14 LIBRI PER SCOPRIRE LA STRAORDINARIA STORIA DEL VINO

di Irene
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Vino e storia dell’umanità sono due elementi che da sempre si intersecano, si sovrappongono, si mescolano, fino a diventare quasi indispensabili l’uno per l’altro. Il vino è stato, ed è ancora, fonte di gioia, spensieratezza, allegria, entusiasmo, soddisfazioni, ma anche fatica, ansia, preoccupazioni, dolori. È una delle poche costanti legata alla storia dell’essere umano, presente sin dalla preistoria e da allora compagno di viaggio di mercanti e navigatori.


L’uva, ed il vino, hanno seguito l’uomo ovunque andasse, adattandosi ai luoghi dove venivano importati, restituendo come ricompensa per gli sforzi fatti grappoli succosi e ricolmi di religiosa aspettativa.
Basti pensare ai Fenici, ai Greci, ai Romani nell’antichità, ma anche ai monaci benedettini del Medioevo, ai braccianti, ai mezzadri, ai vignaioli dell’era contemporanea; un’umanità sedotta da questo nettare divino che ha saputo attraversare le generazioni senza dare segni di cedimento.


Se amate la storia e quella del vino in particolare, ecco allora la nostra selezione dei migliori titoli che trattano in modo esaustivo questa tematica. Un percorso alla scoperta delle civiltà del passato e del loro rapporto con il vino: dai Greci ai Romani, grandi adoratori del nettare di Bacco (o Dioniso che dir si voglia), alla società contemporanea, passando attraverso un interessantissimo reportage di Alexandre Dumas, la Piccola guida ai grandi vini d’Europa.


Dedicato a coloro che vogliono capire meglio il vino di oggi attraverso quello ha rappresentato nei secoli, e millenni, scorsi.
Buon viaggio nella Storia del Vino!

La grande storia del vino. Tra mito e realtà, l’evoluzione della bevanda più antica del mondo

Nascita, vicende e attualità della bevanda più antica al mondo, conosciuta e apprezzata sin dagli albori della storia dell’uomo. Ed è proprio dalle prime testimonianze dell’esistenza del vino, nettare degli dei, che parte questo libro raccontandone evoluzioni e trasformazioni che ne hanno segnato il percorso nei secoli: la diffusione nel Mediterraneo e in Europa fino a raggiungere i “Nuovi Mondi”, i momenti di crisi e di rilancio, l’allargamento nei nuovi mercati e la definitiva, attuale affermazione nei consumi dei cinque continenti. Con competenza e passione, l’autore ripercorre questa lunga avventura che accompagna la storia stessa dell’umanità: un cammino lungo e affascinante che ha visto il vino e la sua cultura imporsi ormai da protagonisti nella nostra società.

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Il vino. Storia tradizioni cultura

Hugh Johnson è l’autore contemporaneo che più di ogni altro ha contribuito alla letteratura sul vino. I suoi libri sono stati tradotti in tredici lingue e hanno venduto un totale di dodici milioni di copie. Più che un divulgatore di cultura enologica Johnson è un gigante letterario che ha illuminato e ispirato una nuova generazione di enofili a livello mondiale. Il segreto del suo successo si spiega con apparente facilità: ha la singolare abilità di arrivare al nocciolo di ogni questione con poche parole bene azzeccate, e di esporre con assoluta chiarezza anche i concetti più difficili. Con lui l’erudizione si trasforma in divertimento. Hugh Johnson è lo scrittore di libri sul vino più venduti nel mondo, autore del classico Atlante Mondiale del Vino, da poco uscito in edizione aggiornata in italiano, e con questo libro racconta veramente tutta la storia del vino, parlando della storia dell’uomo e di come il vino abbia influito su di essa e di come si sia sviluppato. Un’ottima lettura, consigliata sia a chi vuole avvicinarsi al tema sia a chi è già esperto ma vorrebbe approfondire ulteriormente l’argomento. Il libro è ricco di citazioni, aneddoti e curiosità, nonché la storia completa del vino. Un piccolo capolavoro per gli appassionati del vino scritto in maniera accurata e scorrevole.

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Storia di vini e di vigne intorno al Vesuvio. Il vino nella Campania antica dall’epoca pompeiana alla fine dell’Impero Romano

Il vino che oggi beviamo è frutto della grande cultura di epoca romana nella coltivazione della vite. Questo libro descrive, in maniera particolareggiata ma al tempo stesso divulgativa, la vita quotidiana in una “villa rustica” romana, i suoli più adatti ai diversi vitigni, i tempi per la vendemmia, il commercio del prezioso prodotto, ma anche il vino nella tradizione storica, da Dionisio ai Bacchanalia. E non a caso i migliori vini dell’antichità decantati da Livio, Cicerone, Plinio, Marziale o Tibullo, erano il Falerno, il Greco, il Faustiniano, il Caleno…ovvero i “vini degli imperatori”, che trovavano proprio in Campania la loro area d’elezione, grazie alle caratteristiche del territorio e alle raffinate tecniche di coltivazione e vinificazione.

