[ Articolo scritto in collaborazione con Turismo Torino e provincia, l’ente provinciale di promozione turistica ]
Oggi tutti parlano di vermouth: da New York a Singapore i migliori bartender al mondo propongono alla propria clientela un vero simbolo della grande tradizione italiana.
Il vermouth è una vera eccellenza nazionale e piemontese: un vino aromatizzato nato alla fine del Settecento alla corte dei Savoia e subito diventato irrinunciabile per l’aristocrazia europea dell’epoca.
Il suo nome deriva dal tedesco wermut, termine utilizzato per indicare l’artemisia, erba aromatica che fin dalla sua origine caratterizza questo prodotto.
Tra le tante cose che caratterizzano Torino una forse è la meno conosciuta, e si tratta proprio del vermouth.
Il capoluogo piemontese oggi è famoso per la cioccolata, per la sua storia, per la bellezza delle sue piazze, per i portici, per i suoi caffè ma, ahimé, lo è meno per questa bevanda, allo stesso tempo così unica e così riconoscibile.
E’ finalmente tornato di moda, dunque, il vermouth.
Che sia bevuto liscio con una scorza di arancia oppure come ingrediente dei cocktail più famosi (dice niente il Negroni, l’Americano o il Manhattan?), questo tipico vino aromatizzato si sta riprendendo il posto che gli spetta tra i consumatori di tutto il mondo.
E parlo di mondo non a caso, perché dopo aver conversato con i gestori di molti locali di Torino, sembrano essere proprio gli stranieri in visita alla città i più affezionati e profondi conoscitori del vermouth, con i francesi (sì, proprio loro!) a guidare la classifica dei più ferventi appassionati.
Dunque una cultura, quella del vermouth, che è partita da lontano nel tempo e che ancora oggi solletica le papille gustative di coloro i quali cercano qualcosa di differente da bere ai loro aperitivi, qualcosa che sia unico e con una sua propria e precisa identità.
Per far conoscere il vermouth ai torinesi – e non solo – l’ente del Turismo di Torino si è fatto promotore di un’iniziativa bella ed interessante: Extra Vermouth.
Chiunque voglia deliziarsi gustando gli autentici vermouth di Torino IGP è sufficiente che si rechi in uno dei locali aderenti all’iniziativa e chiedere di Extra Vermouth.
I locali aderenti ad Extra Vermouth li puoi trovare QUI, la pagina ufficiale che Torino Turismo e provincia dedica a questa iniziativa.
La formula è la seguente: a seconda del locale in cui ti trovi, ti verranno proposti tre vermouth in purezza – solitamente uno bianco, uno rosso ed un dry – oppure, per chi li fa, un cocktail a base vermouth. Come dicevo poc’anzi, in entrambi i casi quelli che degusterai sono imprescindibilmente vermouth di Torino IGP, ovvero vermouth prodotti seguendo il disciplinare introdotto nel 1991, che ne regola la produzione.
Quando sono venuto a conoscenza di Extra Vermouth, da bravo ed orgoglioso torinese non ho saputo resistere e, dato che alle passioni non si comanda, è nata una bellissima collaborazione con Torino Turismo e provincia.
[ A questo link puoi trovare la mappa di Google Maps relativa ai locali che ho visitato ]
Gambe in spalla, mi sono messo a gironzolare per Torino seguendo i profumi e gli aromi del vermouth, scoprendo così locali, persone, cocktail e una disponibilità che spesso nel capoluogo piemontese viene – a torto – data per assente.
Il mio tour è iniziato in Piazza Vittorio Veneto, una delle piazze porticate più grandi in Europa. Ai piedi della collina, con il Po che placido scorre nel lato meridionale della piazza e con la Gran Madre che quasi la domina, questa parte di Torino è tra le più affascinanti della città.
LA DROGHERIA – Piazza Vittorio Veneto 16 bis/E
Inizio il tour di Extra Vermouth da quello che è uno dei locali più rinomati della movida torinese.
La Drogheria è nata da un’idea di Edoardo Colombo, e risale a una ventina di anni fa e occupa gli spazi di un’antica farmacia. Al suo interno si possono trovare sia gli arredi tipici delle farmacie di una volta (grossi armadi con ante in vetro e cassetti) che altri più moderni e molto raffinati e ricercati.
Per Extra Vermouth Edoardo ha scelto di puntare sulle tre tipologie di vermouth per eccellenza: il bianco (Mulassano), il rosso (Cocchi Storico) ed il dry (Chazalette ExtraDry della Regina).
La degustazione di questi tre vermouth avviene in abbinamento a un piatto di antipasti tipici torinesi e per concludere un dolce (il buonissimo “bunet”).

