IL VINO ROMANTICO DI COLLE DELLE 100 BOTTIGLIE

di Cristian
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Uno dei motivi, forse il più importante, per cui la nostra passione per il vino si rinnova giorno dopo giorno, è che questo mondo è capace di regalare incontri sorprendenti e con una lunga e piacevole persistenza, come quello con Roberto Nannini, fondatore e proprietario di Colle delle 100 bottiglie, una piccola grande cantina a due passi da Lucca.

Conoscere Roberto significa entrare in contatto con una persona che questo mondo lo ama profondamente, in cui il ritmo della vita viene scandito dalla vigna, seguita passo passo dalle sue incessanti cure, il cui obiettivo principale è costituito dalla continua lotta all’abbandono, che sia di un terreno oppure di un vitigno.

Colle delle 100 bottiglie, nome che scherzosamente rievoca l’entità della sua prima produzione di vino, si è quindi posta il proposito di recuperare vigneti e vitigni tipici del terroir lucchese, preservando e valorizzando quelle varietà di uva che i nostri avi coltivavano per il loro vino. 

Avi che ai loro tempi non disponevano delle tecniche attuali né dei criteri di selezione delle uve, cosicché Roberto si è ritrovato nelle vigne che ha acquistato tipi di uva diversi tra loro e di cui non conosceva l’origine. Per venirne a capo ha chiesto l’intervento dell’ampelografo livornese Enrico Bachechi, spinto dalla volontà di ritrovare le tracce enologiche di quelle uve sconosciute, al fine di recuperarle e riportarle agli antichi fasti. Ha così scoperto, una tra tutte, che quell’uva che ai tempi era conosciuta come Buriano, oggigiorno risulta non essere classificata ampelograficamente: si tratta di un’uva a bacca bianca e dalla buccia quasi trasparente, la cui analisi del DNA rivela un probabile imparentamento col Trebbiano Toscano. Roberto, che ne possiede già alcune piante, ha voluto salvarla facendone un vigneto sperimentale, provando così a rifare quel vino che tanto era amato in passato.

Il vino più rappresentativo della Cantina è il Segale, tra i vini più amati della provincia di Lucca e uno dei due crù aziendali, insieme a Maolina. Il Segale vanta più di cinquant’anni di storia essendo nato dalle sapienti mani dei fratelli Cozzoli, vignaioli lucchesi conosciuti con il soprannome de “gli svizzeri”, tanto era maniacale la cura che prestavano ai loro vigneti. Vino e vigneti che con il passare degli anni hanno rischiato di scomparire ma che, grazie a quegli strani giri del destino, sono capitati tra le mani di Roberto, il quale ha immediatamente deciso di correre ai ripari e di ridare loro quella fama di cui godevano nei tempi passati.

Oltre al Segale, l’eredità lasciata a Roberto dai due fratelli è anche e soprattutto la meticolosità nella gestione della vigna, al punto che le vendemmie durante l’anno sono sei, una per ogni maturazione ideale dell’uva.

Colle delle 100 bottiglie è situata in via Bevilacqua – simpatico ossimoro – in località Maolina, nel comune di San Concordio di Moriano, una zona ad alta vocazione vinicola e olivicola, come dimostra il paesaggio già dalla prima occhiata, caratterizzato da filari e da uliveti.

L’impegno che Roberto mette nel fare il vino è quello di chi sa di doversi rimboccare le maniche in ogni momento e di conseguenza non si scoraggia alle prime avversità; come quella capitata nel 2014, anno della prima vendemmia e allo stesso tempo il più piovoso dell’ultimo secolo a Lucca.

Eppure da quell’anno problematico Colle delle 100 bottiglie ha iniziato il suo viaggio, coadiuvato dall’esperto enologo Massimo Motroni che ha saputo indicare a Roberto le attività necessarie quando si hanno a disposizione qualcosa come circa 40 tipi di vitigni diversi.

È questa, infatti, la peculiarità che ha voluto dare alla sua cantina: rispetto delle tradizioni, anche a costo di andare controcorrente, attingendo da più vitigni storicamente autoctoni, in un’area in cui era pratica comune piantare viti di famiglie diverse all’interno di una stessa vigna.

Ed è così che nei suoi vini rossi, il Segale come il Pigne Bordò, troviamo Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino, Moscato d’ Amburgo, in cui la differenza è costituita unicamente dalla posizione dei vigneti da cui provengono le uve, mentre in quello bianco, il Pigne Gialle, vinificato a temperatura controllata, abbiamo il Trebbiano Toscano, il Vermentino, la Malvasia Toscana, il Grechetto ed il Moscato Bianco.

A partire dalla vendemmia 2018 Colle delle 100 bottiglie è certificata bio, grazie all’utilizzo in vigna solo di rame e zolfo per le eventuali malattie e del propoli in caso di grandine, e a quello in cantina di lieviti indigeni non selezionati. Niente di chimico, quindi, solo quello che la natura fornisce per la vinificazione e l’affinamento, che avviene nella cantina interrata al riparo dagli sbalzi termici e ad una temperatura e umidità costante.

Segale, Pigne Bordò e Pigne Gialle sono tre vini intensi, ricchi di sfumature sotto ogni profilo, dal colore ai profumi ai sapori, ognuno riconoscibile e con una forte identità, figli del territorio da cui provengono. Questa è la prerogativa dei vini di Roberto, alla costante ricerca di un prodotto nuovo ma legato alla tradizione, che sia riconducibile alle colline da lui tanto amate e che cerca di preservare con ogni forza.

Come recita il motto aziendale, “Dum Volo Colgo”, dal latino al volo colgo, vi invitiamo a cogliere al volo l’occasione di assaggiare i vini di Roberto e della sua Cantina, la quale, pur non essendo attualmente visitabile, fornisce alcune tra le principali enoteche di Lucca, come enoteca Vanni, enoteca Massei ed enoteca Rugani.

Oppure, potete scrivergli un’email all’indirizzo info@colledelle100bottiglie.com