La nostra prima intervista abbiamo voluto farla ad uno dei Top Wine Influencers italiani, Francesco Saverio Russo, che grazie al suo Wine Blog Roll è diventato uno dei wine blogger più seguiti della rete.
Seguiamo Saverio da molto tempo perché apprezziamo il suo modo di scrivere e di interpretare il mondo del vino e, visto che non solo il vino è condivisione, vi proponiamo le sue parole ed il suo pensiero.
Buona lettura!
IlNomadediVino: Ai giorni nostri, dove le condivisioni avvengono in real time grazie ai social e tutto è diventato frenetico, la tua idea di wine sharing è un invito alla lettura dove l’attenzione e la lentezza vanno di pari passo con una buona degustazione e servono per capire ed avere un panorama quanto più completo possibile sul mondo del vino e i suoi futuri sviluppi e cambiamenti. Ci puoi raccontare come è nata l’idea del wine sharing?
Saverio Russo: Il Vino è condivisione! Lo è nella vita di tutti i giorni, tra due amici che si incontrano per quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere, tra partners che si ritrovano a tavola dopo una giornata di lavoro, lo è per persone che si vedano per la prima volta ed in esso trovano un aggregante ed un coadiuvante del dialogo e della socialità.
Il Vino è condivisione anche sul web ed in particolare sui social ed è proprio dalla duplice valenza del termine “sharing” che nasce quello che non è solo un motto, bensì un concept di comunicazione. Condivido i miei assaggi simultaneamente sui miei profili social, tanta è la voglia di trasportare le mie sensazioni istantanee sui social, ma condivido anche molto altro tramite il mio WineBlog, cercando di approfondire con la dovuta calma e senza temere il rischio di risultare prolisso viaggi enoici, incontri con i vignaioli, esperienze di degustazione nelle sedi più disparate. Questo connubio fra fast-sharing e slow-sharing credo si presti benissimo nella comunicazione di un elemento vivo e dinamico come il Vino.
ND: Pensi che la diffusione della cultura del vino, specialmente in Italia, ci possa portare a riconsiderare questo mondo dandogli l’importanza che merita, uscendo ad esempio dalle vecchie dinamiche del dualismo Italia contro Francia e riportando alla ribalta invece il duro lavoro dei vitivinicoltori?
Saverio Russo: Il dualismo fra Francia ed Italia trascende la diffusione della cultura del Vino ed in realtà non è mai stata una vera “guerra” (ce n’è molta di più nel calcio!), bensì una presa di coscienza degli italiani riguardo l’acume e l’esperienza maggiore dei francesi in molti aspetti della comunicazione e della commercializzazione del vino, piuttosto che la concreta sensazione che in Italia si facciano, ormai, vini di una qualità media (specie se rapportata al prezzo medio) che non è seconda a nessuno. Diffondere la cultura del Vino, tramite i nuovi media e, come forse accadrà, nelle scuole, può essere solo un vantaggio per un paese che deve molto al Vino ed a chi il Vino lo fa. Il Vino è storia, è società, ma è anche lavoro ed economia e rappresenta per il paese che lo scorso anno è stato il maggior produttore di uva al mondo, un tassello imprescindibile del sapere individuale. Io stesso ho scelto di raccontare sotto forma di storytelling enoico le storie di molti piccoli produttori e di famiglie del Vino legate a doppio filo al proprio territorio. Fare Vino non è solo un duro lavoro a livello fisico, bensì lo è a livello psicologico in quanto lo stress che ogni annata produce nella sua incertezza intrinseca fino all’ultimo attimo prima della vendemmia, lo rende una vera prova per i nervi di qualsiasi persona. Bastano 10 minuti di grandine o un andamento climatico non dei migliori per ritrovarsi con meno uva (a volte con nulla) o con un’uva non degna della produzione del Vino che si vorrebbe portare in bottiglia. Eppure se chiedi ad un vignaiolo quale sia il lavoro migliore del mondo ti dirà che è proprio quello! Perché? Perché alla fine di tutto, c’è uno strano, ma percettibile ed armonico equilibrio che compensa il sacrificio con i risultati e lo stress con la gioia di vedere il frutto del proprio lavoro in un calice.
ND: Ci racconti qual è stata l’esperienza “enologica” che ti ha dato più emozioni? Non parliamo di degustazioni, ma di esperienze vissute sul campo, magari con un vignaiolo durante una vendemmia o un incontro che ti ha lasciato un buon sapore ed una lunga persistenza.
