Siamo nell’era social del vino.
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Quella davanti agli occhi di tutti è una vera e propria rivoluzione che colpisce il mondo del vino, uno di quei cambiamenti grazie ai quali si progredisce e si evolve, e, in qualche caso, ci si difende dal rischio di passare inosservati o addirittura dimenticati.
Senza voler fare un elogio incondizionato ai social media che, tra le altre cose, sono ben lontani dall’essere lo strumento ideale attraverso cui diffondere conoscenza, quello che dobbiamo constatare è una sempre maggior diffusione ed utilizzo di questi canali, sia da parte di utenti – potenziali clienti – che di cantine.
Se si considerano i vari Facebook, Instagram, Twitter e Youtube sotto un profilo prettamente legato al business, gli ultimi 5 anni sono stati realmente gli anni del boom, un periodo nel quale le cantine, volenti o nolenti, si sono adeguate a questo nuovo trend.
E con profitto, tra l’altro, dal momento che i vignaioli che hanno saputo sfruttare in modo efficace questi canali sempre più diffusi, hanno aumentato la loro visibilità ed incrementato il numero di persone a conoscenza dei loro prodotti.
Questo è sicuramente il lato positivo legato alla nuova rivoluzione social, in cui i metodi ed i mezzi del marketing conosciuti e sfruttati finora vengono stravolti a favore di altri più smart e proficui grazie alla targetizzazione dell’utenza, con la quale si può arrivare direttamente alla persona interessata, o potenzialmente tale.
La ricerca FleishmanHillard – Omnicom PR Group Italia, pubblicata nel 2018, riflette una crescita negli ultimi 5 anni – il quinquennio 2014/2018 – legata ad una maggior presenza delle cantine sui canali social, con Facebook a farla da padrone, seguito da Instagram, Youtube e Twitter.
L’indagine ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturato [1], registrando numeri davvero interessanti, come il +657% di followers che su Facebook seguono queste cantine o il +8.354% (esatto…8 mila 354%!) di followers su Instagram, dai 746 nel 2014 ai 63.064 del 2018.
Naturalmente un incremento di questa entità non è piovuto dal cielo, ma è il risultato di tecniche e strategie mirate a raggiungere utenti realmente in target con il mondo del vino e dove ciascuno dei followers può essere considerato un potenziale cliente.
Una di queste strategie è sicuramente la frequenza di aggiornamento della pagina social: anche in questo caso si assiste ad un incremento delle cantine che pubblicano post su Facebook su base settimanale, con il 72% delle aziende nel 2018 contro il 65% del 2014, seguito da Youtube e da Twitter.
Il 2019 segna anche un notevole cambiamento nei contenuti dei post pubblicati sui canali social, che riflettono sempre più l’anima ecologista che piano piano cresce in ognuno di noi: si parla con maggior frequenza di sostenibilità ambientale, con focus su agricoltura sostenibile, efficienza energetica, certificazioni e attenta gestione delle risorse naturali.
Il vitigno autoctono è diventato poi l’argomento “must” per le cantine, soprattutto in Italia: il 64% delle cantine ne parla diffusamente (contro il 19% del 2014) a testimonianza di una grande attenzione verso la nostra storia vitivinicola e le nostre tradizioni in materia di cultivar, vinificazione e affinamento.
Numeri sbalorditivi che vanno al di là delle 25 cantine con il maggior fatturato, ma che coinvolgono anche quelle più piccole, desiderose di uscire allo scoperto e di farsi conoscere.
Come? Attraverso uno strumento che fino a poco tempo fa non esisteva, venuto a sostituire quei mezzi che oggigiorno sembrano destinati all’obsolescenza – TV, carta stampata, cartelloni pubblicitari – e che dal 2017 sono puntualmente scavalcati da Internet, preferito dalle aziende come mezzo di comunicazione e promozione della propria attività.
Se sei interessato anche a tutto il mondo digital in relazione a quello del vino, leggi il nostro articolo IL LATO DIGITALE DEL VINO!
Fonte dati: ricerca condotta da FleishmanHillard – Omnicom PR Group Italia
[1] Classifica “Indagine sul settore vinicolo”, a cura dell’Area Studi Mediobanca. Milano, 12 aprile 2018.