VinNatur, e tutto l’universo che gli ruota intorno fatto di eventi, manifestazioni, incontri e degustazioni, è una creatura di Angiolino Maule, vulcanico vignaiolo vicentino che da più di vent’anni si è convertito alla viticoltura naturale.
Questo progetto, che ha visto i suoi albori nel 2006, raggruppa più di cento piccoli vignaioli in Italia e varie parti d’Europa, accomunati dalla voglia di creare qualcosa di talmente diverso ma concreto e reale da essere considerata una delle possibili strade future che imboccherà il mondo del vino.
O forse l’unica strada possibile, chissà.
Abbiamo recentemente partecipato all’evento organizzato a Genova, il VinNatur 2020, che ha raggruppato molti di questi produttori, con i quali abbiamo scambiato pensieri, opinioni e pareri circa il presente ed il futuro di questo movimento in continua crescita ed evoluzione.
La filosofia che li accomuna, di cui abbiamo discusso anche con Franco Giacosa nell’intervista che gli abbiamo dedicato, è basicamente un ritorno a pratiche meno invasive sia in vigna che in cantina da parte dell’uomo, e con la totale assenza di prodotti chimici in qualunque passo del processo di produzione del vino.
È fondamentalmente un ridimensionamento del ruolo dell’essere umano, inteso come pratiche non naturali applicate invece su larga scala da molti produttori; perché alla fine, il minor utilizzo di chimica nel vino si traduce con un maggior impegno in tutte le fasi, onde evitare che il prezioso nettare termini la sua evoluzione diventando aceto, o prenda altre derive che ne guasterebbero il risultato finale.
La pianta, la vite, diventa la protagonista che in un certo senso si “affranca” dall’essere umano, dal momento che per crescere sana ed automunirsi delle difese da malattie e parassiti, non ha certo bisogno dei prodotti chimici inventati dall’uomo.
Liberarsi da quella che con l’abuso diventa la dipendenza da questi prodotti, apre scenari immensi, dove l’uva ed il territorio – il terroir, per dirla alla francese – esprimono al massimo le loro caratteristiche, e le sperimentazioni diventano il mezzo attraverso il quale il vignaiolo dà la sua personale impronta al vino.
Questi a grandi linee sono i temi che animano il dibattito, e con i quali ci siamo amabilmente intrattenuti ai banchi di degustazione del VinNatur 2020 di Genova.
Abbiamo degustato vini incredibilmente “nuovi”, sia nel senso della vendemmia che nelle sensazioni che danno al palato ed al naso; sentori e sapori che poco hanno a che vedere con i vini definiti “convenzionali”, troppe volte standardizzati e sempre uguali a se stessi.
Come al solito, vi proponiamo le cantine che abbiamo degustato durante la fiera, con l’invito (neanche troppo velato) di conoscerle e provarle.
BARALE FRATELLI – Barolo (CN)
Abbiamo iniziato le degustazioni con una delle cantine storiche di Barolo, la Barale Fratelli che dal 1870 produce vino nella “capitale” enoica delle Langhe.
Questa cantina è un esempio di come la tradizione vitivinicola piemontese possa convertirsi al naturale ed entrare nel futuro, mantenendo altissima la qualità dei suoi prodotti.
Vedere e provare Dolcetto, Nebbiolo e Barbera naturali ti apre la mente, come quando Neo scopre la realtà che vive al di fuori di Matrix.
Per quanto queste varietà siano conosciute ed apprezzate un po’ ovunque, ti rendi conto di quante sensazioni inesplorate possa regalare un vitigno se coltivato secondo certi metodi.
Profondità ed eleganza, ma anche territorio e terreno, e non ultima la mano dell’uomo, sono le caratteristiche venute a galla degustando i vini di Barale.
Questi i vini degustati:
- Langhe Nebbiolo 2018
- Barbera Superiore La Preda 2017
- Barolo Castellero 2015
- Barolo Bussia 2015
PODERE ANIMA MUNDI – Lari (PI)
Siamo passati dal Piemonte alla Toscana per andare a trovare Leonardo e Marta di Podere Anima Mundi, piccola e bella realtà in provincia di Pisa.
Marta, franco-polacca, ha fondato questa cantina nel 2008 e la prima etichetta è uscita nel 2013; cinque anni durante i quali le piante presenti nei vigneti, quello che lei stessa definisce “il patrimonio della cantina” hanno ripreso a produrre dopo vari anni di semi-abbandono.
Un patrimonio ed una filosofia costituiti da varietà autoctone, con un’unica eccezione: troviamo così gli autoctoni Vermentino, Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino, Pugnitello e Foglia Tonda, ai quali si aggiunge il Sauvignon Blanc, del quale già erano presenti le piante e che Marta ha deciso di mantenere, forse per creare la classica eccezione che altro non fa che confermare la regola.
Buoni, insoliti e particolari, i vini di Anima Mundi sono il modo migliore di conoscere la Toscana vera e verace, quella alternativa ed innovativa, che parla un linguaggio nuovo ma rivolto a tutti.
Questi i vini degustati:
- Kiss & Fly, Vermentino 2019
- Kiss Kiss Bang Bang, Sauvignon Blanc 2019
- Gavagai, Canaiolo 2019
- Ironista, Ciliegiolo 2018
- Due Venti, Pugnitello 2018
- Mor di Roccia, Foglia Tonda 2018
CARLO TANGANELLI – Castiglion Fiorentino (AR)
Marco Tanganelli ha ereditato dal papà (o per meglio dire, dal “babbo”) la passione per la vigna, in quella Val di Chiana fortemente legata alle tradizioni agricole toscane.
