La Val Borbera è quel lembo di territorio, l’unico, che collega il Piemonte con l’Emilia. È in questo primo tratto che la lunga spina dorsale dello stivale, gli Appennini, inizia il suo lungo percorso verso sud. La Liguria è appena dietro l’angolo, e la sua antica influenza (questi erano territori appartenuti alla Repubblica di Genova) si sente sia nella cadenza della parlata che nei nomi dei paesi, molti dei quali hanno chiari riferimenti alla Liguria pur essendo in Piemonte, come Novi Ligure o Albera Ligure, testimonianza di questo lontano legame.
Immersa in un paesaggio incontaminato e dalla bellezza mozzafiato, si trova Cascina Barbàn, l’ultimo – o magari il primo, a seconda dei punti di vista – baluardo a difesa e tutela di un territorio vocato alla viticoltura da tempi immemori, una vocazione testimoniata dalla scoperta di varietà autoctone perlopiù dimenticate.
La storia di Cascina Barbàn è inizialmente la storia di due ragazzi, Maurizio – cantante degli Ex-Otago – e Martina, che nel 2012 lasciano la loro città, Genova, alla ricerca di un luogo dove poter vivere a stretto contatto con la natura; lo trovano proprio in Val Borbera, nei pressi di un borgo del 1700 abbandonato da molto tempo.
Quello che ne scaturisce è fondamentalmente un progetto contadino con il vino a fare da fulcro e da catalizzatore di tempo ed energie.
Il lavoro da fare è stato tanto, perché il borgo quando arrivano Maurizio e Martina è messo maluccio; ma la pazienza non manca ed il tempo dà loro ragione.
Viene restaurata e risistemata la prima abitazione, quella in cui andranno a vivere, a cui segue la cantina per la vinificazione; contestualmente vengono avviati anche i lavori per il reimpianto dei vigneti e la manutenzione di quelli esistenti, preceduti da studi effettuati con il CNR per stabilire quali fossero le varietà storicamente presenti sul territorio, sia autoctone che alloctone.
Qualche anno dopo giungono anche Pietro a Maria Luz, genovese lui e argentina di nascita lei, che insieme ai loro figli Matilde e Pablo, completano la comunità che oggi popola quest’antico borgo.
Sette ettari di terreno di cui quattro a vigneto, nei quali trovano spazio varietà che nel tempo hanno saputo adattarsi a quel territorio e a quel clima, dominato da escursioni termiche importanti e da un orientamento dei vigneti che garantisce un perfetto assolamento tutto l’anno.
Cascina Barbàn è vocazione agricola, un’attitudine a cui nessuno dei quattro rinuncerebbe. E qui hanno trovato il modo di renderla concreta.
Il mondo contadino qui ritrova una contemporaneità che negli ultimi anni aveva smarrito; si può dire che i nostri quattro eroi siano i veri contadini 2.0, capaci di far rivivere le tradizioni agricole, quelle antiche, in un’epoca storica, la nostra, che ha bisogno di riscoprire le proprie radici.
Le vigne di Cascina Barbàn sono il risultato di una volontà orientata alla riscoperta di un patrimonio viticolo che in questa vallata ha rappresentato negli anni passati un elemento fondamentale nella vita quotidiana dei suoi abitanti.
Tante sono le varietà che popolano i vigneti: dal Timorasso al Moscato d’Amburgo, dalla Barbera al Sangiovese all’Uva Rara, dalla Favorita al Cortese. Il panorama ampelografico in Val Borbera non poteva essere più variegato, ma questo è indice della straordinaria vocazione viticola di un territorio poco conosciuto ma molto interessante e dalle grandi potenzialità.
La filosofia naturale di Maurizio, Martin, Maria Luz e Pietro li porta ad affrontare la vita agricola con pazienza e grande volontà, seguendo i ritmi lenti della natura senza forzarli né alterarli di una virgola.
Così facendo le viti crescono in un ambiente sano e di conseguenza sono sane loro stesse, i filari sono un tripudio di vita vegetale; gli odori che si sentono sono quelli tipici di un campo, ed io mi sono stupito nel sentire preponderante il profumo di menta, scoprendo solo dopo trattarsi della menta selvatica, meglio conosciuta come mentuccia.
Quello di Cascina Barbàn è un vino che rispecchia una filosofia che mette al primo posto il rispetto per il territorio e per le tradizioni della vallata; un vino fatto con le mani, con la testa e con il cuore, fatto dall’uomo ma che dall’uomo riceve nulla più che cure e attenzioni per non stravolgerlo.
Avete avuto un nonno o un parente che facevano vino, per piacere, divertimento, e per avere “il” vino fatto con le loro mani? Ecco, il vino di Cascina Barbàn è così.
Un vino di una volta ma prodotto con le conoscenze che la tecnica vitivinicola ha sviluppato finora; vecchio e nuovo che si mescolano in un blend che oltre che temporale è anche enologico.
Un blend che nasce in vigna, melting pot di varietà che imparano a conoscersi da piccole, e che crescendo affinano il loro carattere per dare il meglio quando saranno adulte.
Boffalora, Pian del Te, Barbàn, Muetto e Mostarino sono alcune delle etichette prodotte nella cantina in cui vengono utilizzati contenitori in vetroresina, acciaio, cemento e legno per le fasi della vinificazione, prima dell’imbottigliamento.
Poca tecnologia, lunghe macerazioni su bucce e fecce, lieviti indigeni e zero chimica; il vino a Cascina Barbàn si fa così, e serve coraggio oggigiorno a seguire questa linea, perché è complicato e necessita di lungimiranza, ma queste sono caratteristiche che di certo non mancano loro.
Noi abbiamo provato le versioni ancora da imbottigliare, spillate da Maurizio direttamente dai contenitori in cui stanno affinando; quello che abbiamo sentito sono vini sinceri, onesti, che parlano della Val Borbera e delle mani che li hanno prodotti.
Vini piacevoli da bere ed interessanti da abbinare, con le papille gustative che chiedono il bis, per niente affaticate ma, anzi, incuriosite da un vino non comune.
Il vino così diventa portatore di un messaggio in cui si intrecciano varie tematiche: la difesa e tutela del territorio, il ritorno alla vita contadina, l’utilizzo di sola uva per fare il vino, il rispetto per quello che la natura in autonomia riesce a fare senza che l’uomo interferisca.
Ma il vino è anche strumento attraverso cui far scoprire la Val Borbera a chi non la conoscesse, le sue bellezze paesaggistiche, i suoi piccoli centri abitati, i suoi sentieri che si inerpicano sui monti in mezzo ad una natura che quasi ti schiaffeggia per quanto è bella, soprattutto a chi è abituato a vivere circondato da asfalto e cemento.
Quante cose può fare una bottiglia di vino.
Cascina Barbán è la porta attraverso cui ammirare tutto questo ed allo stesso tempo è il mezzo con cui riavvicinarsi ad uno stile di vita più naturale.
Respirarne l’aria, sentire sulla pelle le vibrazioni positive, ascoltare Maurizio, Martina, Pietro e Maria Luz mentre raccontano la loro storia, le loro fatiche e le loro soddisfazioni, fa bene all’anima.