PIETRO BECONCINI WINERY: IL TEMPRANILLO IN TOSCANA

di Cristian
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Il Tempranillo è una varietà di uva di origine spagnola, coltivata nella regione de La Rioja, forse quella qualitativamente più importante del Paese, soprattutto quella grazie alla quale il vino spagnolo è famoso nel mondo.

Da qualche anno la Spagna non è più la sola in Europa, infatti cercarlo altrove vuol dire imbattersi in Leonardo Beconcini e la sua Pietro Beconcini Winery.

La storia della cantina inizia intorno agli cinquanta del ‘900, quando il nonno di Leonardo riscatta i terreni gestiti fino ad allora a mezzadria di proprietà dei Marchesi Ridolfi a San Miniato (PI), dando inizio ad una coltivazione dapprima polivalente e solo successivamente diventata vigneto sotto la gestione del padre di Leonardo, che a sua volta gli subentra agli inizi degli anni Novanta. 

Tre generazioni ed un’esperienza infinita si riassumono quindi sotto la guida moderna di Leonardo, la cui passione per l’innovazione nel mondo del vino l’ha portato a sperimentare la coltivazione di questa varietà, il Tempranillo, in un territorio differente rispetto a quello di elezione (mappa).

Come dicevamo questa uva è tipica di una zona della Spagna, la Rioja, nota in tutto il mondo come una delle regioni qualitativamente più prolifiche della nazione; questa fama è merito soprattutto del Tempranillo, che in questa regione ha trovato le caratteristiche ideali per far crescere e sviluppare un’uva dalle note particolari e uniche.

Le caratteristiche pedoclimatiche delle due zone in questione sono simili per certi aspetti e differenti per altri, motivo per cui questa iniziativa sarebbe potuta sembrare avventata; ma la realtà, come spesso accade, dipana i dubbi e le incertezze, trasformandoli in un successo clamoroso.

Ma per capire bene la genesi di questo esperimento dobbiamo fare qualche passo indietro e ripercorrere la Via Francigena qualche secolo fa, quando questa era la maggiore via di comunicazione sulla nostra penisola che conduceva a Roma e che ancora oggi attraversa i suoi vigneti.

Come si può immaginare, tra i tanti viandanti che partivano dall’Europa molti erano gli spagnoli che affrontavano il lungo pellegrinaggio religioso fino alla capitale. Durante il loro lento cammino, tra i molti borghi che incontravano c’era, e c’è tuttora, San Miniato, sede della diocesi e di conseguenza tappa intermedia quasi obbligata.

Facciamo un salto avanti e arriviamo ai giorni nostri, allorché Leonardo decide di far analizzare dall’Università di Firenze una varietà che non conosce presente nel suo vigneto e che non presenta i tratti caratteristici delle uve tipiche della zona. I risultati sono tanto sorprendenti quanto inequivocabili: il campione di Leonardo è una varietà di Tempranillo, che lungo i secoli si è adattata perfettamente a questo ambiente. Vari studi e ricerche storiche sono attualmente in corso, e la teoria che ha sviluppato Leonardo consiste nell’attribuire ai pellegrini provenienti dalla Spagna la “responsabilità” di questa presenza inconsueta nel nostro territorio.

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Puoi scegliere tra l’adozione di un filare in Toscana (Chianti) o in Puglia (Salento). L’adozione del filare dura 12 mesi e può iniziare in qualsiasi momento. L’adottante riceverà:

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  • il certificato di adozione e verrà apposta la targhetta in legno personalizzata sul filare;
  • n.6 bottiglie di vino prodotto con il vitigno scelto

Un’opportunità del genere non poteva essere trascurata e Leonardo non l’ha fatto. Molte delle piante di Tempranillo che aveva fatto analizzare erano vecchie ma ancora prolifiche, a piede franco e prefillossera, piantate intorno ai primi anni del Novecento. La loro longevità e la loro produttività hanno convinto il vignaiolo ad intraprendere una nuova strada, piantando un vigneto interamente a Tempranillo, cosa unica nel panorama vitivinicolo non solo toscano, ma addirittura nazionale.

La vigna che oggigiorno è coltivata a Tempranillo, 4,5 ettari sui 14 dell’azienda tutti a regime biologico, è in grado di esprimersi al suo massimo potenziale, con i grappoli che quando raggiungono la perfetta maturazione sono tanto belli da vedersi quanto buoni da mangiare.

