Al centro di Maiorca, in una terra protetta dalla maestosa Serra de Tramuntana e accarezzata dalla brezza del Mediterraneo, si trova la Denominación de Origen Binissalem. Riconosciuta ufficialmente nel 1990, questa DO rappresenta una delle eccellenze enologiche dell’isola. Non è solo un marchio di qualità: è la sintesi di una storia millenaria, di vitigni autoctoni unici e di un territorio che ha saputo fare del vino un elemento identitario.
Un viaggio nel tempo: la storia della DO
La vite a Maiorca ha radici antiche: era già presente nel 121 a.C., e persino Plinio il Vecchio citava i vini baleari paragonandoli ai migliori dell’Italia romana. Durante il dominio musulmano la coltivazione non scomparve del tutto e, dopo la riconquista pisana e aragonese, il vino tornò a fiorire, tanto da essere offerto come dono di prestigio ai sovrani.
Nell’Ottocento, il vino di Binissalem visse un’epoca d’oro: tra il 1865 e il 1890 si esportavano milioni di litri di vino verso la Francia colpita dalla fillossera. Quando però il parassita arrivò anche a Maiorca, i vigneti furono devastati e molte famiglie emigrarono.
Il vero rinascimento iniziò negli anni Ottanta del Novecento, quando piccoli produttori locali rilanciarono i vitigni autoctoni. Nel 1990 arrivò il riconoscimento ufficiale della Denominación de Origen Binissalem, che sancì la rinascita di un vino identitario e autentico.
Il territorio e il suo microclima
La DO comprende cinque comuni: Binissalem, Santa Maria del Camí, Consell, Santa Eugènia e Sencelles. Qui le vigne si estendono tra i 125 e i 300 metri di altitudine, circondate da muretti a secco, ulivi e mandorli.
Il clima è mediterraneo, con estati calde e secche ma mitigate dalle montagne e da leggere escursioni termiche che garantiscono uve sane e aromatiche. I suoli, calcareo-argillosi e ricchi di scheletro, offrono un drenaggio ideale e costringono la vite ad affondare in profondità, regalando vini di grande carattere.
I sistemi di allevamento della vite a Binissalem
La viticoltura di Binissalem affonda le sue radici in pratiche tradizionali che ancora oggi convivono con tecniche moderne. Il sistema di conduzione tradizionale è il vaso (en vaso), tipico delle zone mediterranee calde e secche. In questa forma, la vite cresce come un piccolo cespuglio senza sostegni artificiali: i tralci si sviluppano intorno al ceppo, creando una chioma bassa e raccolta. Questa configurazione protegge i grappoli dall’eccessiva esposizione solare e limita la perdita d’acqua, rendendo il vaso ideale in un territorio come Maiorca, caratterizzato da estati lunghe e siccitose.

Negli impianti più recenti, invece, si è diffuso il sistema a spalliera (en espaldera). Qui le viti vengono allevate con fili e pali, che permettono di ordinare la vegetazione in modo lineare. Questo metodo offre diversi vantaggi: facilita la meccanizzazione dei lavori in vigna, migliora la circolazione dell’aria tra i grappoli e garantisce una maturazione più omogenea. Inoltre, la spalliera consente di gestire meglio la potatura verde e di ridurre i rischi di malattie fungine.
La convivenza tra vaso e spalliera racconta bene l’identità della denominazione Binissalem: da un lato la fedeltà alle radici contadine e alla tradizione, dall’altro la volontà di innovare per affrontare le sfide climatiche e produttive di oggi.

Adotta o regala un filare
Puoi scegliere tra l’adozione di un filare in Toscana (Chianti) o in Puglia (Salento). L’adozione del filare dura 12 mesi e può iniziare in qualsiasi momento. L’adottante riceverà:
- aggiornamenti e approfondimenti mensili via email;
- il certificato di adozione e verrà apposta la targhetta in legno personalizzata sul filare;
- n.6 bottiglie di vino prodotto con il vitigno scelto
I vitigni e le caratteristiche dei vini
La DO Binissalem si distingue in particolare per l’uso di varietà autoctone che sposano perfettamente il carattere del territorio e conferiscono ai vini una personalità unica:
Vitigni principali autoctoni
Manto Negro. Il vitigno emblematico della zona; nei vini rossi rappresenta almeno il 30% del blend, conferendo aromi di frutta matura, confettura e note vegetali, con corpo equilibrato e buona struttura.

