Anno 980 AD.
È questa la data storica di cui si ha documentazione per la prima volta di Villa Saletta, inteso come borgo dell’Alta Valdera (PI) dedito all’agricoltura e dove, tra le altre cose, veniva prodotto anche il vino.
Anno 2019.
È passato più di un millennio ed in quegli stessi luoghi – o quasi – si produce ancora vino. Il “quasi” è spiegato dal fatto che il borgo antico di Villa Saletta è disabitato da molti anni, e di fatto la cantina è situata più a valle, lungo la SP11 in località Montanelli, poco distante da Forcoli (mappa).
Appartenuta secoli orsono ai Riccardi, famiglia fiorentina di banchieri legata a quella dei Medici, la cantina odierna è un esempio di gestione moderna e funzionale, condotta con piglio autorevole ed ispirato dall’enologo David Landini, un passato a lavorare per le grandi firme del vino toscano ed un presente in una delle realtà più promettenti della regione.
Parlare oggi di Villa Saletta vuol dire considerare una tenuta che si estende per più 700 ettari, costituita da tre vallate all’interno delle quali si trovano boschi, coltivazioni agricole integrate, ville restaurate e destinate all’hospitality, il borgo medievale, ma soprattutto vigneti.
Vigneti che rappresentano il core business dell’economia dell’azienda, e si estendono a macchia di leopardo nella tenuta per un totale di 25 ettari, negli anni a venire destinati progressivamente ad aumentare fino ad un massimo di 40.
Quella di limitare il numero di ettari vitati è una delle tante scelte coraggiose di David orientata a garantire vigneti di grande qualità. Fondamentale in questo senso la decisione di mantenere il territorio il più inalterato possibile, vista l’importanza del ruolo che il bosco e le altre coltivazioni agricole ricoprono per i vigneti, finalizzato a stimolare la biodiversità utile all’equilibrio dell’ambiente.
Vigna Torrino, per esempio, è un fazzoletto di terra con un bellissimo vigneto ricavato nel bel mezzo del bosco, posto sul crinale di una collina. Il Torrino è un’antica torre di avvistamento eretta nel 1865 circa, il cui intorno è stato successivamente ridisegnato a vigneto circolare, creando un colpo d’occhio di forte impatto.
Vigneti trattati come figli, destinatari di cure amorevoli il cui obiettivo è fare in modo che crescano sani e che diano un’uva esemplare e, a sua volta, sana. Partendo dal terreno, non trattato con sostanze chimiche ma solo con i metodi naturali del sovescio e favino, fino alla lotta ai parassiti che si sviluppa attraverso la confusione sessuale contro la tignola o la nuova tecnica del lancio di insetti per combattere la cocciniglia in modalità biologica.
Da quando nel 2015 è iniziata la gestione di David Landini, è avvenuta un’opera di ristrutturazione e ridistribuzione dei vigneti della tenuta. Sono state introdotte varietà come il Merlot ed i Cabernet Franc e Sauvignon, che con il Sangiovese costituiscono l’attuale parco ampelografico dell’azienda.
Queste varietà crescono in vigneti distanti tra loro, su terreni e microclimi con caratteristiche differenti riscontrabili nel vino sotto forma di sfumature tipiche del terroir su cui crescono, facendo sì che ogni vino sia distinto e distinguibile.
I vini di Villa Saletta sono il risultato di tecniche all’avanguardia orientate al biologico e del profondo ed accurato lavoro in vigna che precedono quello in cantina, dove David è alla continua ricerca di quella finezza ed eleganza che i suoi vini devono sempre avere, lavorando sulle tipicità delle uve vendemmiate nei vigneti dislocati per la tenuta.
Un fil rouge che unisce i suoi vini, dunque, ottenuto grazie ad una malolattica svolta in barrique di rovere francese, in grado di smorzare le note più aspre e pungenti trasformandole in altre più morbide, cremose e balsamiche. Questo procedimento è tipico di alcune zone della Francia e di Bordeaux in particolare, mentre in Italia David è l’unico a seguirlo, segno di una volontà e di una ricerca mai dome, orientate allo sviluppo di un prodotto che rispecchi la sua idea di perfezione nel vino.
I VINI DI VILLA SALETTA
La gamma comprende sette vini, tra cui lo Spumante Rosato Metodo Classico, il Rosé e cinque vini rossi. In una carta in cui le uve rosse sono le assolute padrone, vediamo come si sono comportati i “figlioli” di David all’assaggio.
SPUMANTE ROSATO METODO CLASSICO 2013 (Sangiovese).
Dosaggio zero e affinamento per 38 mesi sui lieviti in bottiglia danno volume al vino, in aggiunta ad un grado zuccherino ai minimi termini degno di un Extra Brut. Grande maestria dell’enologo in cantina e assoluta qualità delle uve utilizzate provenienti da un unico vigneto, producono un naso di fragola di bosco con accenno di crosta di pane, in bocca l’acidità è decisamente piacevole e la sua struttura non complicata rendono questo spumante ideale anche su antipasti o piatti non complessi.
ROSÉ 2018 – IGT Rosato Toscana (Sangiovese, Cabernet Franc e Sauvignon, Merlot in proporzioni uguali).