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Gli eroi bevono vino

Può sembrare curioso, ma attorno al vino ruota una gran parte dell’identità di Greci e Romani: miti, regole di galateo, codici di comportamento, visioni etiche e filosofiche, religione e molto altro ancora. Con il vino gli eroi di Omero pregano, danno ospitalità e siglano accordi; nella Grecia classica il vino è l’imprescindibile fulcro attorno al quale ruota il simposio, quella ‘bevuta collettiva’ in cui si rafforzano i vincoli d’amicizia, si intrecciano discorsi, si corteggiano ragazzi e cortigiane; nelle città greche e poi a Roma la prima coppa di vino è l’emblema di un vero e proprio rito di passaggio verso l’età adulta. Senza contare che il vino è il dono di un dio. Bisogna saperlo bere: mescolarlo con acqua, condividerlo con gli altri, centellinarlo e mai tracannarlo, consapevoli che è lo strumento con cui misurare di volta in volta la propria capacità di controllo. Con la lievità di un brindisi, questo libro ci offre una visione originale e vivida della straordinaria cultura di cui siamo figli.

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Il desiderio del vino. Storia di una passione antica

Nessun frutto della terra e del lavoro umano ha mai incontrato nella storia il successo arriso al vino. Assurto ben presto a ingrediente caratterizzante della dieta mediterranea, esso si è caricato di tutta una serie di connotazioni simboliche che ne hanno fatto un punto di riferimento nella cultura e nell’immaginario di tanti popoli, in particolare nella sfera religiosa. Bevanda consacrata tanto dalla mitologia greca quanto dalla tradizione ebraica e cristiana, il vino si è imposto come una sorta di ponte fra il nostro mondo e l’aldilà, fra l’umano e il divino, grazie alla sua peculiare capacità di rallegrare, di esaltare, di inebriare, dunque di condurre chi lo beve in un’altra dimensione, magari fino all’oblio della sua condizione terrena. Niente come il vino incoraggia la convivialità, il piacere dello stare insieme e del confrontarsi in tutta franchezza, ma esso può anche trasformarsi in pericolosa fonte di perdizione, come è attestato da tanti episodi di provenienza biblica, letteraria o folklorica. Nel ripercorrere le tappe salienti di una vicenda storica che ha contrassegnato profondamente la nostra cultura, l’autore delinea inoltre un itinerario geografico, che ci mostra come il vino sia riuscito ad ampliare progressivamente la sua area di influenza, tanto da dar luogo a una “mondializzazione felice che favorisce il calore umano e il dialogo tra i popoli”. La trattazione è completata da un ricco apparato iconografico.

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Il vino nell’antica Roma. Così bevevano i Romani

Della gastronomia romana conosciamo molto, quasi tutto, grazie ai trattati culinari fortunatamente giunti fino a noi. Più oscuro, difficile da ricostruire è il loro rapporto con il vino: ancora più importante del cibo, se possibile, perché legato ad una dimensione spirituale, oltre che materiale. Il vino come tramite, “ponte” verso la dimensione del divino: ma un divino inquietante, imprevedibile e irrazionale. È vero che il vino in Roma si beveva diluito e mai puro? E non solo con acqua (anche calda) ma persino con resine e profumi? Che si preferivano i vini invecchiati dai tre lustri in su? Che alle donne era severissimamente proibito berne – salvo poi che Livia, la moglie di Augusto, si vantasse di avere raggiunto l’età di ottantasei anni facendone largo uso? A queste e a molte altre curiosità storiche, letterarie ed artistiche sul vino dei Romani risponde questo volume agile e divulgativo.