Una tradizione che Marco applica con rigore e costanza, al punto che lui non è “diventato vignaiolo naturale”, lo è “sempre stato”.
Parlare con lui di vino significa fare un viaggio trasversale in Toscana, ed in men che non si dica ti ritrovi a discutere di Machiavelli, di Leonardo che devìa i corsi dei fiumi e delle bonifiche operate ai tempi dei Medici.
Il vino di Marco Tanganelli è estroverso come le sua personalità, schietto, diretto, che non nasconde nulla né si nasconde.
Trebbiano, Malvasia Bianca, Sangiovese e Merlot sono le varietà che coltiva nei suoi vigneti, dai quali riesce a creare vini che si esprimono al massimo della loro potenzialità olfattiva e gustativa.
Questi i vini degustati:
- Anatrino, Trebbiano 2018
- Anatraso Trebbiano e Malvasia Bianca 2013
- Cibreo, Sangiovese 2017
- Hera, Sangiovese e Merlot 2016
- Mammi Sangiovese 2016
TENUTA LA FAVOLA – Noto (SR)
È veramente una favola quella di Corrado e Valeria, perché della favola la loro cantina contiene tutte le caratteristiche.
Siamo nella Sicilia del lontano ‘800 (allora masseria), quando il nonno del nonno di Corrado acquista dei terreni in contrada Buonivini (sarà un caso?) a Pachino, dove pianta viti e ulivi. Ma la svolta avviene molti anni dopo, quando Corrado inizia a vinificare, aiutato ed incoraggiato da Cristoforo von Ritter, noto giornalista svizzero che si innamora dei suoi vigneti, e grazie al quale oggi possiamo gustare i vini di La Favola.
Vini che raccontano una storia di amicizia, fiducia e rispetto, e che sono splendidi ambasciatori della terra natia; vini di carattere, come il Nero d’Avola nella sua zona elettiva, il Frappato ed il Grillo, che dalle mani di Corrado vengono fuori nell’espressione intrinseca del varietale, aiutati da una vinificazione eseguita in antiche cisterne fatte di blocchi di pietra o in anfore di gres.
Questi i vini degustati:
- Bianco, Grillo e Moscato Bianco 2019
- Fravolato, Frappato, 2018
- Nero d’Avola, 2017
- La Favola, Nero d’Avola 2017
- La F’Avola, Nero d’Avola 2016
AGRICOLA VIRÀ – Gratteri/Cefalù (PA)
Dal sud est della Sicilia ci spostiamo al nord ovest per trovare Virà, giovane azienda i cui vigneti sono posti tra Cefalù e Gratteri, nel pieno del Parco delle Madonie.

Dalla chiacchierata con Vincenzo, giovane produttore che ha dato la virata naturalista all’azienda di famiglia, è emersa una storia di amore per la campagna nata da poco ma che in poco tempo ha cambiato radicalmente la sua vita.
Una passione autentica per i vini naturali e per la filosofia che li contraddistingue, che dal 2017 ha trovato il suo “naturale” sbocco in VinNatur.
Questi i vini degustati:
- Catarratto 2017
- Catarratto 2018
- Nero d’Avola 2019
BARRACCO FRANCESCA – Mazara del Vallo (TP)
È questa la storia di una cantina del trapanese che ha saputo reinventarsi grazie al vino naturale.

L’attività nasce all’inizio dell’800 come cantina che produceva il vino Marsala, e che nel corso degli anni ha visto varie trasformazioni finché Roberto ne prende le redini, ripristinando cantina e vigneti trascurati negli anni precedenti e decidendo di iniziare un progetto basato sui vini naturali.
I vini di Bruno, supportato in cantina dall’agronomo Ennio Gugliotta, sono tra i più particolari e anticonvenzionali che abbiamo degustato a VinNatur 2020.
Vini che ti sorprendono, a tratti fuorvianti, intriganti, da capire prima di emettere un giudizio, e che indubbiamente hanno un loro carattere; quei vini che, per quanto complessi e talvolta complicati, ti spingono a berne un altro calice, per vedere se la prima impressione trova conferma oppure no, e così via.
Questi i vini degustati:
- Catarratto 2018
- Catarratto (orange) 2017
- Guido, Cabernet Sauvignon 2018
MASTRO DI BAGLIO – Marsala (TP)
Il Baglio in siciliano è l’edificio che nei secoli scorsi riuniva tutte la varie anime di una azienda agricola ed il Mastro era colui che le gestiva, occupandosi in prima persona delle attività che vi si svolgevano.
Oggigiorno i “Mastri” sono cinque: Nino, Giacomo, Vincenzo, Vito e Daniele, che con passione, dedizione, costanza e amore per il territorio portano avanti le tradizioni di una terra da sempre legata alla viticoltura.
Ma che allo stesso tempo sono innovativi e spregiudicati, basti pensare alla scelta di fare vini monovarietali o all’idea di produrre un vino fermentato in bottiglia 100% Viognier. Risultato, una bollicina piacevolissima e allo stesso tempo semplice da bere e da abbinare. Curioso vero?
Questi i vini degustati:
- Baccarìa, Viognier 2019
- Nero d’Avola 2017
- Mascarìa, Nero d’Avola 2017
Purtroppo non abbiamo potuto incontrare molti altri vignaioli in quanto la seconda giornata dell’evento è stata annullata in ottemperanza all’ordinanza della Regione Liguria in seguito all’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus.
Alla fine della giornata, ci è tornato alla mente il detto secondo il quale il vino buono nasce dall’uva sana, ed abbiamo avuto la conferma di quanto nel caso dei vignaioli naturali trovi la sua concretizzazione.
La nostra impressione è di essere dentro ad un cambiamento, ed esserne testimoni è affascinante e quanto mai esaltante.