Saverio Russo: Di aneddoti ne avrei davvero tanti e molti sono legati al progetto destinazionevino.com, grazie al quale ho potuto raggiungere decine di realtà sparse per l’Italia, camminare fra le loro vigne chiacchierando con i produttori ed assaggiando i loro Vini direttamente là dove sono nati. Grandi esperienze frutto di grandi incontri con persone, ancor prima che produttori di Vino, che mi hanno lasciato, ognuna, qualcosa nell’animo… ed il viaggio non è ancora finito!
DestinazioneVino a parte, io continuo a girare molto e prediligo le visite in cantina agli eventi enoici o alle degustazioni guidate, perché pur amando degustare e conoscere i Vini attraverso il calice è, per me, fondamentale passeggiare fra le vigne dalle quali quel Vino proviene, avere un confronto diretto col produttore proprio lì dove si sviluppano tutte le fasi più importanti del proprio lavoro e poter respirare l’aria di luoghi davvero magici. Il Vino è emozione ed io vivo di queste emozioni.
ND: Ed invece quando si degusta…beve un buon vino, quanto sono importanti le emozioni che ne influenzano il personale giudizio e quelle che ne derivano, a dispetto delle classiche metodologie per la definizione e la fredda classificazione del vino?
Saverio Russo: Ho scritto molto di quanto trovi sterili e poco attendibili le dinamiche relative al wine rating classico, ma rispetto chi pensi di poter utilizzare una metodologia apparentemente razionale per la valutazione tecnica di un Vino, semplicemente io non condivido quest’idea. E’ per questo che, ironicamente, scelsi di utilizzare i cuori come simbolo di una valutazione prettamente emozionale, seppur ovviamente legata alle qualità organolettiche del Vino.
Io amo essere condizionato dalla simpatia di un produttore, dalla bellezza di un contesto in cui una cantina sia immersa… amo essere condizionato dai miei ricordi riportati a galla da un odore o da un sapore, che di certo non saranno quelli di un altro degustatore e che ancor più certamente non potrei mai accantonare al fine di discernere Vini in maniera apatica e iper-razionale.
La cosa più assurda di tutto questo sapete qual è? Che tutti sanno quanto sia variabile la sensazione e l’emozione che un assaggio ci da e basta poco per dimostrarlo: “assaggiate un Vino da soli in casa, magari dopo una giornata <<no>> e scrivete nero su bianco le vostre sensazioni del momento; dopo qualche giorno o settimana riassaggiate lo stesso identico Vino con una persona speciale, magari in un luogo che vi faccia sentire bene, in pace con voi stessi e trasferite di nuovo le vostre sensazioni su un foglio di carta o sui social. Potrete, magari, trovare componenti organolettiche simili se non identiche, ma potreste arrivare a definire un assaggio come uno fra tanti o come uno dei migliori della vostra vita, in base al contesto nel quale lo assaggerete ed al vostro stato d’animo. Nulla di più scontato, ma che è e dovrebbe sempre essere la più bella peculiarità del Vino.
W: Ed infine una domanda semplice..quali sono i tuoi progetti futuri?
Saverio Russo: Oltre alle ultime tappe del viaggio enoico di destinazionevino.com, ho partecipato alle riprese di un programma tv sul Vino, che confidiamo tutti vada in onda presto, seppur ci sia qualche ritardo.
Notizia di oggi, dovrei partecipare ad una lezione di comunicazione, portando la mia case history, allo IED di Roma, ma non chiedetemi cosa dirò o cosa farò perché me lo sto chiedendo anch’io! 😉
Inoltre sto pensando ad alcune migliorie da apportare al blog e ad un incontro tra i migliori Wine Bloggers italiani e stranieri in Toscana, cosa che credo potrebbe far piacere all’intero movimento del Vino nazionale.
Detto questo il progetto futuro più importante e pratico è quello di assaggiare quanto più possibile si possa assaggiare dello scibile enoico, con priorità assoluta alle realtà meno conosciute dell’immenso panorama vitivinicolo italiano.
Mi raccomando… andate dove vi porta il Vino e probabilmente ci incontreremo in mezzo ad una vigna o intorno ad una bottiglia! #WineIsSharing
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Ringraziamo ancora di cuore Saverio per averci rilasciato questa bellissima intervista e gli auguriamo tutta la fortuna che si merita per i prossimi progetti!
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