La vigna di Tempranillo

Ed è così che questa varietà, conosciutissima in Spagna e non solo, è riuscita ad adattarsi e a dare il suo frutto migliore, aiutata non poco dalle amorevoli cure di Leonardo.

L’esperimento è talmente riuscito che i suoi due vini ottenuti dal Tempranillo, IXE e Vigna Le Nicchie, sono apprezzati ovunque, anche in Spagna dove è presente con due importatori, situati uno a Barcellona e l’altro addirittura a Logroño, capitale della già citata Rioja.

Quello che fa di Leonardo un vignaiolo atipico in una terra come la Toscana, è la sua scelta di non coltivare varietà internazionali classiche del bordolese: alla Pietro Beconcini Winery non si trova traccia di Cabernet, Merlot, Syrah, Chardonnay.

Qui, al netto del Tempranillo, si parla soprattutto italiano con il Sangiovese, il Canaiolo, la Malvasia Nera, il Trebbiano e la Malvasia Bianca (lunga), tutte varietà nobili tipiche di una regione nobile come la Toscana, ricca di vitigni autoctoni dall’enorme potenziale.

La vigna di Sangiovese

La  varietà di vini prodotti da Leonardo segue un percorso che va, come da motto aziendale, dalla tradizione all’innovazione, le due anime che caratterizzano il lavoro in vigna ed in cantina di Leonardo. Un percorso che si potrebbe definire la Via Francigena del vino, in cui vengono interpretati i valori tradizionali intrinsechi della zona contrapponendoli alla naturale innovazione dettata dai tempi moderni che, giustappunto, nella sua vigna prende il nome di Tempranillo.

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I VINI DALLA STORIA

PRS anno zero – Toscana IGT (Malvasia lunga). Insieme al VEA sono i primi vini bianchi della storia di Beconcini. La Malvasia viene fuori con tutta la sua aromaticità al naso, in bocca è pieno e morbido, con un retrogusto amarognolo molto piacevole.

VEA anno zero – Toscana IGT (Trebbiano). Fermentazione in rosso sulle bucce per 23 giorni, dopodichè 2 mesi di barrique. Vino sincero, con spiccata acidità ed un grado alcolico degno di un rosso (14%)

ANTICHE VIE – Chianti DOCG (Sangiovese 70%, Colorino, Canaiolo e Malvasia Nera 30%) Vino dedicato alla Via Francigena, matura per 6 mesi in cemento e 4 in bottiglia. Vino di buon corpo, con acidità spiccata e un lungo finale.

MAURLEO – Toscana IGT (Sangiovese 50%, Malvasia Nera 50%). È il superTuscan versione Beconcini, un progetto nato per ridare importanza alla Malvasia Nera in Toscana, che in proporzione uguale al Sangiovese, dà al vino morbidezza e dolcezza. Maturazione in botte grande per il Sangiovese e in barriques per la Malvasia Nera dove sostano 12 mesi, poi ulteriori 6 mesi in bottiglia.

CHIANTI RISERVA DOCG (Sangiovese 85%, Canaiolo 15%). Un classico della Toscana, un vigneto interamente dedicato alla sua produzione, maturazione per 18 mesi in botti di Rovere di Slavonia e successivi 8 mesi in bottiglia. Rosso rubino intenso, profumi di spezie e caffè, sapore corposo, vellutato, con lunga persistenza.

RECISO – Toscana IGT (Sangiovese). Nasce da un Cru di Sangiovese di circa 3 ettari. Il nome prende spunto dalla tecnica agronomica utilizzata in vigna, l’interruzione linfatica,  nell’ultimo mese di maturazione per l’arricchimento e la protezione della pianta e dell’uva. La produzione è ovviamente molto bassa (le bottiglie sono numerate), la maturazione avviene per 24 mesi in botti di Rovere di Slavonia e successivi 12 mesi in bottiglia. Il risultato è un vino rosso rubino con note granate, al naso frutti di bosco e sentori terziari di cioccolata amara e caffè, in bocca è potente, dal tannino spiccato ma morbido e non pungente, finale lungo e leggermente amaro.