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Roma Caput Vini

Grazie alle analisi del DNA la ricerca è entrata in una nuova era. Vale per ogni specie vivente, vale per i vini e per i vitigni: dalle origini ai nostri giorni, è finalmente possibile conoscerne la storia più profonda. Un gruppo di autorevoli esperti ha recentemente scoperto che ben 78 vitigni coltivati oggi in Europa hanno un antico genitore comune: il vitigno affidato da un imperatore romano alle sue legioni. Se guardate un film di guerra ambientato nell’antica Roma e osservate bene i centurioni, scoprirete che immancabilmente nella mano destra stringono un bastone, chiamato vitis, che non è altro che un ramo di vite. Seguendo alla lettera il monito di Orazio – “nessun albero prima della sacra vite tu pianterai, o Varo” – Roma stabilisce, a un certo punto della sua storia, che la figura chiave dell’esercito avrebbe impugnato un tralcio di vite. Perché gli antichi romani davano così importanza a questa pianta? E come mai in Italia, in Gallia, in Britannia, in Iberia e ovunque in Europa cominciarono a piantare viti, anziché frumento, orzo o alberi da frutta? Come ha fatto una città enologicamente incolta a diventare la capitale mondiale del vino? Nei primi secoli dell’antica Roma il vino è una bevanda per ricchi patrizi. A partire dalla seconda metà del II secolo a.C, quando si diffonde il pane, anche il vino “esplode”, diventando nutrimento e piacere di massa. Nascono produttori, speculatori, grossisti e dettaglianti che accumulano capitali e fondano compagnie commerciali.

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Il Dono di Dioniso. Il vino nella letteratura e nel mito in Grecia e a Roma

Tra i vari temi che percorrono come un fil rouge tutta la cultura greca e latina, quello del vino è tra i più affascinanti. Dalla sua origine mitica, legata al dio che i Greci chiamavano Dioniso e i Romani Bacco o Libero, fino alle soglie del Medioevo, quando la ritualità cristiana prende definitivamente il sopravvento sui significati pagani, il vino è celebrato dai poeti e studiato dagli eruditi e in primo luogo è presenza costante durante le feste pubbliche, nei simposi greci e nelle cene romane. La grandezza del suo significato incide tanto sull’età più remota del mito quanto sulle ricerche degli scienziati, segnando fortemente soprattutto la lirica, l’epigramma e l’elegia, mentre il sapore della quotidianità è conservato dalla commedia e dagli aneddoti sui più forti bevitori.

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Il mistero del Barolo. Ma è il Nebbiolo che conquisterà il mondo

C’è stato un tempo in cui per comprare un ettaro di terra nel fazzoletto di Langhe dove si produce il Barolo bastavano cinquemila lire. Oggi lo stesso ettaro può valere dai due ai quattro milioni di euro: dalla “malora” alla speculazione, la vigna è diventata un caveau di oro nero. Com’è successo? Perché il valore di questo vino si moltiplica in modo esponenziale, più di ogni altro? Quali segreti nasconde? Giovanni Negri, scrittore e imprenditore vinicolo, ci guida in un curioso viaggio nel tempo e nello spazio per risolvere Il mistero del Barolo: dalla preistoria enologica delle legioni romane alle più avanzate tecniche di analisi del Dna, dal Medioevo caldissimo e fecondo alla temibile Piccola era glaciale del Seicento, dai roghi degli eretici di Monforte al climate change dei nostri giorni, dalle profondità giurassiche di Eurafrica all’Atlantide di vigne che un tempo ricoprì – e che potrebbe tornare a ricoprire – il Piemonte… Come nel più classico dei gialli arriveremo, indizio dopo indizio, a svelare il passato, capire il presente e immaginare il futuro di un vino che conta solo 14 milioni di bottiglie l’anno ma contiene dentro di sé un mistero assai più profondo. Perché l’autentico protagonista non si chiama Barolo ma ha un’identità assai più antica e nobile, che dai tempi di Dante e san Francesco arriva fino a noi, pronta a conquistare il mondo, anche grazie alla sua peculiarità: a differenza di ogni altro vitigno, non è mai stato e mai sarà riproducibile o clonabile, né si può trasferire dalle terre che all’ombra delle Alpi ne furono la culla e ne sono, tuttora e forse per sempre, l’unico regno.

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Il mistero del vino. Mito e storia della bevanda sacra agli dei

Anello di congiunzione tra il sacro e il profano, ponte tra l’umano e il divino, il vino racchiude in sé tutta l’ambiguità del sacrificio: necessario e salvifico, ma allo stesso tempo proibito e cruento. Di qui il suo legame con il sangue e con le iniziazioni, elementi da sempre presenti in tutte le religioni. Trait d’union fra Dioniso e Cristo – morti, risorti e poi divinizzati – il “sangue della terra” è parte integrante dell’Eucaristia, un rito che richiama quei sacrifici in cui bere il sangue della vittima permetteva di accedere a uno stato altro. Stato “altro” o forse stato “oltre”, con tutto ciò che comporta. Chi incarna meglio di Ulisse la figura di “colui che va oltre”? Non a caso nell’Odissea il vino scorre a fiumi. La “prima sbronza della storia” si deve del resto a un altro grande navigatore: una volta terminato il diluvio, Noè fece il vino e si ubriacò, rivelando cose che avrebbe dovuto tacere. Il libro di Charpentier è un viaggio lungo la storia della bevanda sacra agli dèi, e può essere letto seguendo percorsi interni in cui tutto ritorna. Ritorna Atlantide, i cui re traevano forza dal sangue ancora caldo dei tori appena sacrificati. Ritorna il duplice valore del vino, medicina e maledizione, dono e veleno. E ritorna la coppa del Graal che, in maniera simbolica, racchiude tutto questo, ma che concretamente contiene del vino. O del sangue.