Moll, o Prensal Blanc. L’uva bianca protagonista nei vini bianchi e spumanti, che deve costituire almeno il 50% del blend; dona freschezza, profumi di frutta bianca (mela, pera), sentori agrumati e un carattere armonioso.
Altre varietà locali
Giró Ros. Uva bianca autòctona, resistente a malattie e con buoni zuccheri e acidità; apporta aromi di frutta a nocciolo, tropicale e miele. Utilizzata come complemento nei vini bianchi e spumanti.
Callet. Uva rossa rustica e produttiva, apporta aromi di frutti rossi e sotobosco; caratterizzata da pelle sottile e colorazione non intensa.
Gorgollassa. Uva rossa precoce, con maturazione ritardata; aroma medio, con note di frutta fresca, spezie e toni balsamici. Può rappresentare fino al 30 % del blend di vini rossi e rosati.
I rossi della DO Binissalem si riconoscono per il colore rubino delicato, aromi fruttati e speziati, una trama tannica fine e un’ottima capacità di evoluzione in legno. I bianchi, invece, si distinguono per freschezza e profumi mediterranei, perfetti come compagni di piatti di mare.
Enoturismo: vivere la DO Binissalem
L’enoturismo nella Denominación de Origen Binissalem è un’esperienza che unisce patrimonio, cultura, tradizioni, vino, gastronomia e paesaggio in modo autentico e coinvolgente.
La Ruta del Vino: un percorso da vivere tutto l’anno
La Ruta del Vino propone un viaggio tra poderi, cantine, vigne e borghi come Binissalem, Santa Maria del Camí, Consell, Santa Eugènia e Sencelles, in un territorio che cambia volto con le stagioni.
Si tratta di un percorso personalizzabile, ideale in ogni periodo dell’anno: si può visitare una o più cantine, fare tappa nei mercati, nei centri culturali o degustare piatti tipici in osterie locali, accompagnato da buona compagnia e buon vino.


copyright immagine: https://binissalemdo.com/
LEGENDA – Cantine della DO Binissalem

Gastronomia & Territorio: il gusto della cultura e del vino
Nella DO Binissalem, l’enoturismo non si limita alle vigne e alle visite in cantina, ma si intreccia con un patrimonio gastronomico autentico e profondamente legato alla cultura locale. Progettare una ‘Ruta del vino’ in questa zona significa immergersi in un’esperienza sensoriale completa, dove i sapori delle tradizioni si fondono con il paesaggio e il vino.
Gastronomia locale: autentica e varia
Durante le degustazioni nelle cantine, i visitatori hanno la possibilità di assaporare prodotti gastronomici tipici: salumi, formaggi, pane locale, marmellate e dolci tradizionali. Questi abbinamenti valorizzano i vini, evidenziandone la personalità e il carattere territoriale.
Il fascino delle sagre legate al vino
Due eventi gastronomici emblematici rappresentano le radici viventi della tradizione vinicola:
- Binissalem Wine Days (tra maggio e giugno): durante la settimana enoturistica si organizzano degustazioni, abbinamenti gastronomici, percorsi nei vigneti, workshop e concerti, rappresentando un’esperienza completa, autentica e coinvolgente
- Festa des Vermar a Binissalem (settembre): celebra la vendemmia con processioni, mostre, laboratori, balli e momenti di convivialità, accompagnati sempre da un buon calice di vino.
- Festa des Vi Novell a Santa Maria del Camí: un omaggio al vino nuovo, anch’esso caratterizzato da atmosfere popolari e conviviali.
Piatti da gustare
Se vuoi arricchire l’articolo con suggerimenti culinari da consigliare:
- Fideos des Vermar: tipico piatto festivo di settembre, combina noodles con agnello, sobrasada e spezie. Un perfetto abbinamento con i rossi fruttati e strutturati della DO.
- Piatti tradizionali di Binissalem: dopo un calice di vino, niente è meglio di specialità come frito mallorquín, pa amb oli con salumi, sopes mallorquines e ensaimadas (tipico dolce maiorchino) fatte in casa.

La DO Binissalem è molto più di una denominazione: è un viaggio nella storia di Maiorca, un paesaggio da vivere, un calice che racchiude tradizione e innovazione.
Scoprirla significa avvicinarsi all’essenza autentica dell’isola, dove la vite continua a raccontare storie millenarie e il vino diventa ambasciatore di cultura e ospitalità.

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