IL MUSEO DEL VINO/ENOTECA REGIONALE DI BERCHIDDA IN SARDEGNA

di Cristian
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Nella bellissima Gallura, patria dell’unica DOCG sarda, il Vermentino di Gallura, si trova il piccolo paese di Berchidda, sede del Museo del Vino Sardo (Museo de Su Inu in sardo) nonché dell’Enoteca regionale, l’unica dell’isola.

Ci siamo passati per visitarlo durante il nostro viaggio in Sardegna alla scoperta del Cagnulari, trovandosi a circa mezz’ora di strada da Olbia, sulla via che porta a Sassari e successivamente ad Alghero (mappa).

Il Museo del Vino/Enoteca regionale è stato fondato nel 1999 in questo piccolo centro ai confini della Gallura, regione famosa per il suo vino bianco fresco e minerale ottenuto dal Vermentino, che in questa terra ha trovato le condizioni ottimali per dare il suo frutto migliore.

A vent’anni dalla sua apertura, il Museo del Vino/Enoteca regionale è diventato un punto di riferimento per l’enologia dell’isola, ma soprattutto è il luogo ideale da cui partire alla scoperta del vino sardo, dalle sue origini fino ai giorni nostri.

Il Museo del Vino ci accompagna in un percorso di conoscenza dei vitigni, degli attrezzi da lavoro utilizzati in vigna ed in cantina per la lavorazione delle uve, del sughero per l’imbottigliamento.

Aperto tutto l’anno (tranne i Lunedì), questa interessantissima realtà eno-turistica svolge un ruolo fondamentale, ovvero quello di spiegarci il complesso mondo del vino in Sardegna, il cui inizio è datato diverse migliaia di anni fa. È difatti recente il ritrovamento di vinaccioli di vernaccia e malvasia, risalenti a circa tremila anni fa, nel pozzo che fungeva da “frigorifero” nel nuraghe Sa Osa di Cabras, in provincia di Oristano.

Il Museo è organizzato in sezioni, ognuna corredata di pannelli descrittivi e fotografie.

La prima sezione riguarda la storia, dalla comparsa del vino sull’isola, rivelataci grazie ai ritrovamenti come quelli di cui si parlava poco fa, sino a quella recente, del secolo scorso e dei giorni nostri, con i grandi cambiamenti legati soprattutto all’introduzione della tecnologia in vigna ed in cantina.

La sezione successiva riguarda i vitigni coltivati in Sardegna; qui possiamo scoprire che, tra le tante informazioni presenti sui vari cartelli, nell’isola sono presenti e coltivati 97 vitigni differenti, con una netta predominanza di quelli tipici, Cannonau su tutti.

Si può quindi facilmente intuire l’ampiezza dell’ampelografia sarda, che include varietà a bacca bianca come il già citato Vermentino, il Nuragus, un importante vitigno autoctono coltivato soprattutto nella zona di Cagliari, il “piccolo” Semidano, la cui diffusione è limitata ad una quarantina di ettari soprattutto nelle province di Oristano e Nuoro, o il Torbato, coltivato da due sole cantine in provincia di Sassari, e varietà rosse, che rappresentano il 70% del patrimonio varietale sardo. Già detto del Cannonau, sull’isola troviamo il Carignano, coltivato nella zona sud-occidentale della regione ed utilizzato per la produzione dell’omonima DOC (Carignano del Sulcis), la Monica, interessantissimo vitigno coltivato su tutta l’isola e che nelle zone di Cagliari ed Oristano dà origine alla DOC Monica di Cagliari, o il Cagnulari, bellissima realtà dell’algherese di cui abbiamo parlato in recenti articoli (Cagnulari: il giovane “vecchio” vitigno sardo e L’itinerario del Cagnulari ad Alghero e dintorni).

Ad attenderci alla fine di questa prima parte, una piccola zona video, dove in autonomia si può scegliere in quale parte della Sardegna farsi trasportare attraverso le splendide immagini: si resta letteralmente rapiti dalla bellezza dei paesaggi naturali e delle città, con la loro storia fatta di dominazioni straniere e che ha lasciato in eredità un’architettura unica nel suo genere.

A fatica ci si stacca da queste immagini per entrare in un’altra interessante area, quella relativa alla produzione del sughero, di cui la Gallura e la Sardegna tutta è grande produttrice e famosa in tutto il mondo.

Qui scopriamo l’attrezzatura usata un tempo per la raccolta e la lavorazione di questo materiale naturale, estratto dalla Quercia da Sughero non prima dei 25 anni di età della pianta, dopodiché l’estrazione avviene ogni 10 anni. 

Il sughero viene utilizzato principalmente per la produzione di tappi per il vino, come isolante dal caldo e dal rumori, come galleggiante nella pesca, ed in passato nelle attività agricole e pastorali per creare recipienti, tazze e vassoi. 

Per ultimo possiamo ammirare le bottiglie d’epoca dentro una bacheca di vetro, con le loro etichette semplici, in alcuni casi, o più elaborate, in altri, ad identificare l’importanza del produttore o del vino contenuto. 

Finita la visita al Museo, inizia quella all’Enoteca regionale, che offre un interessante selezione dei vini della Sardegna, in degustazione e vendita, anche in abbinamento ai prodotti tipici dell’isola. Incluso nel biglietto di ingresso, vi è anche un bicchiere di Vermentino.

Le etichette sono davvero tante e provenienti da tutta l’isola, pertanto è divertimento puro scegliere quale degustare durante un aperitivo, un brunch o una semplice pausa, dal momento che l’Enoteca è aperta e accessibile anche separatamente dal Museo.

Con l’Enoteca regionale e la degustazione finisce la visita al Museo del Vino/Enoteca regionale di Berchidda; un’esperienza culturale enoica imprescindibile per apprendere a fondo il meraviglioso panorama vitivinicolo della Sardegna.

VISITE

Ottobre-Aprile 9-13/15-18 (Sabato e Domenica 15-19) – Lunedì chiuso

Maggio-Settembre 10-14/15-18 (Sabato e Domenica 15-19) – Lunedì chiuso