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Il vino nel mondo antico. Archeologia e cultura di una bevanda speciale

In un libro denso di nozioni, di documenti e di analisi talmente particolareggiate da trasformare anche le più piccole tracce, come i vinaccioli ed altri microscopici resti archeobotanici, in spiragli pertinenti e carichi di prospettiva storica, si ricostruisce la storia dell’invenzione del vino, la sua evoluzione e la sua funzione sociale negli usi delle grandi civiltà antiche, dagli esordi nel Vicino Oriente fino al mondo ellenico, etrusco e romano. Il vino, sostanza preziosa e da sempre conservata con cura, ma anche effimera e volatile sul piano organico, è un reperto archeologico molto raro. Tuttavia se ne hanno riscontri oggettivi in numerosi ambiti dell’antichità: dal percorso di domesticazione della vite ai progressi agronomici ed enologici, dalla storia dei commerci alla progettazione dei vasi vinari, dai corredi potori agli accessori di servizio, dai contesti conviviali alle celebrazioni funerarie.

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A tavola. Storie di cibi e vini

A tavola ci si siede per mangiare. A tavola però può capitare anche di innamorarsi o di litigare. Di rivelare a qualcuno i nostri segreti più intimi. E di trovare conforto. Il profumo di un dolce può aprire la porta del mondo dei ricordi. E di fronte a una bottiglia di vino capita che si confessi la verità. I grandi scrittori sanno bene che molte delle cose davvero importanti spesso accadono mentre ci stanno servendo un piatto, o quando una teglia esce fumante dal forno. Da Cechov e le sue ostriche alla torta di zucca di Charles D’Ambrosio, passando per il gourmand cannibale di Pessoa e il pugile affamato di Jack London. Diciotto racconti, diciotto portate di un menù letterario che soddisferà le esigenze di ogni palato goloso di storie.

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Storie di vino e cucina

Per parlare seriamente di vino bisogna essere a tavola, perché non si può pensare al vino senza abbinarlo a quello che mangiamo. Questo, dicono gli autori, è il vero senso del vino, il più profondo. Per questo motivo è proprio attorno a un tavolo, molto spesso di un grande ristorante o chef italiano – ma anche di una trattoria, oppure nella cucina di casa, davanti al camino – che in questo libro venti grandi uomini del vino si incontrano. I protagonisti ci raccontano il loro lavoro e la loro storia, le loro idee e i progetti futuri, assaggiando con gli autori annate importanti e altre meno conosciute insieme a piatti che di volta in volta ne esaltano le caratteristiche. Per scrivere questo libro, infatti, gli autori hanno deciso di entrare in ristoranti prestigiosi e dialogare con produttori, chef, osti storici, per parlare con chi il vino lo ha fatto, ma anche di cucina e di abbinamenti, di quella profonda unione di due cose buone che insieme diventano armonia, perfetto connubio. I venti pranzi sono lo specchio di uomini e di terre, ma sono soprattutto incontri indimenticabili durante i quali nascono racconti sempre legati alla passione per il vino. Venti viaggi dentro la storia e le tradizioni del nostro paese, dal passato al futuro attraverso il presente della realtà produttiva italiana.

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Piccola guida ai grandi vini d’Europa. Storie, ricordi, consigli

Alexandre Dumas non è stato solo uno dei più prolifici e appassionanti narratori moderni, ha anche vissuto una vita intensa, assaporandone fino in fondo i piaceri. È stato un gourmand, come direbbero i francesi, un buongustaio, come diremmo noi. Per portare a compimento questa sua passione, ha scritto il prodigioso Grande Dizionario di cucina: un’incredibile raccolta di tutto quello che contribuisce al piacere della tavola. Ricette, menù, pranzi memorabili sono presentati con il gusto del grande affabulatore. Ma in questo Dizionario non potevano mancare i vini, altra grande passione di Dumas, e quindi anche per loro, l’autore di tante storie d’avventure sfodera un’ampia e divertita presentazione, partendo dall’antichità e arrivando ai grandi vini del suo tempo. Naturalmente il punto di vista è quello di un francese, che quindi dà una posizione di preminenza ai vini d’oltralpe. Ma che importa: della veridicità di quel che ci racconta si può forse dubitare, ma tutto è talmente coinvolgente che non ha poi molta importanza sapere dove comincia l’invenzione di Dumas…

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