L’1 e 2 Marzo si è svolta, a Lido di Camaiore, Terre di Toscana, una delle manifestazioni enoiche più importanti della regione, oramai giunta alla tredicesima edizione.
Un parterre di produttori di tutto rispetto, in cui ai nomi più altisonanti del panorama enoico toscano si sono affiancate piccole e giovani realtà, a dimostrare di quanto questa regione stia cercando di fare un balzo nel futuro, senza cambiare però troppo la sua fisionomia.
Il confronto diretto con i vignaioli è sempre molto interessante, e si impara in ogni occasione qualcosa di nuovo, che ti mette quella curiosità che cerchi di soddisfare appena rientri a casa.
Anche a Terre di Toscana abbiamo imparato qualcosa di nuovo, parlando con produttori grandi e piccoli, la maggior parte dei quali sempre disponibile a presentare i propri vini, con il giusto orgoglio di un genitore nei confronti della propria creatura.
La manifestazione è stata ben organizzata e curata dalla rivista AcquaBona presso l’Hotel Una Esperienze Versilia Lido; oltre alle zone (due) in cui hanno trovato spazio i banchi di assaggio del vino, ve n’era una dedicata alla gastronomia locale, con vari stand presso i quali era possibile gustare le molte prelibatezze legate alla tradizione locale.
Le due giornate sono filate via piacevoli, le degustazioni hanno stimolato la nostra curiosità e le nostre papille gustative, attivate ed alla costante ricerca di sentori particolari e dell’immancabile tocco umano, in cui finalmente si inserisce con determinazione quello femminile, a dimostrazione che di maschile il vino ha solo la sua forma grammaticale.
Andiamo dunque a scoprire quali cantine e quali vini abbiamo assaggiato in questi due giorni di Terre di Toscana.
AMERIGHI STEFANO
Vignaiolo naturale di Cortona, in provincia di Arezzo, profondamente legato alla Syrah, l’unica varietà che coltiva e che considera riflettere al meglio le caratteristiche del territorio.
È uno degli esponenti di punta del movimento del vino naturale, che contribuisce a far crescere ed evolvere attraverso una serie di spunti ed “impulsi” critici che stimolano il dibattito all’interno del mondo del vino.
I suoi vini sono prodotti senza l’utilizzo di prodotti chimici, in qualunque fase della produzione, e la pigiatura delle uve avviene nel modo tradizionale, con i piedi.
Vini, dunque, differenti che riflettono il territorio e fatti per far conoscere la mano dell’uomo che li produce, piuttosto che accontentare il palato del consumatore.
Questi i vini degustati:
Rosato 2019 – Syrah
Julie e Giulia 2018 – Syrah
Cortona Syrah 2017
CASTELLO DI ALBOLA
Immerso negli splendidi scenari del Chianti Classico, il Castello di Albola porta con sé il fascino del terroir unico di quest’area.
L’edificio principale settecentesco è il cuore pulsante della tenuta, immersa in 125 ettari di terreni vitati, ad un’altitudine compresa tra i 350 e 650 slm.
Il vitigno principale è il Sangiovese, che con il Cabernet Sauvignon e lo Chardonnay costituiscono le varietà coltivate.
Questi i vini degustati:
Maremma Toscana Rosato Syrosa 2019 – Syrah
Chianti Classico 2017 – Sangiovese
Chianti Classico Riserva 2016 – Sangiovese
Chianti Classico Gran Selezione Santa Caterina 2016 – Sangiovese
DUEMANI
Azienda biodinamica a Riparbella (PI), sulla costa toscana, dove vengono coltivati gli 11 ettari vitati a Cabernet Franc, Syrah e Merlot.
Attenzione al territorio, metodi non invasivi nella coltivazione e recipienti per la vinificazione poco impattanti sul risultato finale, come cemento, terracotta e cocciopesto, oltre a grandi tini in legno e barriques di secondo e terzo passaggio.
Le etichette sono cinque, di cui solo una è un blend di Merlot e Cabernet Franc nelle medesime quantità; gli altri sono l’espressione pura che un monovitigno può dare del territorio in cui viene coltivato.
Questi i vini degustati:
CiFRA 2018 – Cabernet Franc
Altrovino 2017 – Merlot e Cabernet Franc
Duemani 2017 – Cabernet Franc
Suisassi 2017 – Syrah
Duemani 2010 – Cabernet Franc
FATTORIA DI MAGLIANO
Interessante azienda vitivinicola nata nel 1996 di Magliano in Toscana (GR), i cui vigneti sono situati prevalentemente in zona collinare, e digradano dai 300 m fino al Mar Tirreno.
Dal 2016 certificata biologica sull’intera gamma delle sue etichette, a riprova della cura con cui vengono gestiti i vigneti; un rispetto per il territorio dimostrato dall’utilizzo in vigna dei soli prodotti consentiti dal disciplinare bio, vale a dire zolfo e rame, e niente altro.
