Il Vegamaro è il primo vino vegano al mondo ottenuto da negramaro in purezza.
Ma…un vino vegano, cosa significa?
Il vino -purtroppo- non è vegano di per sé, contrariamente a quanto la maggior parte di noi possa pensare.
Spesso per la sua produzione vengono utilizzate albumina, caseina, colla di pesce e prodotti a base di chitina.
Nei vini vegani invece è fatto assoluto divieto di utilizzare sostanze di origine animale durante tutte le fasi del processo produttivo (dalla vinificazione al finissaggio, dall’affinamento all’imbottigliamento) come l’albumina o la caseina, o additivi/coadiuvanti OGM. In sostanza, il fatto che un vino sia vegano non ne cambia il gusto. Cambia, invece, il modo di ottenerlo.
Il Vegamaro, prodotto dalla Cantina Feudi di Guagnano, in provincia di Lecce, esclude appunto l’impiego di qualsiasi additivo o coadiuvante di origine animale sia al suo interno, che in tutte le varie fasi del processo produttivo.
In questo caso ad esempio, il chiarificante usato è di origine vegetale ed è estratto dalla patata, mentre nei vini tradizionali il chiarificante è di origine animale (caseina, albumina).
A garanzia di ciò, tutto il processo produttivo, dalla vinificazione all’imbottigliamento, è stato certificato da ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale).
Anche la bottiglia è stata progettata in ottica eco-sostenibile, essendo molto leggera (350g rispetto ai 500-600g abituali) e con un tappo completamente riciclabile, ricavato da biopolimeri rinnovabili a base vegetale estratti dalla canna da zucchero.
Ma veniamo alla parte più intrigante, la degustazione!
Io ho accompagnato il Vegamaro con uno squisito risotto agli asparagi, una zuppa di orzo e lenticchie, taccole stufate con pomodoro e cipolle e cavolfiore al vapore.
Vegamaro è un vino fruttato, non particolarmente complesso in quanto non fa barrique, quindi di facile lettura e beverino, che ben si accompagna ai piatti vegan.
Vendemmia 2015, si presenta alla vista con colore rubino trasparente e luminoso.
Al gusto, spiccano note fruttate e sentori di ciliegia e lascia una buona persistenza e freschezza.
In chiusura si avvertono anche lievi profumi speziati, che si noteranno di più nel tempo, se riuscirete a non aprirlo e lascerete così il vino affinare in bottiglia 😉
Di fatto insomma, Vegamaro non presenta alcuna differenza gusto-olfattiva rispetto a un “normale” vino e, infatti, risulta molto apprezzato anche dai cosiddetti consumatori “convenzionali”.
A questo punto, quindi, lancio la mia proposta: perché non fare in modo che tutti i vini siano vegani e non contengano additivi e/o ingredienti di origine animale?