Uve rosse vinificate in bianco, con poche ore di macerazione sulle bucce, donano un colore rosa pallido ma brillante. Al naso sentori di frutta fresca e minerali, in bocca una piacevole morbidezza che finisce con un’acidità compensata dalla nota fruttata.
CHIANTI DOCG 2015 (Sangiovese 92%, Merlot 4%, Cabernet Sauvignon 4%).
Rispecchia la tradizione questo Chianti DOCG, con prevalenza di Sangiovese accompagnato dal Merlot che ne smussa le note più dure ed il Cabernet Sauvignon a donare balsamicità e struttura. Affinamento in botti di rovere e barrique prima dell’imbottigliamento, fase dalla durata di almeno un anno. Gli aromi floreali e di frutta a bacca rossa (quasi in confettura) seguono l’esame visivo che denota un rosso rubino intenso con riflessi violacei. I sapori sono intensi ma equilibrati, con note di ciliegia che sul finale diventano amarognole, ricordando la china ed il rabarbaro.
CHIAVE DI SALETTA 2015 – IGT Rosso Toscana (Sangiovese 50%, Cabernet Sauvignon 20%, Cabernet Franc 20%, Merlot 10%).
Questo blend di uve vinificate separatamente e successivamente assemblate, porta con sé i tratti peculiari di ciascuna di esse creando il SuperTuscan della casa. Vino speziato, sapido, con aromi di cioccolato fondente, la cui caratteristica più evidente è quella vellutata in bocca, davvero piacevole e gradevolmente persistente.
SALETTA RICCARDI 2015 – IGT Rosso Toscana (Sangiovese).
Vino che parla toscano e di Toscana questo Sangiovese in purezza, con grappoli selezionati a mano ed un lavoro di cantina lungo e meticoloso. A degustarlo si confonderebbe con un Brunello, tante sono le affinità aromatiche. Note agrumate, balsamiche, minerali, elegantemente seguite da quelle di legno che però non le sovrasta. Complesso e strutturato, con un corpo notevole ed una persistenza lunga e piacevole, insieme al Saletta Giulia è il vino di punta, dedicato alla famiglia Riccardi che secoli orsono credette nelle potenzialità vitivinicole di questo territorio.
SALETTA GIULIA 2015 – IGT Rosso Toscana (Cabernet Franc 60%, Cabernet Sauvignon 40%).
Taglio tipicamente bordolese e fermentazione in barrique per quello che è il vino più francofono dell’azienda. Vino top di gamma che richiede lavorazioni lunghe e manuali, tanto in vigna quanto in cantina, dove le uve sono sottoposte a una fermentazione malolattica in barrique di rovere ed affinate per 20 mesi, seguite da un ulteriore affinamento in bottiglia di sei mesi. La liquirizia e le note tostate si aprono anticipando un sapore morbido con retrogusto di cioccolato fondente. Vino con un gran corpo, quasi cremoso, tannini morbidi e persistenza in bocca lunga e gradevole.
Completa la carta dei vini il 980 AD, il vino “fuori scala”, il vino immagine di Villa Saletta. Il nome ovviamente ricorda l’anno in cui per la prima volta Villa Saletta compare su un documento scritto ed indica anche il numero di bottiglie prodotte per ogni annata. Trattasi di un Cabernet Franc in purezza che viene commercializzato solo in magnum, vino esclusivo e molto raro.
OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA “ITALIANO” (Leccino, Frantoio, Moraiolo, Razzo e Mignola).
Anche l’olio EVO fa parte della famiglia, costituito da un blend di cultivar autoctone toscane e nel caso della Razzo e Mignola addirittura pisane. L’olio EVO di Villa Saletta ha note di erba fresca, e leggermente di carciofo. Il colore è giallo-verde brillante, con un accenno di doratura. Il sapore è delicato, poco amaro e una nota di piccantezza che punge la lingua senza dare fastidio. Ideale per una bruschetta o una toscanissima pappa al pomodoro.
Villa Saletta è una tenuta ricca di storia, testimone di una tradizione che da un lato rappresenta un patrimonio importante, dall’altro un’eredità che si sta pian piano evolvendo, trasformando, sotto la guida di persone che come David amano quel territorio e vogliono vederlo sotto una luce nuova, positiva, orientata al futuro e soprattutto rispettosa della natura e dei suoi ritmi.
Molte volte si chiede solo un’occasione. Villa Saletta la sta vivendo ora, e la sta sfruttando al massimo delle sue potenzialità.
VISITE IN CANTINA
Le visite in cantina si articolano su tre offerte:
- la Chianti Experience, visita in cantina e degustazione di due vini e dell’olio EVO, durata 1 ora;
- la Villa Saletta Experience, visita in cantina e degustazione di tre vini e dell’olio EVO, durata 1 ora e mezza;
- la Riccardi Experience, visita a vigneto e brindisi al Torrino, visita in cantina e degustazione di quattro vini e dell’olio EVO; durata 2 ore.
Le visite sono prenotabili fino a un giorno prima al numero (+39) 0587 628121 o all’indirizzo email info@villasaletta.com.