I VINI DALLA RICERCA

FRESCO di NERO – Toscana IGT (Tempranillo). Vino rosato, vendemmia anticipata, vinificazione in rosso per 3 giorni. Come dice il nome, la freschezza è il suo pregio maggiore, ed il Tempranillo mantiene vigore anche con questa vinificazione. 

IXE – Toscana IGT (Tempranillo). Vitigno spagnolo, nome toscano. “X” era la lettera con cui era stato codificato dall’Università di Firenze durante gli studi ampelografici, “IXE” è come viene pronunciata la “X” in dialetto toscano. I vigneti “giovani” di Tempranillo, piantati dal 1997, sono quelli eletti per creare questo vino, particolarmente amato dai giovani appassionati di vino. La maturazione avviene in barriques e tonneaux per 15 mesi, successivamente in bottiglia per altri 10. Il vino è rosso con tipiche note blu del Tempranillo (dalla buccia), mineralità e sapidità che si sentono al naso ed anticipano senza tradire cosa si sentirà in bocca, dove in aggiunta la morbidezza tipica del vitigno si accompagna ad un’acidità importante.

VIGNA LE NICCHIE – Toscana IGT (Tempranillo). Il vino più esclusivo di Beconcini. Le nicchie sono le conchiglie in dialetto toscano, e si trovano in gran concentrazione nel terreno di questo piccolo appezzamento di viti centenarie di Tempranillo. Il numero limitato di bottiglie prodotte è sinonimo di unicità, il processo di vinificazione anche, a partire dalla vendemmia in piccole cassette da 5 kg che vengono trasportate nel fruttaio e lasciate ad appassire fino alla perdita di circa il 25% del peso. La maturazione avviene per 24 mesi in botti piccole di rovere francese e poi altri 24 mesi in bottiglia. Il colore è un rosso violaceo intenso con riflessi bluastri tipici del vitigno, i profumi di confettura mista al cacao, liquirizia e caffè, incredibilmente amalgamati tra loro ed in costante equilibrio, il sapore è potente, robusto, denso con finale lungo e piacevole.

I DOLCI

CARATELLO – Vin Santo del Chianti DOC (Malvasia bianca e nera, Trebbiano, Colombano). I caratelli sono piccoli fusti in legno di Rovere e Castagno dove avviene la lenta fermentazione dopo l’appassimento che dura 5 mesi. La maturazione del Caratello dura almeno 5 anni negli stessi contenitori dopodiché altri 12 mesi in bottiglia. Il colore è dorato intenso, profumo di miele e mandorle, sapore dolce ma con finale asciutto, quasi secco.

ARIA OCCHIO DI PERNICE – Vin Santo del Chianti DOC (Sangiovese). Il procedimento di vinificazione è lo stesso del Caratello, solo che il Sangiovese prende il posto dei vitigni con cui viene fatto il suo “fratello maggiore”. Altra differenza, la maturazione, che dura 7 anni invece dei 5 del Caratello. L’Occhio di Pernice ha un colore rosso aranciato intenso, profumi di frutta secca e miele di castagne, sapore morbido, vellutato, dolce ma non stucchevole.

La degustazione dei vini di Beconcini è la perfetta conclusione di una visita in cui si scopre, ancora una volta, quanto sia importante la mano dell’uomo in osmosi con la vigna. La missione di Leonardo è far conoscere la grandezza e la bontà dei vini prodotti nella sua terra, San Miniato, conosciuta principalmente per il tartufo bianco.

I suoi vini sono sì frutto del suo lavoro, ma sono anche opera di un vigneto che, seppur seguito costantemente, è libero di “fare di testa sua”, in cui le pratiche invasive in vigna ed in cantina sono ridotte al minimo e l’equilibrio tra gli interventi umani ed il naturale corso della natura è ricercato con meticolosa attenzione.

Ed è così che il Tempranillo di San Miniato, o il Sangiovese di San Miniato, danno un frutto unico e particolare totalmente in linea con il carattere di Leonardo, schietto e sincero, i cui piedi restano ben piantati nel terreno e lo sguardo sempre rivolto verso nuovi obiettivi.

VISITE IN CANTINA

La cantina è aperta tutti i giorni, per info e prenotazioni chiamare il numero +39 (0)571 464785 o scrivere un’email all’indirizzo info@pietrobeconcini.com.