Cinquantadue ettari di terreno vitato in cui trovano spazio varietà come Sangiovese e Vermentino principalmente, seguite in parte minore da Syrah, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot.
La particolare impronta femminile dei vini di Magliano è data dall’enologa Graziana Grassini, una delle più importanti professioniste del mondo del vino toscano e non solo. Il risultato sono vini snelli e profumati, schietti e senza fronzoli, che parlano della varietà e del terreno da cui provengono.
Questi i vini degustati:
Maremma Toscana Vermentino Pagliatura 2019
Maremma Toscana Ansonica Brissaia 2019
Maremma Toscana Rosso Sinarra 2016 – Sangiovese
Maremma Toscana Rosso Altizi 2016 – Cabernet Franc
Maremma Toscana Syrah Perenzo 2016
Maremma Toscana Rosso Poggio Bestiale 2015 – Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot
FATTORIA KAPPA
L’enologo Andrea Di Maio gestisce questa piccola e bella realtà vitivinicola di Castellina Marittima (PI), nata nel 2005.
Vengono coltivati i vitigni cosiddetti “internazionali” quali Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e la Syrah e le varie fasi della lavorazione in vigna ed in cantina seguono le regole della biodinamica, evitando quelli che Andrea definisce “intrugli”.
La proprietà della cantina è austro-tedesca, ed Andrea è l’enologo-vignaiolo, colui che segue tutto il processo produttivo e che con buon senso interpreta ciò che il territorio e le varietà coltivate gli danno, regalandoci dei vini che fanno della finezza la loro caratteristica distintiva.
Questi i vini degustati:
Etabeta 2019 – Vermentino e Viognier
Lambda 2017 – Cabernet Franc, Cabernet Sauvgnon, Syrah, Merlot e Petit Verdot
Kappa 2016 – Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Syrah
FORTULLA
Il progetto nasce nel 1994, quando Fulvio Martini compra i terreni nei pressi di Castiglioncello (LI), per ricreare una zona a forte impatto impatto viticolo quale lo era stata nel passato.
Si creano quindi cinque ettari dedicati ai rossi con le varietà Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e due per i bianchi con Vermentino, Viognier e Petit Manseng; i vini sono tutti biologici e l’azienda è certificata bio dal 2014.
Ottima anche la produzione di olio, ottenuta dalla coltivazione delle cultivar tipiche toscane, come Leccino, Frantoio, Moraiolo e Maurino.
Questi i vini degustati:
Terratico di Bibbona Vermentino Serpentino 2019
Epatta 2019 – Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon
Pelagico 2018 – Petit Manseng
Fortulla 2015 – Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon
Sorpasso 2014 – Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot
GIARDINI RIPADIVERSILIA
Cantina attiva dagli oramai lontani anni ‘80 e via via cresciuta sempre più, nella continua ricerca di valorizzare un territorio con grandi potenzialità come la Versilia, nella provincia di Lucca.
A cinque km dal mare, oggi gli ettari vitati sono tre posizionati laddove il vento può arrivare e far sentire il suo benefico influsso sulle vigne, asciugandone l’umidità e riducendo la presenza di muffe e batteri.
Le varietà coltivate sono il Vermentino, la Malvasia e la Traminer per i bianchi, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah per i vini rossi.
Quattro i vini prodotti, di cui un passito, ognuno con una spiccata personalità data dal terreno e dal mare, fattori che, insieme alla mano dell’uomo, garantiscono un’elevata qualità delle uve e dal vino successivamente.
Questi i vini degustati:
Colli e Mare 2018 – Vermentino e Malvasia
Vis Vitae 2017 – Cabernet Sauvignon e Merlot
I LUOGHI
A Castagneto Carducci (LI), poco distante da Bolgheri, sorge questa cantina tra il mare e le colline, garanti di condizioni pedo-climatiche favorevoli che ne fanno una zona altamente vocata.
Gli otto ettari di vigneti sono coltivati a conduzione biologica e biodinamica, permettendo alle viti di esprimersi al massimo del loro potenziale senza l’aggiunta di prodotti di sintesi chimici.
La viticoltura consapevole è soprattutto questo, e l’uomo si limita ad interpretare ciò che la vigna gli dà ad ogni vendemmia, differente dalla precedente e per questo motivo ancora più esaltante.
Due vitigni coltivati, Cabernet Sauvignon e Franc, e quattro vini prodotti, due blend e due monovitigno, a dimostrazione della duttilità sia dei vitigni che delle mani che se ne prendono cura.
Questi i vini degustati:
I Luoghi Rosso 2016 – Cabernet Sauvignon
I Luoghi Franco 2016 – Cabernet Franc
Bolgheri Rosso Superiore Podere Ritorti 2016 – Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc
Bolgheri Rosso Superiore Campo al Fico 2016 – Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc
PIEVE DE’ PITTI
Interessantissima realtà di Terricciola, la zona in provincia di Pisa più vocata alla viticoltura; qui Caterina Gargari segue con passione le sue vigne, con una semplice ma importante regola: nessun pesticida, nessun fertilizzante chimico, nessun diserbante.
