Nel mezzo dell’oceano Atlantico, a poco più di mille km da Lisbona e di tremila da New York, si trova una verdissima isola vulcanica appartenente all’arcipelago delle Azzorre: Terceira.
Il suo nome indica il grado cronologico con cui venne scoperta (fu la terza dell’arcipelago) ed è anche la terza per estensione (circa 400 km²).
Tra tutte le isole delle Azzorre abbiamo optato per Terceira consapevoli di non scegliere quella più “famosa”; volevamo visitare e scoprire un’isola ancora autentica e relativamente poco turistica (quella più battuta dal turismo è São Miguel mentre quella più famosa a livello enologico è Pico), ma che allo stesso tempo avesse una storia enoica interessante e meritevole di essere raccontata. Terceira dunque faceva proprio al caso nostro.
Dal punto di vista eno-turistico, però, Terceira deve ancora fare molta strada, nonostante la storia del vino qui non manchi ed addirittura abbia nella zona di Biscoitos, a nord, una delle pochissime denominazioni delle Azzorre (le altre sono Pico e Graciosa, nelle omonime isole).
Se, per esempio, vi recate all’ufficio turistico di Angra do Heroismo, l’antica capitale delle Azzorre e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il consiglio che vi daranno se chiedete di cantine visitabili, sarà quello di recarvi a visitare il Museu do Vinho di Biscoitos.
Ad essere sinceri, a noi è sembrato un po’ poco.
Eppure facendo ricerche prima di partire avevamo trovato, anche se non senza una certa difficoltà, informazioni circa la storia del vino qui a Terceira; una storia che vede i vini fortificati nel ruolo del protagonista, vista l’importanza che nel passato le isole ebbero come porti intermedi per le grandi esplorazioni marittime portoghesi del XVI secolo dirette in America, Asia e Africa.
La viticoltura di Terceira si sviluppa intorno ad un bisogno comune e primario nelle isole dell’Atlantico: proteggere la vite dai venti oceanici, che essendo carichi di umidità danneggerebbero la pianta.
Ecco che allora compaiono i muretti a secco fatti di pietre laviche (chiamati localmente currais), che delimitano piccole parcelle di terreno, di forma quadrata o rettangolare, solitamente di pochi metri quadrati, all’interno delle quali trovano dimora poche piante.
In alcuni casi, però, si può veder crescere anche una sola pianta, la cui età non è risaputa ma abbastanza evidente viste le dimensioni del tronco e la lunghezza dei rami.
Solitamente la pianta cresce strisciante e posizionata all’interno di una buca scavata nella pietra vulcanica. Ma i vignaioli recentemente stanno utilizzando sempre più il guyot a filare, tenuto comunque più basso rispetto al nostrano per evitare di esporre la vite ai venti.
La varietà predominante è la Verdelho, e si pensa sia stata importata dalla Sicilia ai tempi di Enrico il Navigatore (XV/XVI secolo) dai Frati Francescani, sbarcati in quegli anni alle Azzorre e portatori di una cultura viticola fino ad allora assente tra i (pochi) residenti dell’arcipelago.
Ad oggi, purtroppo, non è stata effettuata alcuna prova sul DNA del Verdelho di Terceira per stabilire i suoi legami di parentela con altre varietà, quindi non si può dire con certezza se sia stata effettivamente portata alle Azzorre dalla Sicilia cinque secoli orsono.
Ma fatta un po’ di storia…dove andare per una visita in cantina?
Le strutture legate al vino che abbiamo visitato sono il già citato Museu do Vinho, la Adega Cooperativa e la Adega Quinta da Falencia, tutte a Biscoitos.
Segnaliamo, inoltre, altre due cantine che purtroppo non siamo riusciti a visitare: si tratta di Adega Dimas e Adega dos Ferreiros, entrambe sempre nel comune di Biscoitos (aperte solo nei fine settimana).
Adotta o regala un filare
Puoi scegliere tra l’adozione di un filare in Toscana (Chianti) o in Puglia (Salento). L’adozione del filare dura 12 mesi e può iniziare in qualsiasi momento. L’adottante riceverà:
- aggiornamenti e approfondimenti mensili via email;
- il certificato di adozione e verrà apposta la targhetta in legno personalizzata sul filare;
- n.6 bottiglie di vino prodotto con il vitigno scelto
Museu do Vinho
Il Museu do Vinho, gestito dall’azienda vitivinicola Brum (Casa Agrícola Brum) è piccolo ma molto interessante: presenta due spazi interni in cui sono esposti gli attrezzi anticamente utilizzati sull’isola, mentre all’esterno si trova un grande giardino “multidisciplinare”. Da una parte infatti si trova una parcella in cui compare il tipico vigneto di Terceira (isola di origine vulcanica), caratterizzato dalle “buche” nella lava solidificata, dalle piante striscianti e dai muretti a secco, e dall’altra un vigneto “didattico” in cui sono coltivate le varietà tipiche delle Azzorre. Dalla parte opposta ai piccoli vigneti, il giardino presenta una zona in cui poter ammirare le piante da fiore tipiche dell’isola.
