte arriva questo Barolo che subisce lo stesso affinamento del Castellero. Colore rosso granato con tendenze aranciate, profumi di frutta in confettura (ciliegie) e sentori più evoluti, come la liquirizia e il pepe, in bocca è pieno e con una buona struttura, morbido e con una trama tannica complessa ed equilibrata.

Barolo DOCG Cannubi 2015. Si cambia cru e si passa al Cannubi, il vigneto per eccellenza di Barolo. Vino che presenta un colore rosso granato intenso, profumi ampi con note balsamiche naturali e sentori di frutta rossa matura, in bocca è caldo e vellutato, ricco di tannini nobili con una piacevole lunga persistenza.

La piacevolezza dei vini di Barale è completa, perché riescono ad affascinare per le loro caratteristiche nette e ben definite, in cui poter ritrovare la tipicità di un vitigno, finalmente tornato protagonista.

Barale Fratelli è una cantina che ha saputo valorizzare i metodi di lavoro in vigna ed in cantina che seguivano i nostri nonni senza rigettare gli aspetti legati alla modernità, riuscendo saggiamente a fonderli tra loro.

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