Crescono così le sue viti, ed il suo ruolo di vignaiola viene esaltato dal risultato dentro la bottiglia, in cui i vari vitigni di Vermentino, Trebbiano, Syrah, Merlot, Sangiovese, Canaiolo, Malvasia Nera donano a chi li degusta la sensazione del vino fatto bene, in ogni sua componente.
Questi i vini degustati:
Aprilante 2018 – Vermentino
Tribiana 2016 – Trebbiano
Scopaiolo 2016 – Syrah
Appunto 2016 – Merlot
Chianti Superiore Cerretello 2016 – Sangiovese, Canaiolo e Malvasia Nera
Chianti Riserva Moro di Pava 2013 – Sangiovese
PODERE FEDESPINA
Circondata dai monti della Lunigiana e dall’Appennino Toscano, la cantina di Antonio Farina e Mirta Fedespina inizia a vinificare dalla vendemmia 2006, la prima della loro storia.
Un territorio vocato che gode di una posizione invidiabile, circondato dalle montagne, che vede al suo interno i vigneti della cantina, coltivati a Merlot, Ciliegiolo e Pinot Nero, quest’ultimo – secondo noi – la vera peculiarità di Fedespina.
Non si definiscono biologici, ma lo sono a tutti gli effetti, e forse anche di più, vista la totale assenza di diserbanti, concimi chimici, chiarifiche e filtrazioni.
I vini sono dunque la reale espressione del vitigno, dell’uomo e del territorio.
Questi i vini degustati:
Spinorosso 2017 – Merlot e Ciliegiolo
Fedespina 2017 – Pinot Nero
Ca’ 2016 – Merlot
PODERE MARCAMPO
Genuino del Duca, ex carabiniere abruzzese trasferito in Toscana, dopo molti anni passati nella ristorazione nel 2003 acquista il podere in loc. San Cipriano, poco distante da Volterra (PI).
Ristrutturata la tenuta settecentesca, nasce nel 2005 il vigneto, seguito da Genuino e sua figlia Claudia, coltivato a Vermentino, Sangiovese, Merlot, Pugnitello e Ciliegiolo.
Un’azienda familiare che ha all’attivo cinque etichette IGT, due grappe ed un olio EVO, ed una passione per la cultura vitivinicola della zona, in cui già gli Etruschi producevano vino millenni orsono.
Questi i vini degustati:
Terrablu 2019 – Vermentino
Severus 2017 – Sangiovese
Giusto alle Balze 2016 – Merlot
PODERE SAPAIO
Nel comune di Castagneto Carducci si trova il Podere Sapaio, nato nel 1999 dalla volontà di Massimo Piccin, ingegnere di Vittorio Veneto innamoratosi della Toscana di Bolgheri.
Un vigneto di 16 ettari nella Doc Bolgheri e 9 nel comune di Bibbona, poco distante, e la prima vendemmia è datata 2004.
Vignaiolo atipico per quella zona, in quanto sperimentatore di nuove vie, come quando il suo Bolgheri Superiore Sapaio è uscito dalla DOC per diventare un IGT, all’insegna della continuità dell’identità dell’azienda, alla continua ricerca della qualità senza compromessi per quanto riguarda le uve a disposizione al momento della vendemmia.
Questi i vini degustati:
Bolgheri Rosso Volpolo 2017 – Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot
Sapaio 2016 – Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot
Sapaio 2010 – Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot
TENUTA DI GHIZZANO
È una delle cantine storiche della zona, fondata negli anni ‘80 da Pierfrancesco Venerosi Pesciolini, nel comune di Ghizzano di Peccioli (PI), quando il vino italiano attraversava una profonda crisi.
In un periodo così complicato, lui decise di investire nel vigneto ed iniziare a vinificare, e fu così che nel 1985 arrivò il primo vino della casa, il Veneroso, dedicato ad un antenato della famiglia, il primo che iniziò nei secoli scorsi l’agricoltura e la viticoltura nella famiglia.
Ad oggi Tenuta di Ghizzano è una delle cantine, oltre che storiche, anche più importanti della provincia, ed i suoi vini, tutti biologici, sono apprezzati in molti Paesi oltre confine.
Questi i vini degustati:
Il Ghizzano Bianco 2019 – Vermentino, Trebbiano e Malvasia Bianca
Terre di Pisa Veneroso 2016 – Sangiovese e Cabrnet Sauvignon
Nambrot 2017 – Merlot, Cabernet Franc e Petit Verdot
Una bella degustazione seriale, che ha coinvolto molte cantine della Toscana, ognuna impegnata in un progetto che punta a portarle lontano, tutti con una lungimiranza che al giorno d’oggi è fondamentale, se si vuole far evolvere non solo la propria cantina, ma tutto il mondo del vino, bisognoso di rinnovarsi e di trovare la via che lo proietti nel futuro.