Per anni (troppi) il vino è stato raccontato con voce maschile. Siamo cresciuti quasi nell’abitudine di vedere un essere umano di sesso maschile darci il benvenuto in cantina, parlarci di vino, condurre una degustazione. Oggi, fortunatamente quel timbro profondo ha cambiato tono. Sempre più spesso ad aprire le porte delle aziende vitivinicole troviamo donne che stanno riscrivendo la grammatica stessa del vino italiano, con sensibilità, concretezza, passione e amore per la terra.
E questa non è più una tendenza al suo inizio, non parliamo più di una situazione in divenire, ma di una realtà consolidata, e che sta sempre più dimostrando quanto sia necessario avere entrambi i generi alla guida di questo bolide oggi un po’ ingolfato.
Non si tratta di “quote rosa” o di eccezioni da celebrare una volta l’anno. È una rivoluzione silenziosa ma costante, che parte dal basso — dalle radici — e risale verso la luce come fa ogni buon tralcio.
Ho visitato cantine in cui l’intuizione femminile ha saputo leggere la terra meglio di qualsiasi algoritmo, dove l’accoglienza è diventata arte, e il vino un gesto profondamente personale e una battaglia sociale. C’è chi ha salvato vigneti di famiglia, chi ha sfidato consuetudini, chi ha fatto del proprio nome un’etichetta e della sostenibilità un manifesto.
Sono sincero: fare un articolo sulle donne del vino bocciava un po’ con la mia idea secondo cui non ci dovrebbe essere nulla di strano nel vedere una donna in questo mondo. Dopotutto, nessuno ha mai pensato di scrivere un articolo per esaminare “gli uomini del vino”. Ma l’ho fatto ugualmente perché penso che le donne abbiano portato veramente un vento nuovo, capace di spazzare lo stantio presente fino a non troppi anni fa.
Ed è per questo che in questo articolo ti porto a conoscere alcune delle protagoniste che stanno dando nuova forma al panorama enologico italiano. Donne che fanno vino con la testa e con il cuore. E che stanno dimostrando, una vendemmia dopo l’altra, che il futuro del vino può avere un’anima femminile – e questo, credimi, è un gran bene.
Donatella Cinelli Colombini – Toscana
Pioniera dell’enoturismo in Italia, Donatella ha fondato il “Casato Prime Donne” a Montalcino, la prima cantina italiana gestita interamente da donne. È anche la fondatrice dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, nata nel 1988 per promuovere la cultura del vino e il ruolo femminile nella filiera vitivinicola.
Francesca Planeta – Sicilia
Erede di una storica famiglia vitivinicola siciliana, Francesca ha ampliato l’azienda Planeta, che oggi conta sette cantine in cinque diversi terroir dell’isola. Ha puntato sull’enoturismo di qualità, sviluppando strutture di accoglienza come il relais di campagna e il beach club Insula a Menfi.
Cristina Ziliani – Lombardia
Figlia dell’enologo Franco Ziliani, Cristina guida con i fratelli la Guido Berlucchi, storica azienda della Franciacorta. Sotto la sua direzione, l’azienda ha consolidato la sua posizione nel mercato delle bollicine italiane, mantenendo un forte legame con il territorio.
Elena Fucci – Basilicata
Nel 2000, Elena ha deciso di non vendere i vigneti di famiglia sul Monte Vulture, scegliendo invece di produrre il proprio vino. Il suo “Titolo” Aglianico del Vulture è oggi uno dei vini più apprezzati della regione, simbolo di una rinascita enologica lucana.
Chiara Soldati – Piemonte
Alla guida de La Scolca, storica azienda di Gavi, Chiara rappresenta la quarta generazione familiare. Ha puntato sull’innovazione e sulla sostenibilità, trasformando l’azienda in un hub internazionale per le eccellenze vinicole.
Sabrina Soloperto – Puglia
Alla guida dell’azienda di famiglia fondata nel 1969, è tra le prime donne a valorizzare il Primitivo di Manduria in purezza. Coniuga tradizione e visione contemporanea, ed è attiva nella promozione del ruolo femminile nel vino attraverso l’associazione Le Donne del Vino.
Mariangela Cambria – Sicilia
Presidente di Assovini Sicilia, Mariangela è alla guida di Cottanera, azienda situata sulle pendici dell’Etna. Ha promosso l’integrazione tra vino e arte attraverso l’iniziativa “Cottanera Visioni”, trasformando la cantina in un museo a cielo aperto.
Angela Velenosi – Marche
Fondatrice di Velenosi Vini a soli 20 anni, Angela ha trasformato una piccola realtà in una delle principali aziende vinicole delle Marche, esportando in Europa, Asia, Oceania e Sud America.
Arianna Occhipinti – Sicilia
Definita dal New York Times la “Natural woman” del vino italiano, Arianna ha fondato la sua cantina a Vittoria, producendo vini naturali che riflettono il terroir siciliano. La sua filosofia si basa su pratiche agricole sostenibili e sul rispetto della biodiversità.
Camilla Lunelli – Trentino
Dopo esperienze nel volontariato internazionale, Camilla è tornata in Italia per assumere il ruolo di Direttore della Comunicazione e dei Rapporti Esterni delle Cantine Ferrari, leader nella produzione di bollicine Metodo Classico.
Prima di concludere, ancora qualche breve ma significativo dato statistico 📈
Secondo dati recenti, le donne guidano il 28% delle imprese agricole con vigneto e/o cantina in Italia. La loro presenza è particolarmente significativa nei settori del marketing, della comunicazione e dell’enoturismo, dove rappresentano rispettivamente l’80%, il 51% e il 76% degli addetti.
Stiamo indubbiamente vivendo un periodo di grandi cambiamenti nel mondo del vino. Ma se per molte cose dobbiamo imparare ad abituarci e conviverci (una su tutte, per me, il vino no alcol), questa, quella della parità di genere, è una realtà che sta finalmente trovando i suoi giusti schemi. E che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che una donna può fare vino; che una donna può parlare di vino; che una donna ha le stesse, se non migliori, capacità e sensibilità di un uomo; che una donna può guidare una cantina.
Il vino, oggi, con ritardo mostruoso e colpevole, non ha più genere. O meglio, ce li ha, e sono due.
In copertina: Chiara Soldati – photo Instagram @donnedelvino

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