INFO
Museu do Vinho, Canada do Caldeiro 3, 9760-054 Biscoitos
Orario: 13.30-16 (domenica e lunedì chiuso) – non occorre prenotare.
Nota: a causa del Covid le degustazioni sono state sospese; non escludiamo però che in futuro possano riprendere.
Adega Cooperativa dos Biscoitos
La Adega Cooperativa dos Biscoitos offre una breve visita allo stabilimento ed alla vigna circostante.
La produzione si concentra su due etichette, ottenute entrambe con la varietà Verdelho, storica ed ancora la più utilizzata qui a Terceira, vinificate una in acciaio e l’altra in barrique.
Noi abbiamo assaggiato la prima, in quanto della seconda avevano al momento esaurito le scorte essendo prodotta solo in determinate annate ed in piccole quantità.
Il vino, chiamato Magma come la roccia che caratterizza l’isola, è veramente e sinceramente isolano, con acidità e mineralità accentuate, sapido, con profumi tenui di fiori d’arancia e citrici.
INFO
Adega Cooperativa dos Biscoitos, Caminho de Santo António, Biscoitos
Orario: lu-ve 8-12/13-17 sab 8-13 dom chiuso – non occorre prenotare.
Adega Quinta da Falencia
Adega Quinta da Falencia è una piccola cantina familiare che ha scelto di rompere gli schemi di Terceira ed allevare il Riesling renano.
João Cota, il giovane vignaiolo che guida la piccola azienda, ha scelto questo vitigno di origine tedesca perché risulta molto resistente alle infermità che possono colpire le viti in presenza di umidità, come accade a Terceira.
Non che a Terceira faccia freddo, o eccessivamente caldo, ma il mix di venti costanti, carichi di umidità, e la tempra forte del Riesling hanno permesso a João di fare un vino decisamente diverso ma ottimo!
Nel suo “Lira do Norte”, l’etichetta che produce e commercializza alle Azzorre, l’aromaticità del Riesling si mescola alla perfezione con le note sapide dell’oceano, dando un risultato davvero spettacolare.
INFO
Adega Quinta da Falencia, Canada do Moinho, 9760-000 Praia da Vitória
Orario: aperta solo nel weekend, è indispensabile prenotare tramite la pagina Facebook.
Dove dormire a Terceira
Ecco un paio di consigli su dove dormire a Terceira; sono entrambi appartamenti immersi nel verde e tra i vigneti dell’isola, un paesaggio che sarà difficile dimenticare, situati in due parti opposte di Terceira, ma comunque a non più di mezz’ora d’auto dall’aeroporto.
Casa das Vinhas – Feteira
Wine House by Ponta Negra – Altares
Dove mangiare a Terceira
Non poteva mancare anche qualche consiglio su dove mangiare a Terceira.
Il primo è un caseificio in cui si lavora il latte vaccino e che produce dei formaggi di media stagionatura veramente ottimi. È possibile degustare un tagliere di quattro formaggi accompagnati da vino al calice di Terceira o birra. Si chiama Queijo Vaquinha ed è nel comune di Nossa Senhora do Pilar, sulla costa nord-occidentale dell’isola.
Il secondo consiglio è una pizzeria (eh già…) ad Angra de Heroismo, la città più importante di Terceira. Si chiama Mercatto di osteria e ve lo consigliamo sia per la qualità della cucina (la pizza è napoletana con il cornicione) e della carta dei vini, che per la qualità del servizio, attento, cordiale e con i giusti tempi (ottimi anche la focaccia, il tonno ed il tiramisù).
Terzo e ultimo consiglio, un ristorante, Caneta, al nord, tra i paesi di Biscoitos e Raminho. È un ristorante tipico terceirense, con una prevalenza di piatti di carne (ebbene sì, nonostante Terceira sia un’isola la cucina tradizionale prevede una predominanza della carne sul pesce).
In conclusione, Terceira ci è davvero piaciuta perché ha saputo sorprenderci con il verde lussureggiante, le mucche in ogni prato e la cordialità e disponibilità dei suoi abitanti.
Sotto l’aspetto enoturistico Terceira deve ancora trovare una sua collocazione ed identità; parlando con i vignaioli dell’isola abbiamo potuto constatare la loro volontà di cambiare l’attuale status quo, e noi crediamo – anzi siamo sicuri – che nel giro di un paio d’anni Terceira possa vedere un incremento di turisti attratti non solo dalla sua bellezza paesaggistica, ma anche dal suo vino e dalla sua storia.