BORGIATTINO, FORMAGGI DAL 1927 – C.so Vinzaglio 29
Seconda tappa di Extra Vermouth dai miei amati formaggi. Borgiattino è un negozio di formaggi che rappresenta uno dei punti di riferimento in città per chiunque voglia deliziare il proprio palato con produzioni casearie particolari e rare, sia italiane che estere.
Luciano gestisce il locale con passione e accoglie i propri ospiti con delicatezza ed efficienza, così anche io ho potuto constatare quanto la fama sia legittima.
Da Borgiattino ho degustato i vermouth Drapò prodotti dalla Turin Vermouth (TuVè), l’ultima e tuttora unica azienda produttrice di vermouth presente sul suolo cittadino.
Anche in questo caso vi erano le tre tipologie classiche (bianco, rosso e dry) a cui si sono aggiunte, in via eccezionale, altre etichette come il rosè ed il Gran Riserva.
Sottolineo con piacere come tutti i vermouth degustati si siano rivelati di ottima qualità, ed ognuno è stato capace di esprimere il suo tratto distintivo, grazie alla sapiente scelta delle botaniche utilizzate per l’infuso da cui parte la produzione del vermouth.

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SMILE TREE – Piazza della Consolata 9c
Continuo il mio tour da Smile Tree, il cocktail bar situato proprio di fronte al maestoso Santuario della Consolata (una visita a questo basilica in stile barocco è fortemente consigliata).
Ero partito con l’idea di fare solo degustazioni di vermouth lisci, ma da Smile Tree mi sono dovuto ricredere, vista la fama di cui godono i cocktail che escono dalle sapienti mani dei suoi bartender, veri artisti del mixology.
Con curiosità ordino Le Vie en Rose, cocktail a base di vermouth di Torino, campari infuso alle rose, Porto e soda.
Risultato? Eccellente, e in questo caso il mio scetticismo si è taciuto di fronte a tanta bontà.
Per accompagnare mi è stata proposta una serie di stuzzichini molto piacevoli, sia per la qualità che per la quantità, e oltretutto molto ben studiati nell’abbinamento a questo particolare cocktail.

BōL HOUSE – Via San Francesco da Paola 4b
Quarta e ultima tappa del mio tour del vermouth di Torino da BōL House, ed è stata una scoperta entusiasmante.
Tutto parte da un pane, la cui forma è stata studiata appositamente e corrisponde pressapoco quella di un piccolo panettone che viene scavato ed il suo interno farcito in vari modi: dalla zucca e orata ai funghi e salsiccia, passando per una o più preparazioni vegetariane/vegane.
Il motto è: “you can eat all”, proprio perché si può mangiare tutto, dal ripieno al contenitore panaceo.
Per Extra Vermouth i ragazzi di BōL House hanno preparato dei mini bōl in chiave piemontese: vitello tonnato, acciughe in salsa (rossa), insalata russa, mentre il vermouth è quello Del Professore, un brand storico piemontese, buonissimo!
Anche in questo caso trittico di bianco, rosso e dry, un’autentica delizia abbinati con i mini bōl piemontesi.

Termina così il mio tour alla (ri)scoperta del vermouth di Torino; sono felice di averlo fatto perché adoro il vermouth e apprezzo chiunque scelga di promuovere una bellissima città – come quella piemontese – attraverso iniziative capaci di coinvolgere i prodotti tipici di un territorio.
Il vermouth è senza dubbio uno dei patrimoni italiani da difendere, e l’unico modo per farlo è conoscerlo e provarlo, lasciandosi travolgere dai suoi sapori dolcemente amaricanti.
Se sei curios@ e vuoi provare alcuni dei vermouth di Torino che ho degustato durante il tour, ecco qualche suggerimento:
Vermouth Del Professore bianco
Vermouth del Professore rosso
Chazalette ExtraDry della Regina
Cocchi Storico Vermouth di Torino
Se invece vuoi imparare a conoscere il vermouth, ecco qualche consiglio letterario:
Il Vermouth di Torino. Storia e produzione del più famoso vino aromatizzato
Il grande libro del Vermouth e dei liquori italiani –
Vermouth di Torino. Dai liquoristi del Settecento il nobile vino aromatizzato che inebria il mondo